Roma– “Negli istituti penali per minorenni, così ormai impropriamente definiti visto che l’età degli ospiti può spingersi fino a 25 anni, insistono gravi problemi, di natura organica, gestionale, organizzativa e persino legislativa, ma la soluzione non può essere – come da alcuni sostenuto – la soppressione del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità”. Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria. “L’ultimo episodio di violenza registratosi ieri sera presso l’Istituto Penale per Minorenni di Roma Casal del Marmo, dove alcuni detenuti hanno appiccato il fuoco rendendo inagibile mezza sezione detentiva e poi hanno distrutto il refettorio, dove erano stati condotti dagli operatori della Polizia penitenziaria per metterli in sicurezza, ripropone ancora una volta la drammaticità della questione complessiva che attiene all’esecuzione della pena, sia che si parli di adulti sia che ci si riferisca a presunti minori (ripetiamo, non sempre lo sono). Ma individuata la patologia, non si sopprime l’ammalato; al contrario, lo si cura. Noi, lo ripetiamo, abbiamo fatto la diagnosi e individuato anche la terapia, speriamo in qualcuno che abbia la voglia e la competenza di somministrarla. Per questo ci appelliamo ancora una volta al Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e ai Sottosegretari con delega al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP) e al Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità (DGMC), rispettivamente, Andrea Delmastro delle Vedove e Andrea Ostellari, affinché aprano un confronto permanente con le Organizzazioni Sindacali rappresentative del personale e si mettano in campo misure immediate parallelamente a un progetto di riforma complessivo”, prosegue il Segretario della UILPA Polizia Penitenziaria. “Del resto, nel mentre notiamo un certo attivismo dei Sottosegretari e dello stesso Guardasigilli sulle tematiche carcerarie, per ora per lo più fatto solo di proclami, è singolare che ancora nessuno ci abbia incontrati. Non è nelle nostre ambizioni quella di aprire un contraddittorio, ma siamo certi di poter fornire contributi costruttivi e utili all’individuazione di soluzioni urgenti e, nel contempo, di un non più rinviabile percorso riformatore”, conclude De Fazio.