Roma – “Nella mattinata, presso la Casa Circondariale di Salerno un detenuto magrebino ha aggredito e brutalmente ucciso, pare anche inferendo dei colpi con una lametta, il compagno di cella. Da un paio di giorni, dopo le tragiche sequenze quotidiane cui avevamo assistito, non si registravano suicidi, ma ecco che arriva addirittura l’omicidio, che non è peraltro affatto una novità nelle nostre prigioni. Segno tangibile di un sistema carcerario del tutto fuori controllo, a dispetto del diuturno sacrificio di 36mila donne e uomini del Corpo di polizia penitenziaria e delle altre figure professionali che, sottoposti a turnazioni massacranti e in condizioni di lavoro inenarrabili, scontano le pene dell’inferno per la sola colpa di essere al servizio dello Stato”.
Lo dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UILPA Polizia Penitenziaria.
“Sulle modalità e sulle cause del delitto sono in corso gli accertamenti di rito e le indagini condotte dalla locale Procura della Repubblica. Ciò che non necessita di investigazioni perché sotto gli occhi di tutti, invece, è che, con 14.500 detenuti oltre la capienza utile, 18mila unità mancanti alla Polizia penitenziaria, deficienze logistiche, strutturali e infrastrutturali e con l’attuale disorganizzazione imperante, l’apparato penitenziario, nel suo complesso, non regge più. Quello di Salerno è il secondo omicidio del 2024 (il precedente a Milano Opera il 19 aprile) che si aggiunge ai 57 suicidi e ai 65 decessi per altre cause. Alla tragica conta si devono poi sommare i 6 appartenenti alla Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita. Numeri palesemente paragonabili a un bollettino di guerra”, aggiunge il Segretario della UILPA PP.
“Il Governo e il Parlamento intervengano immediatamente con misure emergenziali. Va subito deflazionata la densità detentiva, rafforzato tangibilmente il Corpo di polizia penitenziaria, garantita l’assistenza sanitaria e psichiatrica. Vanno poi avviate riforme strutturali. In mancanza, sarà ben presto una catastrofe”, conclude De Fazio.