‘Ndrangheta: inquirenti, “Monasterace preda dell’antistato”

monasterace-ccReggio Calabria – Associazione di tipo mafioso, omicidio, danneggiamento, rapina, estorsione, detenzione e porto illegale di armi; detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Queste le accuse mosse, a vario titolo, a carico delle 14 persone arrestate nell’ambito dell’operazione “Confine 2”, coordinata dalla Procura distrettuale di Reggio Calabria ed eseguita dai Carabinieri nei confronti della cosca Ruga di Monasterace. La cosca avrebbe sottoposto il piccolo paese del basso jonio reggino al giogo di un “antistato”, cosi’ come lo definisce il gip nell’ordinanza, tanto che i cittadini preferivano rivolgersi alla cosca e non alle istituzioni se avevano un problema. I dettagli sono stati illustrati stamani nel corso di una conferenza stampa alla presenza del procuratore capo, Federico Cafiero De Raho e del nuovo comandante provinciale, colonnello Giancarlo Scafuri. L’indagine e’ scaturita dall’omicidio di Andrea Ruga, per il quale e’ accusato di essere il mandante il fratello, Giuseppe Cosimo Ruga, e anche da due episodi di danneggiamento e intimidazione ai danni dell’ex ministro degli Affari regionali, all’epoca sindaco del centro del Reggino, Maria Carmela Lanzetta. Prima le fu incendiata la farmacia, poi furono esplosi colpi d’arma da fuoco contro la sua autovettura. Le indagini non hanno fatto emergere elementi tali da determinare una contestazione formale agli indagati delle intimidazioni alla Lanzetta, ma il quadro lascia supporre agli investigatori che vi possa essere il coinvolgimento dei componenti della cosca Ruga, quali possibili autori, in particolare, del danneggiamento dell’autovettura della donna.

La vicenda, come ha chiarito il procuratore capo di Reggio Federico Cafiero de Raho, e’ oggetto di un procedimento autonomo. Dalle intercettazioni a carico degli indagati e’ emerso, comunque, che la vittoria di Maria Carmela Lanzetta alle elezioni amministrative della primavera del 2011 non era stata molto gradita dagli appartenenti alla cosca. In occasione di un colloquio in carcere tra un detenuto ed alcuni suoi familiari, l’elezione di Lanzetta a sindaco era stata commentata sfavorevolmente. Gli investigatori avrebbero riscontrato un particolare astio nei confronti della’ex ministro da parte di Giuseppe Cosimo Ruga e di altri componenti del sodalizio, proprio in ragione degli “inquinamenti mafiosi” presenti sul territorio del comune di Monasterace, piu’ volte denunciati dall’amministratrice. Astio che si sarebbe manifestato anche con una campagna denigratoria via web. Andrea Ruga sarebbe invece stato soffocato nel gennaio 2011, sempre a Monasterace, su ordine del fratello che, scontata una lunga pena detentiva, lo avrebbe fatto eliminare temendo di perdere la leadership del clan in suo favore.
Lo spaccato che emerge dall’indagine e’ comunque quello di una collettivita’ completamente soggiogata dal potere mafioso del presunto boss, Giuseppe Cosimo Ruga, che avrebbe fatto di un supermercato, posto sotto sequestro, la sua base operativa. Gli inquirenti, a conferma del potere del clan, hanno ricostruito la vicenda di una donna che chiese aiuto a Giuseppe Cosimo Ruga per problemi di natura sentimentale con l’ex compagno di nazionalita’ rumena, il quale poco dopo rimase vittima di un violento pestaggio. Ma anche quella di un meccanico, aggredito nella sua officina da tre uomini per non avere soccorso un uomo rimasto per strada con l’auto in panne.