Crotone: Cyberbullismo incontri all’Iti Donegani

Convegno-CyberbullismoCrotone – A volte gli adolescenti non hanno contezza di quanto può essere dannoso quello che viene definito uno scherzo innocente, oppure una bravata. L’istituto tecnico industriale Guido Donegani di Crotone è sempre stato particolarmente sensibile a queste tematiche. Per questo motivo la dirigente scolastica Laura Laurendi ha accolto immediatamente e con molto fervore l’invito della sezione di Crotone del corpo di Polizia postale per tenere degli incontri con gli studenti delle prime classi sul tema: “Cyberbullismo e pericoli in rete” che rientra nell’attività del progetto “Un ponte per Terabithia”. Nella mattinata di ieri gli alunni delle undici prime classi si sono alternati nell’aula magna dell’istituto per ascoltare le indicazioni e capire quanto possa essere pericolosa un’azione apparentemente di poco conto e fatta solo per divertirsi, oltre ai risvolti penali e sociali che possono esserci.
È stata una lezione di vita quella che ha dato l’assistente capo Otello Chimenti che ha tenuto l’incontro.
Per prima cosa sono state paragonate le azioni compiute dagli “adulti” e ritenute reato, con quelle compiute dagli studenti invece ritenute semplici scherzi. I ragazzi hanno capito però che le conseguenze sono uguali a tutti i livelli. Anche quelle che possono essere definite delle bravate possono portare in casi estremi al suicidio di chi le subisce, possono segnare profondamente sia quelli che le attuano che quelli che le subiscono. Gli studenti hanno appreso e capito che anche alla loro età si può essere sottoposti ad un processo e scontare una pena che non è come quella degli adulti, ma che può segnare per tutta la vita, oltre ad un pesante danno economico.
Chimenti ha inoltre spiegato che il tutto viene amplificato ed ingigantito dalla rete. Un video supera ogni barriera e ogni confine alla velocità della luce. I ragazzi hanno capito che ogni visualizzazione non fa altro che allargare il dolore fisico e morale della vittima degli atti di bullismo. Hanno capito che non sentirsi colpevole e denunciare è la strada migliore per porre fine ad atti simili che sono dei reati seppur in piccolo, ma pur sempre reati.
In coda all’incontro Chimenti è stato letteralmente tempestato di domande dagli studenti che sono stati attenti ed hanno voluto approfondire quanto più possibile l’argomento. È emerso che c’è bisogno di una legalità diffusa, di un senso di legalità anche nei piccoli gesti quotidiani.
È andata a segno la lezione di vita perché è stato chiaro che ogni minima violazione delle regole calpesta la dignità ed i diritti altrui.