Lamezia: sabato prossimo in anteprima Lagoteta presenta il suo romanzo

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Lamezia Terme – “Di donne e altre onde”, il libro scritto dalla lametina Roberta Lagoteta, sarà presentato in anteprima, prima del tour che contempla tappe a Roma e a Trieste, nel prestigioso caffè letterario storico ‘Caffè San Marco’, sabato prossimo sul Corso Nunistrano, su iniziativa di Giuseppe Gigliotti, presidente dell’associazione culturale Italia Nostra. Lagoteta, poi, presenterà il suo romanzo al Salone Internazionale del Libro il 17 maggio alle 19.00 presso la sala del Padiglione 1 al Lingotto.
“Di donne e di altre onde” è tratto da più storie vere. Come recita la didascalia che apre il prologo, “riconoscerete pezzi di persone e persone a pezzi”.

Roberta Lagoteta

Roberta Lagoteta

Il romanzo parte con un evento luttuoso, crudo. Una ragazza, della quale più avanti si scoprirà il nome, si suicida lanciandosi dal quarto piano della palazzina in cui abitava con la madre. Assiste alla scena Azzurra, personaggio principale. È una bambina vispa, sognatrice, estremamente sensibile. Quel tuffo dal finale cupo le si insinua nella mente, come un fragore incessante di sottofondo, e le mischia i pensieri, riemergendo vivido nel tempo per lasciarla a interrogarsi sulla morte e sulle passioni umane. Azzurra cresce in una famiglia come tante, l’ambientazione è un paesino del Sud vicino al mare. Il padre è giornalista per un giornale locale e la madre gestisce un negozio di prodotti per la casa. I rapporti fra i genitori sembrano complicarsi con il passare degli anni e, soprattutto, cambia misteriosamente Ludovico, il padre, attraversando una prima fase di freddezza svagata per poi diventare burbero, soverchiatore.
L’adolescenza si abbatte sulla protagonista lesta e feroce; la trasforma, naturalmente, nel corpo ma la rende anche afasica, eversiva, ipercritica. Il ricordo tragico di quella ragazza morta è come un veleno che inquina azioni e progetti futuri. Un fantasma con il quale Azzurra avverte un indecifrabile legame, che circostanze particolari sveleranno.

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Azzurra incontra Teo, a un concerto, un ragazzo proveniente da un ambiente problematico. Tra i due è subito amore viscerale, sofferto, carnale, intenso, come una dipendenza. Teo la picchia, la sfrutta, e allo stesso tempo le usa una dolcezza infinita, le impregna la vita di poesia e le insegna ad amare.
Entra in scena un personaggio fondamentale: Dafne. Azzurra la conosce all’università.
Le due ragazze hanno molto in comune, soprattutto nella sfera psicologica. Sono fomentate da una rabbia adrenalinica e distruttiva ma sono così fragili, piene di contraddizioni. Decidono, disegnano castelli e poi disfano, soffiando via tutto come fumo.
La storia, a questo punto, si svolge su due piani paralleli, perché la penna, come una telecamera, riprende le vite di Azzurra e Dafne in contemporanea.
Sullo sfondo, l’Italia delle periferie e la rabbia degli anni Novanta, “quel patetico, ibrido decennio, caratterizzato dall’affermarsi di produzioni artistiche di bassa lega, consumismo in aumento, una linea piatta dietro l’angolo e l’insidia delle droghe già dissolte nei liquidi corporei delle vecchie generazioni”.