Spettacoli: Armonied’ArteFestival, “la terra degli ulivi parlanti”

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Catanzaro – Sarà una passeggiata illuminata da “trame di luce”, un percorso in musica, di parola e di danza attraverso il Parco Scolacium, e per la prima volta nell’antico Foro romano, un lavoro dedicato alla memoria e all’identità mediterranea, con un simbolo, l’ulivo, epico testimone secolare di una terra che qui si risveglia e si scopre fascinoso narratore. Questo e tanto altro ancora sarà “La terra degli ulivi parlanti” la prima del trittico dedicato alla creatività contemporanea e tutto firmato Armonied’ArteFestival.
La settimana delle produzioni originali inizia quindi con Mariangela D’Abbraccio e la Giovane Compagnia Artedanza, su un’idea di Chiara Giordano, con i testi classici a cura di Armando Vitale, coreografie di Giovanni Calabrò e Giacomo Coletti, le scenografie di luce di uno dei maggiori esperti italiani Sebastiano Romano, le musiche del compositore Vincenzo Palermo e con la regia dello Romano e di uno degli attori più importanti di teatro Edoardo Siravo.
«L’idea di partenza è quella di far rivivere questo luogo, – ha detto Sebastiano Romano – e farlo svelando lo spazio attraverso istallazioni luminose in un gioco di riflessi tra gli ulivi secolari sul filo conduttore di tracce e segni di luce, significanti piuttosto che solo funzionale ».
Ed è lo stesso direttore artistico Chiara Giordano ad evidenziare che << lo spettacolo itinerante d’altronde vuole offrire una modalità differente di fruizione in cui lo spettatore non segue la scene ma quasi le anima in un cammino disegnato da fasci di luce e istallazioni che coinvolgono le diverse aree di Scolacium, sempre foriero di suggestioni creative che il festival utilizza per le produzioni originali. >>
« I ballerini prenderanno forma dagli ulivi e ad essi sembreranno dare rinascita e diversa vita– ha dichiarato il coreografo Giovanni Calabrò –, per poi materializzarsi come anime danzanti di una terra generosamente narrativa di sé, ed infine tornare natura, pietre, nulla ».
Un linguaggio musicale post-moderno, minimalista, assoli di oboe, flauti, fagotti, un sound particolare fatto di contaminazioni; sarà la musica l’anello di congiunzione tra i movimenti dei corpi e le scie di luce per uno spettacolo unico ed emozionante.
«Ho lavorato sui due elementi costitutivi dello spettacolo – ha dichiarato il Maestro Vincenzo Palermo autore delle musiche – , la terra degli ulivi e la dimensione mitica; ed ho operato superando questi due elementi forti per poi unirli in un processo di sublimazione e abbraccio costante. La successione dei brani rappresenta questa voglia di entrare in contatto con dimensioni spirituali opposte e trovare nella una sorta di loro unione ideale ».
Il 5 agosto sarà, invece, la tragedia la protagonista indiscussa della serata con un’opera nata dalla riflessione del drammaturgo calabrese Rosario Amato che vuole esplorare la grande tradizione greca riproponendola con un occhio innovativo e moderno. “Le supplici” vedranno sul palco una delle voci più amate del teatro italiano, Edoardo Siravo, con la Compagnia Stabile Amato e la regia di Rosario Amato.
L’ultimo appuntamento con la sezione dedicata alla creatività contemporanea e le prime assolute, in programma l’8 agosto, sarà “Insignifidanza” , un lavoro forte e poetico insieme sul disvalore della parola a favore del gesto, che vedrà sul palco la bellissima e talentuosa Vanessa Gravina con accompagnata da Giovanni Carta, un atto unico di danza e parole su un soggetto di Maria Luisa Gioffrè, coreografie di Filippo Stabile e la la regia di Edoardo Siravo e Rosario Amato,.
La particolarità che ci riserva il Festival è che il pubblico potrà votare la produzione preferita e a sua volta, su sorteggio, ricevere un premio.