Lamezia: Scalise ha presentato “Scurchiulandu Scurchiulandu”

Lamezia Terme – Grande successo per la presentazione del libro di Ciccio Scalise “Scuorchiulandu Scuorchiulandu” nell’ambito della Rassegna “Inchiostri d’Autore” della GrafichEditore presso la Tipografia Perri, nonostante la pioggia scrosciante circa 90 persone sono intervenute all’incontro.
Ha presentato la serata la brava e bella Luisa Vaccaro, ha dissertato sull’autore, sottolinenadone le peculiarità, facendone risaltare il valore, Vittoria Butera; hanno recitato le poesie, con enfasi, riuscendo a coinvolgere tutti i presenti, che hanno sorriso, hanno annuito riconoscendo scene familiari in quello che si ascoltava ed hanno applaudito generosamente. Lellè Paonessa e Pino Mete.Una serata piacevole, che ha fatto dimenticare il tempo inclemente per farci immergere in un’atmosfera serena, ricca di emozioni, ricca di quei valori che si stanno perdendo e che abbiamo ritrovato nei versi in dialetto di Ciccio che tutti i temi ha affrontato: il dolore della morte di un proprio, la malattia, il matrimonio, i nipoti, la politica, i luoghi in cui ha vissuto.Un libro che è uno spaccato della nostra vita, dove l’antico si amalgama con il moderno sapientemente e seientemente.
Come ha detto la Prof. Butera: “Dalla lettura complessiva dell’opera emerge una società laboriosa con un forte contributo del lavoro femminile, che nel lametino superava i confini domestici, artigianali e agricoli, estendendosi al settore commerciale. Massari, zaraffi, zanzani, ruffiani, mescolati a parenti, amici e contemporanei fortuiti, costituiscono una galleria composita, un’umanità, dissoltasi al sopravvento della nuova società e alla trasformazione della vecchia Nicastro, di Sambiase e di S. Eufemia nella moderna città di Lamezia. E’ la generazione del calabrese tradizionale con le sue credenze, con il suo modo di esprimersi per massime e per sottintesi che attestano in particolare la sagacia cresciuta sull’humus lametino, e che, pur nutrendosi di caratteristiche proprie, trova piena corrispondenza nell’acume del prototipo regionale.”

La filosofia di questo bel libro è tutta racchiusa nella poesia che gli dà il titolo e che riporto per intero:
Scurchjiulandu, scurchjiulandu
l’autra notti m’ajiu ricurdatu ancunu dittu viacchjiu, i
quandu iu ancora unn’era nnatu.
L’ajiu vulutu pirciò scriviri,
ppì bbù fhari ricurdari,
vi po’ ssì o nò piaciri
ma i manu fhacitilu passari.
Vi ringraziu e nnù salutu vi dugnu,
pirdunatimi, purtroppu chistu sugnu.
Serena Perri

   

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