La speranza di una Calabria nuova e diversa nel romanzo “Le voci dell’eco”

Lamezia Terme – «La Calabria è una terra complicata dove i giovani sono costretti ad emigrare per riscattare la propria condizione esistenziale oppure a inventarsi un’attività per potervi rimanere favoriti dalla sorte o dalla fortuna e talvolta dalla meritocrazia». Lo ha sostenuto la presidente del Centro Socio Culturale “Insieme” Lina LatelliNucifero nel corso della presentazione del romanzo “Le voci dell’eco” di Daniela Rabia, promossa dallo stesso Centro presso il Circolo di Riunione di Lamezia Terme. Il problema dell’emigrazione, che affligge i giovani calabresi, e il dilemma se andare altrove o restaresono i temi dominanti che attraversano il romanzo “Le voci dell’eco” ambientato in paese immaginario della Calabriadi 1500 abitanti, denominato Speriolo dove un giovane diciassettenne Goy sfida la sua terra, caricandosi di speranza e di orgoglio e tramutando i suoi timori in energica azione capace di fargli superare tutte le difficoltà che ostacolano il raggiungimento di una sistemazione definitiva nella propria terra. Goy inseguecosì il suo sogno di emigrare al Nord per costruirsi un futuro dopo aver compiuto i suoi studi in un istituto agrario. È lo stesso Goy che racconta in prima persona la sua travagliata storia popolata da personaggi che incrociano la sua vita incidendo profondamente nella sua decisione finale di rimanere nel proprio paese di cui ascolta ciò che accade mediante le voci dell’eco che giungono fino al monte Eco che lo sovrasta. E da questo monte il protagonista vince la sua sfida principale che combatte nel suo animo per poi portarla nel mondo. «Da qui – dice Goy – tramonta ogni giorno la mia voglia di esistere e risorge ogni mattina quella di resistere». «Ed è proprio sul monte Eco – ha commentato la presidente Lina LatelliNucifero – che Goytenta di ricucire la frammentarietà del suo essere e del suo non essere sperando di trovare risposte adeguate alle sue aspettative «da quelle nuvole così leggere ed eteree che mi fanno esprimere un desiderio ad alta voce: vorrei essere una nuvola grigia, diquelle piene di pioggia che lavano via le vostre miserie e le vostre sciocche dicerie». Goy, introverso, non integrato nella vita del paese, insofferente delle dinamiche familiari, conta i giorni che lo separano dalla nuova vita a Milano fino a quando il miracolo dell’amore per Lucia, la sua compagna di classe e futura fidanzata, insieme agli affetti familiari e dei compaesani,gli fanno vedere in un’altra dimensione il piccolo borgo, chiuso nei pettegolezzi, cattiverie, ipocrisie, pregiudizi, diffidenza, avidità.
Riscoperto il fascino della propria terra e motivato dall’amore, Goyapre un pub letterario grazie anche all’amore per i libri inculcatogli dalla professoressa di Italiano. Finalmente Goy trova la pace, il lavoro, gli affetti. « Il libro- ha commentato la presidente – è utile, prezioso e puntuale nella ricostruzione del tessuto ambientale esaltato dalle bellezze naturali, culturali, fisiche e colto nelle potenzialità di sviluppo della Calabria rischiarata dalla speranza di una Calabria nuova e diversa letta dall’autrice non solo nelle sue negatività ma anche nelle sue positività ma soprattutto- ha concluso la presidente – indagata attraverso l’atteggiamento critico dei giovani calabresi, che sono i veri protagonisti del romanzo, nei confronti delle difficili problematiche che l’attanagliano e soprattutto animati dal desiderio di riscatto, valorizzazione e rivisitazione di fonti di un possibile sviluppo e dalla speranza che anche in Calabria possa sorgere il Sole per illuminarla e riscaldarla per sempre sotto l’egida dello sviluppo e del progresso». Significativo ed interessante l’acceso dibattito stimolato da puntuali domande rivolte dalla presidente Lina LatelliNucifero all’autrice, a conclusione dell’incontro, incentrato sul tema dell’emigrazione dei giovani calabresi e dell’ immigrazione dei giovani stranieri, su eventuali coinvolgimenti dei politici e delle istituzioni, sulle cause che determinano simili situazioni e sulle possibili soluzioni.
Don Pino Latelli

Foto: Lina LatelliNucifero e Daniela Rabia

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