Lavoro: attivo Cgil, Cisl, Uil Calabria, “pronti a mobilitazione”

attivo-cgil-cisl-uilLamezia Terme – I sindacati calabresi sono pronti a chiamare alla mobilitazione generale i lavoratori della regione. E’ quanto emerso dall’attivo unitario di Cgil, Cisl e Uil i cui rappresentanti si sono riuniti oggi a Lamezia Terme, come spiega un documento approvato alla fine dei lavori, “per un esame congiunto della grave crisi economica, sociale, etica e morale, per i dati economici e sociali, in cui versa la Calabria e per questi motivi ritengono assolutamente necessario dare respiro alla vertenza Regionale con un apposito confronto con governo regionale e nazionale. L’azione amministrativa del Governo regionale sino ad oggi – denunciano i sindacati – e’ stata del tutto insufficiente a soddisfare le richieste avanzate da sindacato condederale rispetto a tutte le vertenze a partire dal lavoro, per proseguire su sviluppo e crescita. Due anni di fermo che necessitano un radicale cambio di rotta sul piano del metodo e del merito”. Sul piano nazionale “le politiche del masterplan per il Mezzogiorno e dei patti per il Sud – continuano le tre confederazioni – ad oggi sono ferme ai soli annunci e titoli iniziali. Inoltre il Governo centrale continua ad ingenerare confusione diffusa verso l’opinione pubblica ed i cittadini calabresi su opere pubbliche che non trovano riscontri negli investimenti effettivi e nella decretazione Cipe”. Anzi, e’ la denuncia, “si assiste a definanziamenti e riduzioni o tagli su investimenti gia’ programmati come la Sa Rc che non verra’ realmente completata o sulla Ss 106 ridotta e ferma a nord della attivo-cgil-cisl-uil-1Calabria. Non si puo’ continuare con la politica degli annunci, che provengono da piu’ parti. Alla Calabria – si legge nel documento – servono investimenti pubblici immediati per creare sviluppo, crescita, lavoro, per fermare la fuga dei giovani e di intere famiglie. La Calabria non puo’ aspettare la programmazione comunitaria, anche perche’ incapace di fare spesa, avvolta da una burocrazia ed una classe dirigente che negli anni ha dimostrato lacune e inefficienze, cosi’ come denunciato anche in questi giorni dalla Commissione europea. Non si puo’ continuare a fare spesa con interventi parcellizzati e minimi che hanno un respiro localistico e molte volte sono preda di apparati illeciti e criminogeni, favorendo il sistema clientelare ed il voto di scambio”. A parere di Cgil, Cisl e Uil, “occorre una visione su grandi progetti che favoriscano la messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico e sismico con un soggetto attuatore unico per tutta la Calabria e piu’ facile da monitorare. Sulla logistica e trasporti – aggiungono – il Governo nazionale deve dire con chiarezza cosa vuole fare del Porto di Gioia Tauro, della zona economica speciale che rischia di scomparire e dell’area retroportuale”.
Cgil, Cisl e Uil “non accetteranno di perdere posti di lavoro in quell’area e si batteranno perche’ i destini del porto di Gioia non vengano decisi dai privati. La Calabria – si legge – ha bisogno di un piano infrastrutturale sulla legalita’ con investimenti su scuola, universitá, cultura, con finanziamenti certi per rendere esigibile la legge regionale sul diritto allo studio, sul tempo pieno, sulla formazione ed investimenti dei centri di ricerca con sostegno economico alle famiglie e agli studenti. Occorre inoltre un piano di investimenti, uomini e mezzi per rafforzare gli organici della magistratura, dell’area investigativa, delle forze dell’ordine per un piano nazionale di sicurezza ed ordine pubblico contro la ‘ndrangheta. La Calabria – affermano ancora – necessita di investimenti per le politiche di accoglienza, per il recupero dei centri storici e delle unita’ abitative con un piano casa che riguardi tutti i cittadini calabresi”. Le segretarie regionali di Cgil, Cisl e Uil si dicono “preoccupate per le politiche della salute ad oggi mancate sia da parte della Regione che da parte dei commissari sul varo di un progetto concreto sul Sistema Sanitario Regionale. Le condizioni attuali della sanita’ calabrese sono caratterizzate, da tagli dei livelli essenziali di assistenza, migrazione sanitaria e, depauperamento della rete ospedaliera regionale e della medicina del territorio. Occorre far diventare la vertenza Calabria una vera e propria emergenza e vertenza di carattere nazionale. Gli indicatori economici e sociali – sottolineano – relegano la Calabria negli ultimi posti dei paesi europei, occorre uno scatto di orgoglio dei Calabresi. Occorrono politiche attive per il lavoro per una regione che oramai conta il 45% della popolazione non attiva e anziana. La Calabria si sta spegnendo diventando sempre piu’ terra di desertificazione. Nei prossimi giorni attenderemo le risposte dal Governo nazionale e regionale su appuntamenti importanti: il finanziamento per i lavoratori forestali e gli Lsu e Lpu, il tavolo sul patto per il sud. Nel frattempo – annunciano – parteciperemo al confronto tematico con la giunta regionale provando a disegnare un quadro di proposte per il lavoro e lo sviluppo”. Entro novembre, secondo quanto emerso, in assenza di risposte, saranno decise le modalita’ della mobilitazione. Nel frattempo sara’ chiesto il confronto anche con la delegazione parlamentare calabrese.