Governo: Poletti, bonus a imprese Sud per giovani e disoccupati

impresa-e-giovaniRoma – Un bonus per agevolare l’assunzione di giovani stagisti ed uno per spingere l’occupazione nel Mezzogiorno a favore di under 25 e disoccupati di lunga durata. Sul tavolo del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, la carne al fuoco in questi giorni e’ tanta. Non ci sono solo le pensioni, dagli aumenti alle pensioni piu’ basse all’allargamento della “no tax area”, al varo dell’anticipo pensionistico, “sulle quali – spiega in una intervista a ‘La Stampa’- coi sindacati si e’ fatto davvero un buon lavoro”, ma c’e’ anche la modifica degli incentivi a favore delle assunzioni, anticamera di un taglio strutturale del cuneo fiscale atteso nel 2018. Circa il bonus lavoro “Abbiano due tipi di interventi. Dentro alla legge di bilancio – spiega Poletti – prevediamo di introdurre un bonus per quei datori di lavoro che assumono i giovani che hanno fatto stages o tirocini formativi nell’azienda, insomma strumenti di formazione che vengono prolungati con una assunzione a tempo indeterminato. La previsione e’ di tornare al contributo pieno di 8.060 euro all’anno che sara’ corrisposto per tre anni. L’altro intervento, che pero’ non sta nella legge di bilancio ma attinge 530 milioni dai fondi europei destinati alla coesione, introduce un incentivo alle assunzioni in tutte le regioni del Sud. Vale per un anno, sino ad un massimo di 8060 euro a lavoratore e servira’ a favorire l’assunzione di giovani sino a 25 anni e lavoratori che hanno perso un lavoro da almeno 6 mesi, in questo caso senza vincoli d’eta’”. Quanto alla misura, prevista per un solo anno per il Sud “Perche’ – aggiunge – completato questo triennio di decontribuzione dal 2018, quando si affrontera’ la questione fiscale mettendo in cantiere la riforma dell’Irpef, si deve ragionare su un taglio strutturale del cuneo previdenziale e contributivo. Perche’ occorre fare in modo che il lavoro stabile costi stabilmente di meno del lavoro precario. Un passo importante e’ gia’ stato fatto tagliando l’Irap ora l’opera va solo completata “.

Circa il capitolo pensioni e alle risorse stanziate “la rifinitura finale dei conti ha portato a questo esito certamente positivo. Alla fine anche la manovra nel suo complesso e’ cresciuta e abbiamo ottenuto delle risorse in piu’. Del resto questa e’ una delle scelte forti di questa legge di bilancio non meno importante degli incentivi a favore degli investimenti”. Quanto, invece, al reddito per accedere all’Ape social “Andava costruito un punto di equilibrio rispetto alle risorse che avevamo a disposizione tenendo presente tre parametri: il tetto dell’intervento pubblico, gli anni di contributi e le categorie di lavoratori interessati. Sono tre elementi che definiscono la platea e che devono stare assieme. E ne eravamo tutti consapevoli”. Sulle critiche della Cgil “gia’ nel verbale d’intesa si faceva riferimento ad una ‘soglia minima’. E poi se per i lavori usuranti la legge prevede 35 anni di contributi minimi per andare in pensione coi requisiti pre-Fornero a chi fa lavori gravosi non se ne possono chiedere di meno. Per una questione di equilibrio”. Per i lavori usuranti “Non cambiano le professioni individuate dalla legge – prosegue il ministro – ma vengono tolti una serie di picchetti e di requisiti che ne hanno fortemente limitato l’utilizzabilita’ e che spostavano in avanti anche di 12-18 anni la loro pensione anticipata”. Quanto al tema esodati “Per loro prevediamo un’ottava salvaguardia: che credo sia l’ultima, visto che a seconda delle categorie e’ stata allungata di 12, 24, 36 mesi in modo tale da maturare i requisiti senza escludere piu’ nessuno”. “Il governo con questa manovra ha due obiettivi: spingere gli investimenti pubblici e privati e rilanciare i consumi interni. E in questa chiave anche le politiche sociali, su cui tanto stiamo investendo innanzitutto per una questione di equita’, sono utili perche’ rafforzano il clima di fiducia”.