Catanzaro – La mancanza di una politica creditizia “pienamente consapevole dei problemi causati dalla crisi economica e dunque piu’ favorevole alle imprese costituisce il principale ostacolo al definitivo sviluppo dell’agricoltura regionale”. Lo dichiara Alberto Statti, Presidente della Confagricoltura Calabria, il quale evidenzia che “nel 2016, come testimoniano i dati di Bankitalia, in Calabria le banche continuano ad aumentare la raccolta di denaro ma difficilmente riescono ad essere protagoniste attive nel sostenere efficacemente le imprese; e dalla stretta creditizia non si salva nemmeno quel sistema agricolo ed agroalimentare che ha dimostrato, nonostante la crisi, di essere solido, di ampliare il proprio ruolo, garantire i livelli occupazionali, di aumentare le percentuali di export e l’incidenza sul totale delle esportazioni regionali. La flessione dei prestiti bancari per le aziende agroalimentari – conttinua Statti – ha raggiunto il – 6,2 per cento rispetto al 2011 ed il -2,6 per cento rispetto allo scorso anno; ed il report dell’Osservatorio regionale sul credito agricolo e’ un lungo elenco di dati drammatici: – 54,4% per i prestiti destinati alla realizzazione di immobili rurali, -14,5% per i prestiti concessi per acquistare immobili o attrezzature. Cito solo questi due dati – dice – perche’ si tratta di argomenti che avranno un forte impatto e significato, negli anni futuri, sui bandi del Piano di Sviluppo Rurale”. A parere di Statti “a poco serve entrare in una graduatoria definitiva e disporre di una quota di finanziamento a fondo perduto, infatti, se poi la quota di investimento in capo alle imprese non potra’ beneficiare di un piu’ facile ed agevole sostegno creditizio. Cosa fare dunque? Il credito e’ senz’altro un tema nazionale ma consideriamo cosa si potrebbe fare in Calabria! Intanto – sottolinea – occorre un intervento regionale, e lo stiamo chiedendo da almeno un anno, che agevoli la sostenibilita’ finanziaria del debito delle imprese e che consenta la definizione dei vecchi piani di ristrutturazione finanziaria. Ristrutturare le passivita’ e’, dunque, il primo passo, ma contemporaneamente – spiega – occorre rendere pienamente operativo un sostegno regionale, attraverso i fondi del Psr, che aiuti le imprese nella richiesta di credito alle banche diminuendo quei fattori di rischio che oggi sono evidentemente troppo stringenti e che potrebbero vanificare gli sforzi e gli investimenti del Piano di Sviluppo Rurale. Alla Regione ed al Dipartimento agricoltura lanciamo dunque una precisa proposta – conclude – e cioe’ quella di convocare al piu’ presto un tavolo tecnico con tutte le organizzazioni agricole per definire i possibili interventi tecnico-finanziari”.