Fisco: Cgia, Renzi ha tagliato 21 mld tasse ma non a partite Iva

cartella-fisco600x400Roma  – Il governo Renzi ha abbassato le tasse in misura strutturale per oltre 21 miliardi di euro a lavoratori dipendenti e imprese, soprattutto quelle di dimensioni medio-grandi: nessun vantaggio fiscale, invece per quasi 3 milioni di partite Iva (artigiani, commercianti e da lavoratori autonomi senza dipendenti). Lo sostiene l’Ufficio studi della Cgia, che ha esaminato le varie misure fiscali introdotte dal passato esecutivo e fatto una simulazione su un idraulico senza dipendenti con un reddito di 35.000 euro l’anno: per questo lavoratore la pressione fiscale – afferma la Cgia – sfiora il 51 per cento. Le principali misure di riduzione del carico fiscale sono state il bonus di 80 euro, che scrive la Cgia, costa all’erario quasi 9 miliardi di euro l’anno ed interessa oltre 11 milioni di lavoratori dipendenti con retribuzioni medio-basse; l’eliminazione dell’Irap dal costo del lavoro, che ha ridotto il costo del lavoro di 4,3 miliardi di euro l’anno avvantaggiando le imprese con piu’ dipendenti mentre “non godono di alcun beneficio il 78 per cento delle imprese individuali e dei lavoratori autonomi e il 52 per cento delle societa’ di persone”; l’abolizione della Tasi che ha consentito alle famiglie di risparmiare 3,5 miliardi di euro l’anno. “Dei 19,6 milioni di proprietari di prima casa che hanno beneficiato di questo sgravio – spiega la Cgia – il 90 per cento circa e’ costituito da operai, impiegati e pensionati. Solo il 10 per cento circa da imprenditori, liberi professionisti o autonomi”. Infine, la riduzione Ires, che ha consentito ad oltre 700 mila societa’ di capitali interessate di risparmiare 3,9 miliardi di euro l’anno; nessun vantaggio per le piccole-micro imprese (ditte individuali o societa’ di persone). Oltre a questi quattro interventi, il governo Renzi ha introdotto altre misure di riduzione delle imposte di minore entita’, come l’esenzione dell’Imu sui terreni agricoli posseduti da coltivatori diretti (meno tasse per 120 milioni di euro), l’abolizione dell’Irap in agricoltura (sgravio da 196 milioni di euro) e l’abolizione dell’Imu sugli imbullonati. “Misura, quest’ultima, a vantaggio quasi esclusivamente delle medio-grandi imprese (valore pari a 530 milioni di euro)”.

Gli unici interventi a vantaggio dei piccoli produttori – prosegue lo studio – hanno riguardato un credito di imposta del 10 per cento dell’Irap per le aziende senza dipendenti, l’incremento delle deduzioni forfetarie della base imponibile Irap, la riduzione dell’Inail e del diritto camerale. Una contrazione – viene fatto notare – che e’ stata piu’ che compensata dall’aumento dei contribuiti previdenziali avvenuto in questi ultimi anni a seguito delle disposizioni previste dalla riforma previdenziale realizzata dal Governo Monti.
“Se dal 2011 avevamo subito un costante aumento del prelievo fiscale, a partire dal 2014 si e’ invertita la tendenza – afferma il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgia Paolo Zabeo – anche se la stragrande maggioranza dei benefici introdotti dal governo Renzi non ha interessato il popolo delle partite Iva. Ancora una volta la lobby sindacale/confindustriale e l’insensibilita’ della classe politica di questo Paese hanno prevalso sugli interessi dei piccoli produttori. Su quel mondo di lavoratori autonomi, costituito in particolar modo da ex operai, da giovani free lance e da liberi professionisti, che inspiegabilmente continuano a non ricevere alcuna attenzione ai loro problemi”.
“Va altresi’ ricordato – conclude il segretario della CGIA Renato Mason – che a partire dall’anno di imposta 2016 il Governo Renzi ha introdotto anche per le piccolissime imprese e per gli autonomi in contabilita’ ordinaria la nuova Iri, che prevede una tassazione fissa al 24 per cento, e il regime per cassa per le attivita’ in contabilita’ semplificata. Misure che, comunque, presentano degli aspetti applicativi da chiarire che in molti casi potrebbero pregiudicarne addirittura la convenienza”.