Decretone: da domani in Aula alla Camera, possibile fiducia

Roma  – Approdera’ domani nell’Aula della Camera, nei tempi previsti, il cosiddetto decretone che introduce le misure bandiera di M5s e Lega, il reddito di cittadinanza e la quota 100 per la pensione anticipata. Il governo potrebbe ricorrere alla fiducia per permettere la volata elettorale in Basilicata, dove si votera’ per le regionali domenica prossima. Dopo alcuni ‘stop and go’ il provvedimento ha ottenuto, con modifiche, il disco verde delle commissioni Affari sociali e Lavoro di Montecitorio. E dovra’ poi tornare al Senato per l’approvazione in via definitiva entro il 29 marzo. I lavori delle commissioni sono andati avanti a singhiozzo nel corso della settimana con le opposizioni che denunciavano problemi tecnici di bollinatura e disaccordi all’interno della maggioranza.
Nella seconda lettura parlamentare il provvedimento si e’ arricchito di novita’: dal sostegno extra per il reddito di cittadinanza, fino a 50 euro al mese, alle famiglie numerose con disabili, alla possibilita’ di riscatto agevolato della laurea estesa anche agli over 45, fino alla nuova figura del vicepresidente dell’Inps. Introdotte anche due clausole di salvaguardia per i richiedenti il reddito di cittadinanza il reddito di inclusione. Sono ‘salve’ le domande per il reddito di cittadinanza presentate prima dell’entrata in vigore del decreto e ci saranno sei mesi di tempo per aggiornare i requisiti sulla base delle modifiche introdotte in sede di conversione in legge del provvedimento. Prevista una salvaguardia anche per le domande del Rei, possibili fino al 1 marzo: dovranno pervenire all’Inps entro la fine di aprile.
In arrivo inoltre assunzioni ad hoc alla Guardia di finanza per rafforzare i controlli sul Rdc, e 65 carabinieri saranno trasferiti al comando tutela Lavoro con compiti ispettivi. Recepita anche l’intesa tra governo e regioni per l’assunzione di 3mila navigator dal 2020. Entra anche la norma ribattezzata ‘anti clan-Spada’ che prevede la sospensione del reddito e della pensione di cittadinanza per i richiedenti ai domiciliari o per i condannati con sentenza non definitiva per i reati di tipo mafioso o terroristico. La misura era attesa dopo la polemica esplosa per la richiesta del reddito di cittadinanza da parte di alcuni membri del clan degli Spada. Saltata in extremis la cosiddetta ‘colf tax’: il governo ha presentato e ritirato nell’ultima notte in commissione un emendamento che prevedeva una ritenuta d’acconto del 15% sulle retribuzioni da lavoro domestico.

Alla fine non sono state introdotte le attese norme sulle tutele per i rider ne’ per gli esodati. A gennaio il ministero del Lavoro aveva annunciato che la norma per regolare il contratto di lavoro dei moderni ciclofattorini sarebbe arrivata entro marzo. Il governo puntava a inserirla nel passaggio del decreto a Montecitorio ma la proposta di modifica allo studio, che sostanzialmente avrebbe dovuto equiparare le tutele di questi lavoratori a quelle dei lavoratori subordinati, non e’ mai stata presentata. Cosi’ come la norma ‘salva-esodati’, ovvero la possibilita’ per chi ha subito un’interruzione del rapporto di lavoro prima della fine del 2011, ed e’ in disoccupazione, di agganciarsi, versando un modesto contributo fisso, agli attuali strumenti di pensionamento: quota 100, opzione donna o anche anzianita’.
Nulla di fatto anche sul taglio alle pensioni dei sindacalisti, cavallo di battaglia M5s.