Operazione Chimera: fissata al 28 aprile prima udienza del processo

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di Claudia Strangis

– Lamezia Terme – Approda nelle aule giudiziarie, sei mesi dopo, l’inchiesta definita in codice “Operazione Chimera”, messa a segno dai Carabinieri di Catanzaro e Lamezia, a conclusione di una ampia e dettagliata attività investigativa che si è poi tradotta nell’esecuzione di ben 2 ordinanze di custodia cautelare in carcere, definite “Chimera 1” e “Chimera 2”. “Chimera 1”, nel maggio 2014, portò all’emissione di ben 26 misure cautelari, nei confronti di altrettante persone, tutte ritenute presunte affiliate alla cosca “Cerra- Torcasio – Gualtieri” che, secondo quanto scrisse il gip del tribunale di Catanzaro, “dimostra una pericolosità sociale del sodalizio che, alla data del provvedimento, appare più che mai attivo nella commissione di gravissime e reiterate fattispecie delittuose di rilevante allarme sociale che hanno creato sul territorio lametino un diffuso stato di assoggettamento e succubanza psicologica, tale da indurre tutte le vittime a subire passivamente le vessazioni ed i soprusi”. Con “Chimera 2” altre 17 persone, ritenute anche loro affiliate ai “Cerra – Torcasio – Gualtieri”, furono tratte in arresto ad ottobre dello scorso anno. L’attività investigativa, tradotta in un avviso di conclusione delle indagini nel febbraio scorso, approderà nell’aula del Tribunale di Catanzaro il prossimo 28 aprile. Il giudice Ilaria Tarantino, infatti, ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio presentata dal pubblico ministero e ha fissato la data dell’udienza preliminare, che si dovrebbe tenere nell’aula bunker del Tribunale di Catanzaro, a meno che i quarantatre imputati scelgano, entro quindici giorni, di essere processati con un rito alternativo. Tra gli imputati compaiono per primi i nomi dei fratelli Nino e Teresina Cerra, ritenuti promotori, direttori e organizzatori della cosca, “da anni contrapposta in una sanguinosa guerra di mafia con la paritetica holding mafiosa dei Giampà”. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, quindi, il capo storico della consorteria criminale sarebbe stato proprio Nino Cerra, che insieme alla sorella Teresa, a Vincenzo e Pasquale Torcasio, e a Cesare e Antonio Gualtieri, avrebbero tenuto le redini della cosca lametina con base a Capizzaglie. “Chimera” ricostruisce lo scenario criminale della cosca “Cerra – Torcasio” un tempo, autonoma e poi alleata con quella dei Giampà, ed alla quale, in epoca successiva alla scissione, si è avvicinata la famiglia “Gualtieri” che fino al 1992 non era inserita nel contesto mafioso come famiglia autonoma o aggregata ad altre consorterie criminali lametine. Chimera, infatti, ricostruisce lo scenario “storico – criminale” del clan mafioso “Cerra – Torcasio – Gualtieri”, che dopo la disarticolazione delle “cosca Giampà”, con le operazione “Medusa” e “Perseo”, approfittando “del declino dei Giampà risultava essere l’unica cosca delinquenziale che attualmente opera indisturbatamente in Lamezia Terme Nicastro, al fine di “dominare” tutto il quartiere di Nicastro”. A questa conclusione, infatti, è giunto il gruppo investigativo composto da 14 Carabinieri coordinati dal maggiore Carlo Caci, comandante del reparto operativo – nucleo investigativo del comando provinciale e dal capitano Fabio Vincelli, comandate della compagnia carabinieri di Lamezia Terme. Una attività investigativa che si è tradotta in una copiosa e dettagliata informativa di notizia di reato alla quale sono stati allegati ben 815 fascicoli contenuti in ben 56 cartelle, in una delle quali sono state allegate ben 75 schede biografiche riguardanti i soggetti che secondo gli investigatori fanno parte della cosca. Un’attività investigativa che si è poi tradotta in una misura cautelare nei confronti di 26 persone, 22 delle quali sono state richiuse in carcere e tra queste Teresina Cerra, che secondo l’accusa all’interno della organizzazione rivestiva un “ruolo apicale che si è intensificato via via dal 2008 in poi, da quando, cioè, esponenti di spicco del clan hanno iniziato a soffrire lunghi periodi di detenzione (per via dell’Operazione Spes , ad esempio), che non hanno consentito loro né contatti diretti con i sodali né di gestire personalmente gli affari illeciti loro affidati”. Comunque le persone finite nel registro degli indagati nell’ambito della inchiesta Chimera portata a termine a maggio scorso, erano ben 92 e, tra questi, Giovanni Governa. Un’inchiesta che ha consentito alla polizia giudiziaria operante di “conseguire importanti elementi probatori in ordine a “gravi indizi” di colpevolezza a carico di tutti gli indagati in relazione a ciascuna ipotesi di reato loro ascritta”. Le fonti di prova sono costituite dalle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia Angelo Torcasio, Umberto Egidio Muraca, Giuseppe Giampà, Rosario, Giuseppe e Saverio Cappello, Luca Piraina, Francesco Vasile, Battista Cosentino, Antonino Belnome, Giuseppe Angotti e Rosanna Notarianni, Luciano Arzente “supportate all’uopo – scrivono nella relazione gli investigatori – dall’attività tecnica di polizia giudiziaria, dalle dichiarazioni acquisite dalle parte offese, nonché da persone informate sui fatti, oltre all’attività di analisi che hanno consentito di lumeggiare su plurime condotte delittuose poste in essere sia dagli indagati, appartenenti alla cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri, che da quelli sopra indicati facenti parti del cd “gruppo mafioso” denominato le nuove leve”. Ma c’è un dato interessante che emerge nel leggere gli atti redatta dal gruppo investigativo dei carabinieri ed è quello relativo al fatto che nell’indagare sul gruppo criminoso cioè quello dei “Cerra – Torcasio – Gualtieri” che operava “in un momento di destabilizzazione in seno alle cosche lametine è emersa la partecipazione anche di Simona Pagliuso, moglie del collaboratore di giustizia Umberto Egidio Muraca, nonché di Alessandro Torcasio “U Cavallo” e di Claudio Paola, che, come emerso dalle recenti operazioni di polizia e successive sentenze, risultavano sodali alla cosca Giampà”. Una situazione che gli investigatori poiché questi ultimi “non risultano associati alla cosca Cerra – Torcasio – Gualtieri, che sono state poste all’attenzione dell’autorità giudiziaria che per alcuni ha valutato “le loro condotte criminose analizzate e sviscerate” nella informativa di reato e trasmessa appunto alla procura antifamafia.
Gli imputati
CERRA Nino: inteso «il vecchio” e «Zu’ Nino”
CERRA Teresina
CERRA Pasquale, alias “Ciancimino”
CERRA Luca
TORCASIO Vincenzo
TORCASIO Alessandro, cl. 86
TORCASIO Rita
TORCASIO Angela
TORCASIO Pasquale, inteso “Carro’ ” e “Cicciobello”
TROPEA Francesco
TORCASIO Angelina
GUALTIERI Emilio Francesco, alias “cinque lire”, “U’ russu”,
GUALTIERI Maria
GUALTIERI Cesare, alias “U’ Bruttu”, “U’ Pazzu”
GUALTIERI Nicola, inteso “Bomboletta”
GUALTIERI Antonia, intesa “Antonella”
FESTANTE Peppino
VACCARO Lucia
RAINIERI Ottorino
RAINIERI Aurora
MURACA Gennaro
VILLELLA Antonio, inteso “Crozza”
GULLO Giuseppe
CARNOVALE Pasquale
PAONE Paolo
PARADISO Antonio, alias Zu’ Toto”
LAROSA Gaetano
CERRA Nino, cl.91
PARADISO Angelo Francesco inteso “Ciccio e Ciccuzzu”
TORCASIO Pasquale, cl. 69
TORCASIO Domenico, inteso “u’ Mongolo”, Mico e Micariellu”
TORCASIO Giovanni, inteso “U’ Craparu”, “padre di Vincenzo”
GUALTIERI Federico, inteso “u’ Zuppariellu”
GUALTIERI Antonio
GUALTIERI Francesco
GUALTIERI Cesare, inteso “u’ Bruttu”
GUALTIERI Nicola, inteso, “Zu’ Nicola’ “il vecchio padre di Gianni”, “u• Craparu”, “U’ Zingaro”
RAINIERI Giuseppe
CIMINO Luciano
CHIRUMBOLO Giancarlo
CRAPELLA Massimo
PUZZO Giancarlo
DURANTE Alessandro