Induzione alla prostituzione minorile, una condanna a Catanzaro

tribunale12-05
Catanzaro – Si e’ concluso con una condanna parziale il giudizio abbreviato a carico di R. R., catanzarese di 65 anni, ex dipendente tecnico dell’Azienda ospedaliera del capoluogo di regione, coinvolto in un’inchiesta dalla quale emerse che l’uomo avrebbe ottenuto prestazioni sessuali da alcune ragazzine in cambio di piccoli regali come ricariche telefoniche o piccole somme di denaro. Il 65enne, arrestato due anni fa, e’ stato imputato per violenza sessuale aggravata perche’ compiuta ai danni di minori e induzione alla prostituzione minorile. Il giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro, Ilaria Tarantino, tuttavia, lo ha assolto per la prima accusa, e lo ha invece ritenuto colpevole per la seconda, condannandolo a tre anni di reclusione (la pena e’ cosi’ scontata di un terzo per la scelta del tiro alternativo al dibattimento). Riconosciuto inoltre all’unica parte civile costituitasi il risarcimento del danno che sara’ liquidato in separata sede, ma nei cui confronti intanto e’ stata disposta una provvisionale di 10.000 euro. Il giudice ha chiesto 90 giorni per il deposito delle motivazioni della sentenza, cui seguira’ il ricorso in appello della difesa dell’imputato (affidata all’avvocato Gregorio Viscomi). Con le gravi accuse per cui e’ stato processato R. R. fini’ sottoposto alla custodia cautelare ai domiciliari, i primi di agosto del 2013, in esecuzione di un’ordinanza del giudice per le indagini preliminari, Livio Sabatini, emessa su richiesta della Procura a seguito delle investigazioni condotte dal personale della Squadra mobile della Questura di Catanzaro, e partite gia’ dall’ottobre del 2012 a seguito della denuncia del padre di una quattordicenne che si era insospettito dopo avere notato la figlia in possesso di vestiti all’ultima moda, prodotti cosmetici e un telefonino cellulare, tutti oggetti che la ragazzina non avrebbe potuto comprare.

Dall’inchiesta, secondo quanto fu reso noto, emerse un quadro di grande disagio sociale nell’ambito del quale l’accusato avrebbe fatto sesso con almeno quattro minorenni, adescandole con alcuni regali come cellulari, ricariche telefoniche, piccole somme di denaro e persino qualche passaggio. Le indagini portarono i poliziotti ad assumere anche le dichiarazioni di alcune persone informate sui fatti, le quali a loro volta avevano raccolto le confidenze della minore. La minorenne, nello specifico, aveva riferito di rapporti sessuali che lei ed alcune amiche avevano avuto con l’ultrasessantenne, in cambio di esigue somme di denaro e di regali. I successivi riscontri ottenuti dalle attivita’ tecniche nonche’ da tradizionali operazioni di pedinamento e osservazione fecero il resto, facendo emergere, sempre stando alle accuse, che R.R., andato da poco in pensione, avrebbe mantenuto continui contatti con una ragazzina che, a sua volta, gli avrebbe presentato almeno tre coetanee. E – approfittando “delle loro condizioni di estremo disagio familiari ed economico, alcune delle quali gia’ conosciute dai Servizi sociali”, riferi’ la Polizia – il 63enne avrebbe messo in piedi un rapporto confidenziale e particolarmente intimo, “fino a diventare loro punto di riferimento per quanto concerneva i bisogni quotidiani delle minorenni, sia relativi a piccole spese che a favori come il mettersi a loro disposizione per gli spostamenti di ogni giorno”. In cambio l’arrestato avrebbe preteso la disponibilita’ delle ragazzine a soddisfare i suoi istinti sessuali, anche in cambio di pochi euro. E di piu’, “lo stesso arrestato – riferi’ una nota della Questura catanzarese – utilizzava le ragazze anche per convincere altre minori disagiate ad avere rapporti sessuali, elargendo come compenso sempre modeste somme di denaro e piccole regalie”.