Lamezia Terme – Saverio Giampà, 28 anni, arrestato nel marzo scorso perché ritenuto responsabile, in concorso con Giuseppe Giampà, Francesco Vasile, Maurizio Molinaro e Giancarlo Chirumbolo, della morte di Bruno Cittadino, ucciso, nel luglio del 2008, in un agguato di stampo mafioso, è stato rimesso in libertà. Infatti è stata revocata la misura della custodia in carcere che gli era stata inflitta dalla competente autorità giudiziaria su richiesta del sostituto procuratore Elio Romano, il pubblico ministero che ha coordinato le attività investigative delle varie forze di polizia che in questi ultimi anni si sono poi tradotte in diverse operazioni antimafia e tra queste la cosiddetta “operazione perse” che determinò,appunto l’arresto di Saverio Giampà.
La revoca è stata disposta dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Catanzaro, Pietro Scuteri, alla luce di quanto emerso nella fase successiva delle indagini anche in considerazione dell’attenta valutazione tecnico –giudiziaria svolta dal suo legale di fiducia l’avvocato Lucio Canzoniere, che ha appunto posto all’attenzione del magistrato giudicante alcune incongruenze dichiarative fatte dai “pentiti” e sulla base delle quali Saverio Giampà fu arrestato, perché, appunto, ritenuto di avere fatto parte di quel gruppo che causò la morte del Cittadino. Secondo l’accusa Saverio Giampà, avrebbe fornito al gruppo la moto una Yamaha Maiestv AX 55622 di colore grigio scuro,provento di furto perpetrato ad Amantea, che venne utilizzata nell’omicidio. Saverio Giampà, fini nell’inchiesta sul base delle dichiarazioni dei pentiti, in particolare quelle fornite da Giuseppe Catroppa e Giuseppe Giampà detto “capu randi”. Dichiarazioni che dagli uomini della squadra mobile di Catanzaro furono considerati attendibili, quindi utili per redigere la cosiddetta Cnr(comunicazione di notizia di reato), che fu ampiamente condivisa dal pubblico ministero che chiese al giudice delle indagini preliminare di emettere un ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del Saverio Giampà. Ordinanza che fu poi eseguita e che fu illustra nel corso di una conferenza stampa. Ora a distanza di sei mesi torna libero dopo una attenta valutazione degli atti. Infatti all’esito dell’interrogatorio di Saverio Giampà , richiesto dalla difesa rappresentata dall’avvocato Lucio Canzoniere, il pubblico ministero procedente ha disposto una nuova audizione del collaboratore Giuseppe Giampà che ha confermato l’estraneità dell’indagato ai fatti omicidiari.
Secondo il Pubblico ministero procedente l’approfondimento e la nuova audizione sul punto specifico del collaboratore Giuseppe Giampà si è reso necessario sia alla luce delle questioni sollevate dalla difesa in sede di riesame sia alla luce dell’interrogatorio di Saverio Giampà dinanzi al Pubblico ministero del 16 Luglio 2015.
Sin dall’inizio il difensore del Giampà Saverio, avvocato Lucio Canzoniere aveva posto l’attenzione sulla assenza di elementi che giustificassero un qualsivoglia coinvolgimento dell’indagato nell’omicidio di Bruno Cittadino.
Con ordinanza del 7 Settembre scorso, il GIP Distrettuale alla luce degli elementi di novità, ha disposto la revoca della custodia cautelare in carcere nei confronti di Saverio l Giampà per il concorso in omicidio ai danni di Bruno Cittadino, ordinandone la scarcerazione. Ad ordinare il delitto fu Giuseppe Giampà “nel quadro di una strategia criminale volta a mantenere il dominio incontrastato del “controllo del territorio “, anche attraverso l’eliminazione fisica di un uomo inserito nell’organico della cosca avversaria, ritenuto personaggio pericoloso, nonché avente propositi omicidiari nei confronti dello stesso Giampà Giuseppe”. A commette materialmente l’omicidio sarebbe stato Francesco Vasile.