Crotone – L’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto, Carolina Girasole, e’ stata assolta da tutti i reati che le venivano contestati nell’ambito dell’inchiesta “Insula”. La sentenza e’ stata pronunciata oggi dal giudice del tribunale di Crotone. Con lei e’ stato assolto anche il marito, Francesco Pugliese. Dalle indagini era emerso che in occasione delle consultazioni elettorali amministrative del 2008 la famiglia Arena avrebbe assicurato a Girasole, su richiesta esplicita del marito Francesco Pugliese, l’appoggio elettorale rivelatosi determinante per l’elezione a sindaco. Il pubblico ministero Domenico Guarascio aveva chiesto condanne a sei anni di reclusione ciascuno per l’ex sindaco Girasole e per il marito, Franco Pugliese, accusati di voto di scambio politico-mafioso e turbativa d’asta.
E’ crollato, dunque, il teorema accusatorio secondo il quale l’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto Carolina Girasole, anche per il tramite del marito Franco Pugliese, avrebbe ottenuto voti dalla cosca Arena per farsi eleggere a primo cittadino ricambiando poi il favore. Il Tribunale di Crotone, iltre a Girasole e al marito, ha assolto i fratelli Massimo e Pasquale Arena, figli del boss Nicola Arena, dall’accusa di corruzione elettorale aggravata dalle modalita’ mafiose perche’ il fatto non sussiste. Tutti assolti, con varie formule, inoltre, gli imputati che rispondevano di turbativa d’asta e abuso d’ufficio aggravati, ovvero l’ex sindaco, l’ex assessore alle politiche agricole Domenico Battigaglia e il dirigente comunale Antonio Calabretta, oltre a Franco Pugliese, Pasquale Arena, Massimo Arena, Paolo Lentini, Antonio De Meco e Antonio Guarino.
E’ caduta, inoltre, l’accusa di associazione mafiosa che veniva contestata al boss Nicola Arena, ai figli Massimo Arena e Pasquale Arena e a Franco Ponissa. Quest’ultimo e’ stato assolto anche dal reato di usura, ma condannato a 4 anni di reclusione e per il reato di estorsione. La condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione per turbativa d’asta, infine, e’ stata inflitta a Nicola e Massimo Arena, AntonioDe Meco e Antonio Guarino. L’indagine, condotta dalla Guardia di finanza e sfociata nell’operazione Insula, nel dicembre 2013 aveva portato agli arresti domiciliari di Carolina Girasole e del marito Franco Pugliese. Secondo gli inquirenti, in occasione delle consultazioni elettorali amministrative del 2008 la famiglia Arena avrebbe assicurato alla Girasole l’appoggio elettorale rivelatosi determinante per l’elezione a sindaco. L’ex sindaco avrebbe ricambiato il favore due anni piu’ tardi, evitando la frangizollatura dei finocchi coltivati sui campi confiscati al clan che erano rimasti di fatto nella disponibilita’ degli Arena prima che l’Agenzia del demanio li affidasse al Comune. Proprio il Comune, prima di consegnare i campi all’associazione ‘Libera Terra Crotone’, curo’ una gara finalizzata ad affidare a privati il servizio di raccolta e commercializzazione dei prodotti coltivati sulle terre confiscate. Gara che, secondo l’accusa, sarebbe stata viziata dalla partecipazione di soli tre imprenditori, tutti vicini alla famiglia Arena, e dunque avrebbe consentito alla cosca di assicurarsi un cospicuo guadagno. Accusa confermate successivamente anche dal Tribunale riesame cui si sono rivolti i difensori degli indagati. Nel maggio 2014, dopo circa un anno e mezzo di custodia domiciliare, Carolina Girasole e il marito furono rimessi in liberta’. Un mese piu’ tardi, quindi, inizio’ il processo conclusosi oggi davanti al Tribunale di Crotone.
‘Ndrangheta: Girasole, “processo non si doveva proprio fare”
“E’ la giusta sentenza per un processo che non si doveva proprio celebrare”. Cosi’ Carolina Girasole, ex sindaco di Isola Capo RIzzuto (Kr), ha commentato l’assoluzione dall’accusa di collusioni con la ‘ndrangheta. “Il procedimento a carico mio e di mio marito – ha aggiunto – doveva chiudersi gia’ nella fase delle indagini preliminari. Fin dall’inizio di questa assurda vicenda, abbiamo cercato di gridare la nostra innocenza e di fare sentire la nostra voce, ma questo ci e’ stato impedito da chi deliberatamente non ha voluto, in nessun modo, ascoltare le nostre pur evidenti ragioni e da chi, invece di cercare di conoscere la verita’, ha preferito correre dietro la sensazionalita’ della notizia di un sindaco antimafia che scende a patti con la ‘ndrangheta. Il Tribunale di Crotone nella sua imparzialita’, coraggio e determinazione – ha spiegato – ha dimostrato che, nonostante tutto, gli onesti cittadini hanno ancora da sperare e avere fiducia nelle nostre Istituzioni. Ringrazio – ha concluso – tutti coloro che in questo periodo tremendo della mia vita, mi sono stati vicino e non hanno mai dubitato della mia onesta’”
‘Ndrangheta: assolto ex sindaco, nessun legame con clan crotonese
E’ crollato il teorema accusatorio secondo il quale l’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto Carolina Girasole, anche per il tramite del marito Franco Pugliese, avrebbe ottenuto voti dalla cosca Arena per farsi eleggere a primo cittadino ricambiando poi il favore. Il Tribunale di Crotone, presieduto dal giudice Edoardo D’Ambrosio, ha infatti assolto Girasole, il marito e i fratelli Massimo e Pasquale Arena, figli del boss Nicola Arena, dall’accusa di corruzione elettorale agravata dalle modalita’ mafiose perche’ il fatto non sussiste. Tutti assolti, con varie formule, inoltre, gli imputati che rispondevano di turbativa d’asta e abuso d’ufficio aggravati, ovvero l’ex sindaco, l’ex assessore alle politiche agricole Domenico Battigaglia e il dirigente comunale Antonio Calabretta, oltre a Franco Pugliese, Pasquale Arena, Massimo Arena, Paolo Lentini, Antonio De Meco e Antonio Guarino. E’ caduta, inoltre, l’accusa di associazione mafiosa che veniva contestata al boss Nicola Arena, ai figli Massimo Arena e Pasquale Arena e a Franco Ponissa. Quest’ultimo e’ stato assolto anche dal reato di usura, ma condannato a 4 anni di reclusione e per il reato di estorsione. La condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione per turbativa d’asta, infine, e’ stata inflitta a Nicola e Massimo Arena, Antonio De Meco e Antonio Guarino.
L’indagine, condotta dalla Guardia di finanza e sfociata nell’operazione “Insula”, nel dicembre 2013 aveva portato agli arresti domiciliari di Carolina Girasole e del marito Franco Pugliese. Secondo gli inquirenti, in occasione delle consultazioni elettorali amministrative del 2008 la famiglia Arena avrebbe assicurato alla Girasole l’appoggio elettorale rivelatosi determinante per l’elezione a sindaco. L’ex sindaco avrebbe ricambiato il favore due anni piu’ tardi, evitando la frangizollatura dei finocchi coltivati sui campi confiscati al clan che erano rimasti di fatto nella disponibilita’ degli Arena prima che l’Agenzia del demanio li affidasse al Comune. Proprio il Comune, prima di consegnare i campi all’associazione ‘Libera Terra Crotone’, curo’ una gara finalizzata ad affidare a privati il servizio di raccolta e commercializzazione dei prodotti coltivati sulle terre confiscate. Gara che, secondo l’accusa, sarebbe stata viziata dalla partecipazione di soli tre imprenditori, tutti vicini alla famiglia Arena, e dunque avrebbe consentito alla cosca di assicurarsi un cospicuo guadagno. Accusa confermate successivamente anche dal Tribunale del riesame cui si sono rivolti i difensori degli indagati. Nel maggio 2014, dopo circa un anno e mezzo di custodia domiciliare, Carolina Girasole e il marito vengono rimessi in liberta’. Un mese piu’ tardi, quindi, inizia il processo conclusosi oggi, con l’assoluzione, davanti al Tribunale di Crotone.