di Stefania Cugnetto
Lamezia Terme – Un’udienza tutta al femminile , quella di oggi del processo Perseo. Due donne di ‘ndrangheta, collegate in video conferenza, sono state le protagoniste nell’aula Garofalo del tribunale di Lamezia. La prima Angela Cosentino, moglie di Angelo Torcasio, l’uomo che diventò collaboratore di giustizia, il primo tra le file della cosca Giampà e che con le sue dichiarazioni mise in ginocchio la cosca lametina. La seconda, Rosanna Notarianni, prima pentita donna lametina, figlia e sorella dei Notarianni, che dagli inquirenti viene identificata come una ‘ndrina vicina alla cosca Giampà.
La moglie di Angelo Torcasio, è stata sentita come testimone e persona informata sui fatti. Angela Cosentino, ha ripercosso i giorni immediatamente successivi alla decisione del marito di diventare collaboratore di giustizia, “sono venuti a casa mia Maurizio Molinaro e Enzo Giampà a chiedermi come stava mio marito e dov’era, io dissi che era stato trasferito in Sardegna e loro mi dissero se avevo bisogno di aiuto economico ci avrebbero pensato loro”. Le dichiarazione della Cosentino non sono state nette, se inizialmente la donna ha affermato di non ricordare, poi però ha confermato ciò che ha detto nei verbali.
La donna, pur non ricordandolo subito, ha poi affermato che oltre a Molinaro e Giampà, anche Francesco Vasile le chiese se il marito avesse deciso di collaborare. La donna ha dichiarato di essere “terrorizzata, anche se io negavo loro avevano capito”. Molinaro e Enzo Giampà, secondo la donna, si sarebbero recati anche il giorno dopo presso la sua casa e avrebbero notato che la Cosentino stava preparando le valigie. La donna ha dichiarato di essere a conoscenza che suo marito e altri “facevo parte della criminalità”, “frequentavano casa mia, Alessandro Torcasio, Saverio Cappello, Giuseppe Giampà, e molti altri, venivano e si appartavano per parlare”. La Cosentino ha parlato anche dei due cognati, Vincenzo Perri e Domenico Curcio, presenti entrambi al colloquio in cui Angelo Torcasio dichiarò la sua volontà di collaborare.
Angela Cosentino ha risposto anche alle domande dell’avvocato Pino Spinelli, difensore di Vincenzo Perri, cognato di Angelo Torcasio. Il controesame del difensore si è concentrato sui giorni in cui la donna ha ricevuto le visite di Molinaro e Enzo Giampà, la Cosentino chiamò la polizia il 29 luglio, per avvertire della visita dei due, giorno dopo il colloquio con il marito ed un’altra visita sarebbe avvenuta il giorno successivo, 30 luglio, giorno in cui i due avrebbero chiaramente fatto riferimento al pentimento di Angelo Torcasio.
La seconda donna protagonista dell’udienza odierna è stata Rosanna Notarianni, collaboratrice di giustizia, che ha accusato i suoi diretti familiari. La donna era già stata sentita in aula ma non era riuscita a rendere una testimonianza valevole, non riuscendo a rispondere ad alcuna domanda del pubblico ministero, Elio Romano. Dopo essere stata sottoposta a visita medica, la Notarianni è stata riconvocata in aula per la deposizione.
“Non potevo più vivere a Lamezia, avevo paura della mia famiglia, dei miei fratelli”, così la Notarianni ha spiegato la scelta di collaborare, aggiungendo, “all’inizio sono stata costretta a separarmi da mio marito, perché lui era pentito, i miei fratelli non mi facevano uscire di casa”. La donna ha parlato di un clima insopportabile in famiglia, “ero manovrata dai miei fratelli, loro trattavano male i miei figli e dicevano che avrebbero dovuto uccidere mio marito”. La donna ha raccontato di aver saputo che suo fratello Giuseppe Notarianni baciò sulla bocca il marito, Giuseppe Angotti, “poi ho saputo che quello era il bacio della morte”, ha spiegato la donna.
Rosanna Notarianni ha raccontato che i suoi fratelli, in particolare Aldo, Aurelio e Antonio Notarianni, prelevavano materiale da negozi , come Cantafio, Miami, Edil Chirico ed altri, senza pagare. L’avvocato Aldo Ferraro, legale di Giuseppe Notarianni, si è concentrato su episodi specifici, cercando di farli collocare temporalmente dalla collaboratrice. Tra gli episodi, una partita di droga portata dal fratello Giuseppe dal Trentino fino a Lamezia, droga richiesta dal padre dei Notarianni; altro episodio riguardava il prelevamento di materiale edile da Chirico; o una discussione in cui il padre dei Notarianni accusava i figli di essere diventati “uomini del professore”. Il difensore è tornato più volte sul rapporto tra la donna e il fratello Giuseppe e sugli episodi riguardanti il materiale edile e di cemento che la donna, per intercessione di Giuseppe Notarianni, avrebbe ottenuto gratis. Altro argomento del controesame dell’avvocato è stata la separazione della donna dal marito, secondo la Notarianni “indotta” dai fratelli, ma il difensore ha chiesto alla donna se avesse avuto una relazione con un altro uomo e se la separazione non fosse dovuta a questo episodio, ma la donna ha affermato “mi hanno convinto loro a separarmi da mio marito e farmi una nuova vita, ma dopo ho capito che volevo tornare con mio marito”.
In chiusura d’esame, il presidente Carlo Fontanazza ha voluto ulteriori chiarimenti sulle vicende del prelevamento di materiale presso la ditta Edil Chirico. La donna ha detto di averli presi lei stessa insieme al marito per la costruzione della sua prima casa, negli anni 90, ma ha anche aggiunto che “tutti si sono fatte le case e il materiale lo hanno preso lì (Edil Chirico n.d.r.) senza pagare”. Fontanazza ha chiesto ulteriori specifiche, sugli anni e persone, ma la Notarianni non ha saputo rispondere con chiarezza.
Dopo le domande poste dal Presidente alla collaboratrice, ha preso nuovamente la parola l’avvocato Aldo Ferraro che, innanzitutto, ha proceduto ad una “contestazione per omissione”, rappresentando alla signora Notarianni che mai, in precedenza, aveva fatto riferimento a materiale che suo fratello Giuseppe avrebbe ritirato, senza pagare, dalla EdilChirico. Inoltre, l’Avvocato Ferraro poi ha chiesto al Tribunale di sentire i soggetti dai quali Rosanna Notarianni avrebbe appreso quelle circostanze taciute fino ad oggi, trattandosi di una “testimonianza indiretta”. Non si è trattato, cioè, di fatti caduti sotto la percezione diretta della collaboratrice, ma appresi da terzi soggetti, sicché, ha rilevato l’avvocato Ferraro, la loro utilizzabilità è subordinata alla eventuale conferma che ne verrà fatta dai testimoni di riferimento: richiesta che è stata immediatamente accolta dal Collegio. A sorpresa, a questo punto, si assisterà all’esame di Aldo Notarianni, Aurelio Notarianni e Carmine Notarianni sulle circostanze riferite oggi in aula da Rosanna Notarianni.
Si tornerà in aula tra due giorni, venerdì 25 settembre, dove saranno ascoltati ultimi tre testimoni chiamati dall’accusa, tra i quali ci sarà Alessandro Villella, imputato in procedimento connesso.