Lamezia Terme – Il processo Perseo oggi ha riservato un’eccezionale colpo di scena. Inaspettatamente nell’aula, a margine dell’udienza odierna, uno degli imputati ha svelato di voler attuare lo sciopero della fame, diventando così il protagonista dell’udienza, durante la quale sono stati ascoltati alcuni testimoni a discarico sulle posizioni di Giuseppe Notarianni e Carmen Bonafè. A sorprendere l’aula, in chiusura di udienza, è stato l’imputato Antonio Voci, che rivolgendosi al presidente del collegio, Carlo Fontanazza, ha annunciato, appunto, che intende attuare lo sciopero della fame. Voci ha deciso di indire lo sciopero della fame, come atto di protesta nei riguardi di quella magistratura che non ha accolto la sua richiesta, quella cioè di essere scarcerato e posto agli arresti domiciliari per motivi di salute. Antonio Voci, condannato ieri a 28 anni di carcere per concorso nell’omicidio di Francesco Torcasio, poichè secondo i giudici della Corte d’Assise, avrebbe inviato il messaggio per avvisare i killer della presenza della vittima, aveva da tempo, infatti, anche tramite il suo avvocato di fiducia, Leopoldo Marchese, presentato istanza al collegio al fine di far valere le sue richieste, legate alla sua condizione di salute. Voci, in diverse udienze, aveva dichiarato la sua incompatibilità a rimanere in carcere per delle presunte allergie che gli verrebbero provocate dal consumo alimentare e da altri fattori ambientali. Così, Voci ha indetto il suo sciopero della fame, aggiungendo, che smetterà anche la somministrazione dei farmaci che gli sono stati prescritti.