Processo Perseo: Antonio Voci chiede i domiciliari

udienza-perseo-2110-di Stefania Cugnetto
Lamezia Terme – Un’udienza flash, quella celebrata stamattina nell’aula Garofalo del tribunale di Lamezia Terme, nell’ambito del processo Perseo. Ma prima dell’avvio dell’udienza, l’imputato Antonio Voci, ha richiesto nuovamente al tribunale gli arresti domiciliari, lamentando problemi di salute che lo renderebbero incompatibile con la detenzione carceraria. Voci, che aveva nelle precedenti udienze annunciato lo sciopero della fame, di nuovo stamane ha reso dichiarazione spontanea, ribadendo al presidente Carlo Fontanazza la sua incapacità a vivere nella casa circondariale, nella quale si è detto “costretto all’isolamento per la mia malattia”.
Dopo aver ascoltato l’ultimo testimone sulla posizione di Antonio Voci, Alberto Caputo, uomo che ha dichiarato di conoscere Voci e di aver intrattenuto con lui rapposti lavorati, a sedersi sul banco dei testimoni, persone che hanno conosciuto l’imputato Fausto Gullo, sul quale pende l’accusa di associazione di stampo mafioso. Il difensore del Gullo, l’avvocato Ortenzio Mendicino, ha escusso, di fronte al collegio giudicante, presieduto dal giudice Carlo Fontanazza, personaggi “in vista” di Maida e San Pietro a Maida, paese natio dell’imputato. Hanno risposto alle domande della difesa, infatti, il maresciallo dei carabinieri di Maida, Adamo, il sindaco di San Pietro a Maida, Pietro Putame ed infine il vice sindaco di San Pietro a Maida, Sebastiano Senese. Tutte le testimonianze hanno descritto il Gullo come “un lavoratore che da sempre si occupa di fuochi d’artifcio”, il maresciallo Adamo ha affermato in aula, “conosco Gullo, ma non è mai stato soggetto a nostra attenzione, nè lo abbiamo mai collocato in ambienti malavitosi”.
Si tornerà in aula venerdì prossimo per l’escussione di altri testimoni a discarico per la posizione di Fausto Gullo e testimoni, citati dall’avvocato Francesco Pagliuso , per la posizione del suo assistito Domenico Curcio.