Perseo: Giampà confessa esecuzione di 18 omicidi

udienza-perseo-giampaLamezia Terme – E’ tornato in aula l’ex boss Giampà Giuseppe davanti la Corte di Assise di Catanzaro nel processo che vede imputati Vincenzo Arcieri, Franco Trovato, Antonio Voci e Giancarlo Chirumbolo, accusati di essere coinvolti negli omicidi di Pulice Pietro, Chirumbolo Giuseppe, Gualtieri Federico e Cittadino Bruno. L’udienza è iniziata con molte ore di ritardo, a causa di un black out al sistema elettrico del Tribunale di Catanzaro, che ha impedito non solo l’attivazione della video conferenza con il sito riservato in cui si trovava il collaboratore di giustizia, ma anche lo stesso ingresso delle parti in aula. I problemi sono stato risolti solo nel tardo pomeriggio, tant’è che l’esame di Giampà, condotto Giampa-Giuseppe-13-05dal pubblico ministero Elio Romano ha avuto inizio solo alle 16, dandogli il tempo di affrontare esclusivamente la vicenda dell’omicidio di Pulice Pietro, in cui è coinvolto Arcieri Vincenzo. Il collaboratore, dopo avere ricostruito la composizione della cosca Giampà sin dagli anni ’90 fino all’epoca del suo pentimento, ha riferito di essere coinvolto come mandante e organizzatore di 18 omicidi circa, esclusi i tentati omicidi, e che lui era il capo cosca insieme a Giampà Pasquale, Bonaddio Vincenzo, Notarianni Aldo e Cappello Rosario. Sull’omicidio di Pulice ha dichiarato che la decisione è stata presa dalla “commissione” per una serie di motivi, primo tra i quali il fatto che Pulice, che aveva partecipato all’uccisione di Giovanni omicidio-pulice-scena1Gualtieri all’interno della sala giochi “il pallino”, si era messo a sparare all’impazzata, rischiando di uccidere l’altro killer Domenico Giampà, ed aveva abbandonato la sua pistola sull’auto da loro utilizzata, così esponendo la cosca al rischio di essere identificati ed arrestati. Sulla esecuzione materiale dell’uccisione di Pulice, Giuseppe Giampà ha raccontato la sua verità: Vincenzo Arcieri è stato costretto da Vincenzo Bonaddio a portare Pulice presso la stalla dei Cappello, dove fu poi ucciso da Saverio Cappello alla presenza del padre Rosario e di Vicenzo Ventura. Il corpo fu poi messo bel bagagliaio dell’autovettura dello stesso Pulice e portato in Località Crozzano per essere dato alle fiamme. Si torna in aula il 17 febbraio per consentire al P.M. di completare l’esame di Giampà Giuseppe sugli altri omicidi, e per dare inizio al controesame da parte dei difensori degli imputati Avvocati Aldo Ferraro, Francesco Pagliuso, Leopoldo Marchese, Enzo Galeota e Salvatore Staiano.