Lamezia Terme – E’ tornato agli arresti domiciliari il 34enne Andrea Giampà. Il Tribunale della libertà di Catanzaro ha accolto, infatti, la richiesta del legale di fiducia dell’uomo, avvocato Francesco Pagliuso, concedendo così gli arresti domiciliari. Andrea Giampà fu arrestato per estorsione con l’aggravante del metodo mafioso ai danni di un esercizio di vendita all’ingrosso di pelletteria e profumeria sito nell’area commerciale “I Due Mari”. L’uomo aveva già ottenuto l’alleggerimento della pena detentiva nel dicembre 2014, ma nel maggio 2015 i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Lamezia Terme e del Reparto Operativo del comando provinciale di Catanzaro avevano proceduto all’arresto di Andrea Giampa’. Gli inquirenti avevano accertato che l’uomo aveva violato più volte le prescrizioni inerenti al suo status, minacciando ripetutamente, anche per telefono, soggetti con cui aveva rapporti di natura privata e con i quali non poteva avere contatti. Da qui un accurato rapporto informativo alla magistratura a seguito del quale è stato emesso un provvedimento di aggravamento della misura. Oggi, invece, a distanza di otto mesi il Giampà torna a scontare la propria pena agli arresti domiciliari.
Lamezia Terme – E’ tornato agli arresti domiciliari il 34enne Andrea Giampà. Il Tribunale della libertà di Catanzaro ha accolto, infatti, la richiesta del legale di fiducia dell’uomo, avvocato Francesco Pagliuso, concedendo così gli arresti domiciliari. Andrea Giampà fu arrestato per estorsione con l’aggravante del metodo mafioso ai danni di un esercizio di vendita all’ingrosso di pelletteria e profumeria sito nell’area commerciale “I Due Mari”. L’uomo aveva già ottenuto l’alleggerimento della pena detentiva nel dicembre 2014, ma nel maggio 2015 i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Lamezia Terme e del Reparto Operativo del comando provinciale di Catanzaro avevano proceduto all’arresto di Andrea Giampa’. Gli inquirenti avevano accertato che l’uomo aveva violato più volte le prescrizioni inerenti al suo status, minacciando ripetutamente, anche per telefono, soggetti con cui aveva rapporti di natura privata e con i quali non poteva avere contatti. Da qui un accurato rapporto informativo alla magistratura a seguito del quale è stato emesso un provvedimento di aggravamento della misura. Oggi, invece, a distanza di otto mesi il Giampà torna a scontare la propria pena agli arresti domiciliari.
