Processo Columbus: Gup Reggio respinge eccezioni difesa

ferraro041215Reggio Calabria – All’interno dell’aula bunker di Reggio Calabria ha preso il via l’udienza preliminare nei confronti dei soggetti coinvolti nell’operazione Columbus scattata alle prime ore del 7 maggio dello scorso anno da parte dell’FBI Americana e della Procura Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria guidata da procuratore aggiunto Nicola Gratteri.
Franco Fazio(difeso dagli Avvocati Aldo Ferraro e Gabriella Lucia), Pino Fazio (con gli Avvocati Leopoldo Marchese e Michelangelo Miceli), Cosimo Berlingeri (difeso dall’Avvocato Pino Zofrea), Domenico Berlingeri cl. ’69 (difeso dagli Avvocati Paolo Carnuccio e Luigi Falcone), Francesco Violi(con l’Avvocato Araniti), Carmine Violi (con l’Avvocato Araniti e Caruso), Antonio Berlingeri (con l’Avvocato Luigi Falcone), Domenico Berlingeri cl. ’80 (con l’Avvocato Alessandro Guerrieri), Salvatore Caparrotta (con l’Avvocato La Russa), Nicola Preiti (con l’Avvocato Di Renzo e Sabatino), Basilio Caparrotta (con gli Avvocati Leopoldo Marchese e Michelangelo Miceli) e Santino Papaleo (con l’Avvocato Paolo Pisani) sono i 12 soggetti accusati, a vario titolo, di traffico internazionale di sostanze stupefacenti e spaccio, per avere costituito una rete di importazione di cocaina dal Costa Rica agli Usa, per poi smistare lo stupefacente sulle piazze calabresi, e per avere tentato di costituire un autonomo traffico di stupefacenti dal Costa Rica direttamente in Calabria.
Al centro dell’udienza vi è stata innanzitutto la questione relativa alla eccezione di incompetenza per territorio del Tribunale di Reggio Calabria sollevata dal collegio difensivo, secondo cui sarebbe il Tribunale di Catanzaro ad essere competente per territorio a giudicare gli odierni imputati visto che la programmazione e la direzione dell’associazione, in base all’impostazione accusatoria, sarebbe individuabile in Pianopoli, e non nel comprensorio di Reggio Calabria come vorrebbe la Dda di Reggio, e che per alcuni reati vi sarebbe addirittura un difetto di giurisdizione, essendo stati commessi su territorio americano. Dopo oltre due ore di camera di consiglio, il Gup Minniti ha deciso che il processo deve rimanere a Reggio Calabria, in quanto il primo reato fine dell’associazione contestata agli imputati sarebbe stato commesso proprio a Palmi, e che comunque il Pm di Reggio è stato il primo a procedere, così consentendo il radicamento della competenza in capo al suo ufficio. Ennesima eccezione è stata poi sollevata dall’Avvocato Aldo Ferraro che ha contestato l’incompletezza degli atti depositati dal Pm visto che l’intera impostazione accusatoria si basa sullo studio dei tabulati telefonici delle utenze in uso a Fazio Franco, senza che peró, tra le migliaia di pagine degli atti processuali vi sia traccia di tali tabulati. Incompletezza che ha riguardato anche le conversazioni telefoniche intercettate così come depositate dal Pm che, ad avviso del difensore, non sono tutte quelle esistenti, ma solo quelle che l’Accusa ha ritenuto rilevanti per dimostrare la colpevolezza degli imputati. Con conseguente grave lesione dei diritti e delle prerogative difensive. Analoga questione è stata posta dall’Avvocato Marchese rispetto alla posizione di Fazio Pino, mancando in atti le conversazioni ritenute non rilevanti dal Pm. Dopo l’ennesima camera di consiglio, il Gup ha accolto tale eccezione difensiva, onerando il Pm di depositare i tabulati telefonici indicati dai difensori, e rinviando il processo al prossimo 9 febbraio. In tale udienza saranno formulate eventuali richieste di riti alternativi, nonchè eventuali ulteriori eccezioni difensive visto che dallo studio dei tabulati che dovranno entrare a far parte del processo, sarà possibile accertare quante e quali conversazioni telefoniche non siano state depositate.