Omicidio Giovanni Gualtieri a fine settembre sentenza

omicidio-sala-giochi-680Lamezia Terme – Nonostante per oggi fosse prevista la lettura della sentenza nei confronti di Vincenzo Arcieri, Vincenzo Bonaddio, Aldo Notarianni, Gianluca Notarianni, Domenico Giampà e Maurizio Molinaro, accusati dell’omicidio di Giovanni Gualtieri avvenuto nel pomeriggio del 13 novembre 2004 a Lamezia Terme, il Gup Pietro Carè, terminata la requisitoria del pubblico ministero e le discussioni dei difensori, ha disposto l’esame del collaboratore di giustizia Pasquale Giampà “mille lire”, anche lui imputato in questo processo. Le domande sono state poste innanzitutto dal Giudice, che ha inteso approfondire la posizione processuale di
Vincenzo Arcieri, accusato di essere uno dei mandanti della morte di Giovanni Gualtieri, nonchè quella di Antonio Voci, accusato di ricettazione aggravata dal metodo mafioso, per avere recuperato l’autovettura utilizzata dai killer. Il collaboratore, dopo avere precisato di essere stato scarcerato solo una settimana prima di tale fatto di sangue, ha riferito che quelli della montagna, di cui Vincenzo Arcieri era uno dei capi, erano stati messi al corrente che la cosca Giampà “era in movimento”, confermando anche il coinvolgimento del Voci. Dal controesame condotto dagli Avvocati Aldo Ferraro ed Enzo Galeota nell’interesse di Arcieri, è poi emerso che il riferimento a “quelli della montagna” si riferiva genericamente alla cosca Cappello-Arcieri, e che era una sua deduzione che Vincenzo Arcieri era stato messo al corrente di quell’omicidio “probabilmente” dal nipote Saverio Cappello o dal cognato Rosario. Così come è emerso che non è a conoscenza del collaboratore un diretto coinvolgimento di Arcieri nell’omicidio di Giovanni Gualtieri, non avendo mai parlato con lui di tale delitto. Dal controesame condotto dall’Avvocato Francesco Pagliuso è poi emerso che Pasquale Giampà, la cui collaborazione è intervenuta dopo avere ricevuto la notifica di tutte le ordinanze cautelari spiccate nei confronti della cosca Giampà negli ultimi anni, poco o nulla di nuovo ha apportato rispetto alle dichiarazioni di tutti gli altri collaboratori che, fino ad oggi, hanno intrapreso il suo stesso percorso, tutte riportate nelle ordinanze che anche a lui sono state notificate. Il processo è stato quindi rinviato al 30 settembre per la discussione degli Avvocati Ferraro, Galeota e Pagliuso alla luce dei particolari emersi dall’esame di Pasquale Gianpà, nonchè, eventualmente, per la lettura della sentenza.