Stalking: Antonino Staglianò condannato a 3 anni di reclusione

lamezia-tribunale-680udienza-perseo-3009-01Lamezia Terme – Condanna a 3 anni di reclusione e all’interdizione dai pubblici uffici per anni 5. E’ questa la condanna inflitta dal Giudice dell’udienza preliminari di Lamezia Terme, Carlo Fontanazza, nei confronti di Antonino Staglianò, vibonese, all’esito del giudizio abbreviato per i reati di stalking, lesioni personali e violazione di domicilio dallo stesso commessi ai danni della ex coniuge F.V.. Dopo la discussione del pubblico ministero Scavello, che aveva chiesto la condanna dell’imputato a 3 anni e 6 mesi di reclusione, e l’intervento del difensore della parte civile, Avvocato Aldo Ferraro, è intervenuto il difensore dell’imputato, Avvocato Francesco Muzzupappa, che ha chiesto l’assoluzione del suo assistito o, comunque, il minimo della pena. I fatti risalgono al luglio del 2015 quando una donna è costretta ad abbandonare casa portando con sé le 3 figlie minori a causa dei maltrattamenti che subiva dal marito, che ben presto si tramutarono in veri e propri atti di stalking.
Staglianò avrebbe iniziato ad inviare continui messaggi alla ex coniuge contenenti insulti di ogni genere e minacce di morte, oltre a telefonate dall’identico contenuto, irrompendo finanche nell’abitazione in cui la donna si era trasferita, e ciò al fine di verificare ogni suo spostamento e se la stessa intrattenesse altre relazioni.
All’esito di capillari indagini compiute dai Carabinieri di Gizzeria alla guida del Maresciallo Giuseppe Lucchesi, è stato possibile accertare non solo la reiterazione delle condotte minatorie dell’imputato in quanto avvenute alla presenza dei Militari in uno dei molteplici interventi sollecitati dalla donna, ma soprattutto la violazione da parte sua della misura degli arresti domiciliari a cui Staglianò era stato sottoposto dal 26 marzo 2016.
I militari hanno infatti accertato che lo stesso, nonostante fosse destinatario del divieto di comunicare con persone diverse da quelle che con lui coabitavano, utilizzava il mezzo del telefono per reiterare le minacce e le intimidazioni ai danni della ex coniuge e della sorella, motivo per il quale il Gip lametino, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Luigia Maffia, dispose l’aggravamento della misura cautelare con applicazione della custodia in carcere nei confronti di Staglianò sin dal 6 maggio 2016.
Con la condanna di oggi, Staglianò dovrà altresì risarcire i danni provocati la sua ex moglie, da liquidare in sede civile, con una provvisionale di 10 mila euro, oltre al pagamento delle spese processuali.