Appello Perseo: in aula i segreti di “buccacciellu”

giampa-domencio-buccacciellLamezia Terme – Risolti i problemi di collegamento che avevano provocato il rinvio dell’udienza di ieri, è ripreso l’esame del nuovo collaboratore di giustizia Domenico Giampà, inteso “Micariellu” e “buccacciellu”, davanti la Corte di Assise di Appello di Catanzaro (Presidente Marco Petrini, a latere A. Galati) nel processo “Perseo” di secondo grado, definito con le forme del giudizio abbreviato dal Gup di Catanzaro, Giuseppe Perri lo scorso 8 giugno 2015. Il Procuratore Generale ha posto una serie di domande a Domenico Giampà, che in questo processo è imputato ed ha riportato in primo grado una condanna a 20 anni di reclusione, in relazione a tutti gli altri imputati al fine di ottenere ulteriori conferme rispetto all’ipotesi accusatoria. Domenico Giampà si è quindi soffermato sulle posizioni di Emiliano Fozza , che, a suo dire, sarebbe stato intraneo alla cosca ed utilizzato per il trasporto di armi e droga in quanto rappresentante di generi alimentari in tutto il territorio calabrese; di Francesco Mascaro e Renato Rotundo che secondo il collaboratore avrebbero favorito i componenti della cosca nella perpetrazione di truffe all’assicurazione Zurich di cui il primo era agente generale, con la complicità dei carrozzieri Trovato e degli avvocati Lucchino e D’Agosto, oltre ad un altro avvocato di cui non ha ricordato il nome, anche lui tratto in arresto con l’operazione Perseo; di Carmine Vincenzo Notarianni, che avrebbe spacciato stupefacenti insieme al figlio Pasquale ed al fratello Giovanni Gianluca, acquistato da Giuseppe Giampà; di Claudio Paola, che sarebbe stato vicino a Giuseppe Giampà e sarebbe responsabile dell’incendio ai danni della ditta De Sarro e Torchia; di Antonio Muraca, che avrebbe gestito alcune estorsioni; di Giovanni Cosentino, agente della polizia penitenziaria, con il quale non ebbe nessun rapporto oltre la normale conoscenza in quanto in servizio nel carcere in cui Giampà era detenuto. Su questa scia
“buccacciellu”, ha proseguito per oltre 3 ore nella descrizione delle responsabilità di ogni singolo imputato. All’esito, i difensori hanno proceduto al controesame del collaboratore, dopodiché il Presidente della Corte Petrini, ha invitato i difensori degli imputati che avevano già discusso nelle precedenti udienze ad intervenire nuovamente alla luce delle nuove dichiarazioni acquisite. Hanno quindi nuovamente discusso l’Avvocato Francesco Gambardella nell’interesse di Giovanni Cosentino, per rimarcare come le dichiarazioni di Domenico Giampà forniscano l’ennesima dimostrazione della estraneità del suo assistito rispetto alle accuse che gli vengono contestate; l’Avvocato Aldo Ferraro nell’interesse di Claudio Paola, che ha evidenziato come le dichiarazioni del collaboratore siano inconferenti rispetto alla dimostrazione dei reati contestati al Paola in questo processo, essendo
Domenico Giampà detenuto sin dal 5 agosto 2009 mentre i reati in contestazione sarebbero stati commessi nel 2011 e 2012, ed inidonee a consentire un ribaltamento delle assoluzioni pronunciate in primo grado a favore del Claudio Paola, anche alla luce della giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo; l’Avvocato Lucio Canzoniere nell’interesse di Carmine Vincenzo Notarianni, che ha evidenziato come le dichiarazioni di Domenico Giampà non consentano di ritenere il suo assistito un partecipe alla cosca Giampà; l’Avvocato Viscomi per Gianluca Notarianni, che ha evidenziato l’errata identificazione del soggetto accusato da Domenico Giampà nel suo cliente. Sono poi proseguite le discussioni dei difensori che dovevano intervenire ieri, Avvocato Domenico Villella, Gianluca Careri, Gianni Puteri e Lucio Canzoniere, ed il processo è stato rinviato all’udienza di domani per il completamento di tutte le arringhe difensive. Domani si conoscerà la data della successiva udienza, per eventuali repliche del Procuratore Generale, in cui la Corte si ritirerà in camera di consiglio per emettere il dispositivo della sentenza di appello.

 

Domenico Giampa’ inteso ‘Buccacciello’ 2Micariellu’ e ‘Vuommicu’ ovvero ‘u curtu’, dagli inquirenti viene indicato “come partecipe, esponente di spicco del clan Giampa’, anche perché nipote dell’omonimo Domenico Giampa’ c1. 26, fratello di Rosaria Giampa’, madre de “O Prufessura”, appartenente al gruppo di fuoco, killer, detentore di armi, dedito altresì allo spaccio di sostanze stupefacenti, soprattutto del tipo ‘cocaina’ nell’ambito associativo”.