Lamezia: attesa per la sentenza d’appello del processo Perseo

perseo-quadro-inchiestaLamezia Terme – Si avvia a conclusione il processo di appello nei confronti degli imputati che sono stati giudicati con il rito abbreviato nell’ambito dell’operazione Perseo. Per lunedì, infatti, è prevista la sentenza, dopo la fase conclusiva delle discussioni da parte degli avvocati nell’interesse dei loro assisti. Nella penultima udienza, cioè il 13 luglio scorso, il protagonista è stato Domenico Giampà, diventato collaboratore di giustizia, che in questo processo è imputato ed ha riportato in primo grado una condanna a 20 anni di reclusione, che ha risposto ad una serie di domande poste dal Procuratore Generale in relazione a tutti gli altri imputati al fine di ottenere ulteriori conferme rispetto all’ipotesi accusatoria. Una processo che come Lameziaoggi abbiamo seguito con grande interesse sul piano giudiziario per capire l’evolversi del conteso criminale lametino, ma soprattutto il perché alcuni personaggi finiti nelle varie inchieste nel corso del tempo abbiano deciso di diventare collaboratori di giustizia. Ed in questo contesto di cronaca giudiziaria nel riportare le deposizioni del nuovo “pentito” sarebbe stata pubblicata una esposizione diversa del collaboratore rispetto alla posizione dell’avvocato D’Agosto.
Domenico Giampà, nella penultima udienza, infatti, rispondendo alla precisa domanda del procuratore generale sulla posizione dell’avvocato D’Agosto, avrebbe escluso ogni suo coinvolgimento in fatti di reato e di conoscerla solo per il fatto che la stessa lo aveva difeso in un processo penale. Ad li la dei chiarimenti, c’è grande attesa negli ambienti lametini che sono impazienti di conoscere quale sentenza emetterà la Corte di Assise di Appello di Catanzaro (Presidente Petrini, Giudice a latere Galati + 7 giudici popolari), cioè se accoglierà in pieno le richieste del procuratore generale Carlo Modestino, che al termine della sua discussione nell’udienza del 28 giugno scorso ha chiesto la condanna per tutti gli imputati anche per quelli che era stati assolti in primo grado. In quella udienza il procuratore generale ha chiesto la conferma delle condanne emesse in primo grado e la riforma di tutte le assoluzioni pronunciate del Gup Perri.
In primo grado con la sentenza emessa dal giudice dell’udienza preliminare, erano stati condannati 20 dei 45 imputati, gli altri furono assolti.
Il 29 giugno scorso invece il procuratore generale ha chiesto per Vincenzo Bonaddio (difeso dall’avvocato Pagliuso), Pasquale Giampà (difeso dagli avvocati Larussa e Gambardella) e Aldo Notarianni, (difeso dagli avvocati Gambardella e Spinelli), più volte definiti coloro che facevano parte della cosiddetta “commissione” della cosca Giampà, ha chiesto una condanna all’ergastolo. Tre condanne a vent’anni di reclusione, invece, sono state chieste per Domenico Giampà (difeso dagli avvocati Larussa e Spinelli), Maurizio Molinaro (difeso dall’avvocato Gambardella) e Alessandro Torcasio (difeso dagli avvocati Villella e Spinelli). Anche per Giuseppe Catroppa (difeso dall’avvocato Celia), ora collaboratore di giustizia, è stata chiesta la condanna a 9 anni e 4 mesi di reclusione, mentre 9 anni di carcere è la pena che è stata chiesta per Vincenzo Ventura, anche lui collaboratore di giustizia (difeso dall’avvocato Di Meo). Il procuratore Generale per Antonio Muraca (difeso dagli avvocati Larussa e Spinelli) ha chiesto una condanna a 7 anni e 2 mesi, e per Antonio Ventura (difeso dall’avvocato Naccarato) e Pasquale Bentornato (difeso dagli avvocati Larussa e Naccarato) una condanna a 7 anni. Chiesta una condanna a sei anni e quattro mesi di reclusione anche per Vincenzo Torcasio (classe 62) (difeso dagli avvocati Gambardella e Larussa), mentre per Giorgio Galiano (difeso dagli avvocati Gambardella e Larussa) è stata chiesta un condanna a sei anni. Per Francesco Renda (difeso dall’avvocato Pagliuso) è stata chiesta una condannato a 5 anni di reclusione, mentre per Gianluca Giovanni Notarianni (difeso dagli avvocati Viscomi e Spinelli) e Antonio Giampà (difeso dagli avvocati Rania e Mascaro) è stata chiesta una condanna a 4 anni di carcere. Una condanna a tre anni e 4 mesi di reclusione è stata chiesta dal procuratore generale per Pasquale Catroppa (difeso dall’avvocato Celia), anche lui come il fratello divenuto collaboratore di giustizia. Una condanna a tre anni di carcere, invece, è stata chiesta per Alessandro Villella (difeso dagli avvocati Larussa e Cerra), e per Claudio Paola (difeso dagli avvocati Marasco e Ferraro), mentre una condanna a due anni e 4 mesi di reclusione è stata avanzata per Luciano Arzente (difeso dall’avvocato Capalbo), anche lui di recente divenuto collaboratore di giustizia.
Per quanti erano stati assolti in primo grado il procuratore generale ha chiesto per Tiziana D’Agosto(difesa dagli avvocati Gambardella e Maurizio D’Agosto” una condanna a 4 anni; per Antonio Paradiso(difeso dall’avvocato Antonio Larussa) una pena di 10 anni; per Emiliano Fozza( difeso dagli avvocati Careri e Gervasi), è stata chiesta una condanna a 13 anni e 4 mesi; per Domenico Sirianni(difeso dagli avvocati Canzoniere e Villella”, sono stati chiesti 7 anni e 4 mesi di reclusione; Per Michael Mercuri(difeso dall’avvocato Larussa”, il procuratore generale ha chiesto una condanna a 10 anni e 8 mesi di reclusione; per Nino Cerra, classe ’91(difeso dagli avvocati Canzoneiere e Staiano), sono stati chiesti 14 anni; Per Angelo Francesco Paradiso(difeso dall’avvocato Larussa), il procuratore generale ha chiesto una condanna a 12 anni; Per Luigi e Luciano Trovato (difesi dagli avvocati Di Renzo e Staiano”, è stata chiesta una condanna a 6 anni; Per Giuseppe Ammendola(difeso dagli avvocati Mascaro e Spinelli”, è stata chiesta una condanna a 30 anni di reclusione. Una condanna ad 8 anni è stata chiesta per Gino Strangis e Pino Strangis, entrambi difesi dall’avvocato Spinelli. Per Giuseppe Lucchino(difeso dagli avvocati Gambardella e Tomaino) il procuratore generale ha chiesto l’emissione diuna sentenza di condanna a 6 anni e 8 mesi, mentre per Antonio Fragale(difeso dall’avvocato Larussa), ha chiesto 8 anni e 8 mesi di reclusione. Per Mascaro Francesco Costantino(difeso dagli avvocati Andricciola e Staiano) è stata reclamata una condanna a 10 anni di reclusione. Per Giovanni Cosentino(difeso dagli avvocati Gambardella e De Fazio), è stata chiesta una condanna a 8 anni di reclusione. Saverio Torcasio(difeso dagli avvocati Canzoniere e Scilla) 10 anni e 6 mesi. Codnanan sonos tate chieste anche per Carmine Vincenzo Notarianni(difeso dall’avvocato Canzoniere), 12 anni; per Alberto Giampà(difeso dagli avvocati Gambardella e Larussa), 10 anni e 10 mesi; per Saverio Giampà(difeso dall’avvocato Canzoniere), 10 anni e 10 mesi; per Renato Rotundo(difeso dagli avvocati Andricciola e Staiano), 10 anni; per Pasquale Gigliotti(difeso dall’avvocato Spinelli), 6 anni; per Davide Orlando(difeso dagli avvocati Canzoniere e Taurino), 4 anni e 4 mesi di reclusione e Vincenzo Giampà, cl ’68(difeso dagli avvocati Spinelli e Pagliuso), 4 anni e 8 mesi.