Processo Chimera: sei testi dell’accusa depongono in aula

chimera-udienza090916Lamezia Terme – Con l’audizione di sei testi della pubblica accusa è ripreso il processo ordinario denominato “Chimera”, che vede imputati Peppino Festante, Lucia Vaccaro, Cesare Gualtieri, Giancarlo Puzzo e Massimo Crapella. Davanti al collegio giudicante composto dai magistrati Maria Teresa Carè, presidente, a latere Luano Lo scanno, in sostituzione di Rossella Prignani e Annalisa Martire, nel filone ordinario, sono comparsi ben sei testi del pubblico ministero tutti appartamenti all’Arma dei Carabinieri , che hanno condotto le indagini che, poi, hanno portato all’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere. I carabinieri hanno illustrato al pm Elio Romano perché è nata l’operazione, quali sono stati gli spunti investigativi attraverso la verifica di alcune sentenze e delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia rispetto a fatti criminosi che si sono verificati in città. Il primo teste è stato il maresciallo dei chimera-udienza090916-1carabinieri Marrapese, il secondo è stato il maresciallo Di Nuzzo che ha fatto riaffiorare la questione dei bigliettini che i coniugi Cesare Gualtieri e Lucia Vaccaro (anche lei imputata in questo processo) si sarebbero passati durante i colloqui in carcere, quando il marito era detenuto a Lamezia in seguito dell’arresto per tentata estorsione nei confronti di un noto commerciante nel settore dell’abbigliamento a Lamezia. Anche gli altri sottufficiali dell’Arma, cioè i marescialli Frangella, Filice, Scuticchio e Caputo, hanno riferito in aula circa le loro attività investigative e tecniche sulla cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri. Quest’ultimo ha riferito di aver avuto una conversazione con Nicola Gualtieri, figlio di Cesare, che avrebbe riferito nel corso della conversazione al maresciallo che quando sarebbe uscito lo “zio Emilio avrebbe messo ordine a Lamezia”.