Lamezia Terme – “Il Consiglio Comunale di Napoli, rispettando la volontà popolare espressa attraverso il referendum sull’acqua, ha trasformato con regolare delibera l’azienda “Acqua Bene Comune” in azienda di diritto speciale. Ciò significa l’immediata messa in sicurezza del ciclo delle acque da eventuali privatizzazioni garantendone per 30 anni la proprietà pubblica. Si tratta di un atto di civiltà e di rispetto dell’esito referendario contro i reiterati tentativi del governo Renzi di privatizzazione del ciclo delle acque. E di un risultato che è frutto della chiarezza espressa dalle forze politiche che governano la città di Napoli”. Lo rende noto il Partito della Rifondazione Comunista di Lamezia che esprimendo un giudizio positivo su questo provvedimento sostiene che “non si può certo dire la stessa cosa del consiglio comunale di Lamezia e dell’Amministrazione Speranza. Eppure – prosegue la nota – nella nostra città, benché ci si ritrovò in pochi a condurre la campagna referendaria, la volontà popolare è stata chiara: il 95% dei lametini chiamati alle urne si espressero a favore dell’acqua pubblica!” E ricorda che “a fronte di quel risultato, l’amministrazione Speranza, al di là di pochi atti, non ha mai difeso con coraggio e chiarezza quel risultato. Non a caso – prosegue la nota – il comune di Lamezia non ha mai voluto dichiarare, nei suoi atti, in modo chiaro che la gestione del servizio idrico è “privo di rilevanza economica”: una dichiarazione che avrebbe consentito di contrastare efficacemente tutti i mutamenti normativi che, in contrasto con i principi sanciti dall’Onu e dal Parlamento Europeo, mirano alla cessione di quote azionarie delle società pubbliche”. “E’ con questa ambiguità – sottolinea Prc- che la Giunta Speranza è arrivata il 26 febbraio scorso ad approvare la delibera n°51 “Approvazione Contratto del servizio Idrico Integrato, affidamento alla Lamezia Multiservizi S.p.A.”” Si tratta, prosegue la nota do “una delibera che non è un semplice rinnovo di contratto perché, diversamente da quanto avvenuto a Napoli, accoglie le normative truffaldine di questi anni post-referendum. Una delibera che contrasta con la necessità di dotare Lamezia di una Società di Diritto Pubblico e con lo stesso impegno assunto dal Sindaco di lavorare in questa direzione. Siamo – conclude la nota – alla ennesima dimostrazione di come, nei quattro anni che ci separano dal referendum, l’amministrazione non ha mai lavorato con convinzione per difendere la volontà popolare: di fatto con questa delibera il comune apre la strada alla svendita di se stesso”.