Camera Penale: lezione in ricordo dell’avvocato Amatruda

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di Stefania Cugnetto

– Lamezia Terme – Emozione e commozione, oggi, nell’aula “Garofalo” del tribunale di Lamezia. Una lezione della camera penale dedicata al ricordo dell’avvocato e magistrato Michele Amatruda, lezione che avrebbe dovuto tenere lo stesso avvocato, scomparso il 23 Novembre 2014 , all’età di 75 anni . Colleghi e compagni lo hanno voluto ricordare così, lasciando una sedia vuota e ripercorrendo la sua vita lavorativa . L’avvocato Francesco Pagliuso ha parlato di Amatruda come “un maestro di diritto e di vita”, “lui – ha aggiunto- mi ha insegnato ad essere un avvocato dalla schiena dritta, orgoglioso del lavoro che fa”. Pagliuso ha poi letto una riflessione di un avvocato milanese per ricordare un collega scomparso nella tragedia dei giorni scorsi al tribunale di Milano, riflessione sulla professione di avvocato, “vissuta con passione e fermezza, cosa che ha contraddistinto anche la carriera di Amatruda” ha concluso Pagliuso.

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Anche il presidente Antonello Bevilacqua ha commentato i fatti di Milano ed ha ricordato “non ha perso la vita solo un magistrato ma anche un avvocato e un imputato”, citando il pensiero di una sua collega: “E’ la stessa toga. Quelle che sta sulle spalle del Giudice e su quelle dell’Avvocato. Qualle che incarna i valori della libertà e dei diritti. Quella che oggi è stata insanguinata. Ma non è morta. Non Muore”. Bevilacqua ha ricordato Amatruda, definendolo “grande esempio di amore per la giurisdizione”, “un uomo – ha aggiunto – che non mai saltato file, andando avanti con le sue forze, senza chiedere favori”. Parole di tenera amicizia sono arrivate dal presidente della Camera Penale Pino Zofrea, che con Amatruda ha condiviso non solo la carriera ma anche la vita privata, “oggi non è una lezione canonica ma forse è più istruttiva di altre, Michele è esempio di avvocato e persona onesta”. Zofrea ha ricordato vari episodi della vita dell’avvocato scomparso, che anche di fronte a difficoltà ha saputo reagire, “Michele – ha raccontato Zofrea – quando venne minacciato per telefono, rispose di voler incontrare quella persona in faccia, così era, non volle mai la scorta, lui si difendeva con la sua vorace ricerca di verità”. Ed è stato lo stesso avvocato Zofrea a consegnare alla moglie di Michele Amatruda una targa in onore ed in memoria del defunto.

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