Lamezia: Comitato carcere chiede alla Lo Moro un intervento contro la chiusura del penitenziario lametino

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Lamezia Terme – “Ci rivolgiamo all’Onorevole Doris Lo Moro in quanto ex sindaco, lametina, unico politico a creare opportunità e anche autorevole esponente del PD, per chiedere un suo intervento in sede istituzionale e non solo a difesa del carcere di Lamezia”. E’ l’appello che Comitato riapriamo il carcere a Lamezia, lancia alla senatrice anche perchè “la possibile apertura del carcere lametino, misteriosamente chiuso da oltre un anno, entra nella sua fase decisiva dopo le recenti riuscite manifestazioni a difesa della struttura”. Ed il Comitato è convinto che “l’On. Lo Moro non tradirà le aspettative dei lametini, che hanno dimostrato chiaro attaccamento alla vicenda anche perché in caso di esito negativo si complica non poco l’operato delle forze dell’ordine, quotidianamente impegnate nella lotta contro la criminalità ma anche la fiducia concessa”. Il Comitato ha deciso “di rivolgerci all’On. Lo Moro, anche per la sensibilità mostrata a difesa della legalità e restiamo in attesa, con fiducia, di un riscontro positivo”. Una iniziativa quella adottata dal Comitato anche per il fatto che “ancora i lametini disconoscono il destino della Casa Circondariale di Lamezia Terme”. Ed infatti ricordano che “dopo un consiglio comunale aperto dove è stato deliberato all’unanimità la riapertura della Casa Circondariale lametina, dopo aver presentata una mozione dal Consigliere regionale Bova (PD), una delibera regionale, l’intervento del presidente del Consiglio regionale Tonino Scalzo (PD), dopo che una delegazione di dipendenti ha avuto un incontro con il segretario particolare del Ministro rassicurando e garantendo la riapertura della struttura”, resta a ancora incerto il destino della Casa Circondariale di Lamezia Terme, ne la riapertura del carcere, ne la trasformazione e trasferimento degli Ufficio Regionali del Provveditorato, dove questo Governo continua a pagare una cifra esorbitante che si aggira a 200 mila euro di fitto all’anno”. Il Comitato ricorda ancora che “la scelta di chiudere la struttura, con l’obbiettivo di ridurre le spese, si è già tradotta in un moltiplicarsi di costi, disagi e tempo, a spese dei cittadini e della locale Procura, cosi facendo l’auspicato risparmio economico al quale debbono adeguarsi tutte le Amministrazione dello Stato non solo non è stato raggiunto ma, anzi, ha subito un enorme aggravio!” Basta considerare, sostiene, “il notevole flusso di arresti in un territorio come il nostro dove gravitano attività di cosche mafiose, si vedono costretti magistrati, personale della cancelleria, automezzi, con relativi autisti a fare la spola tra Lamezia Terme e Catanzaro, anche per una semplice notifica o convalida ad un detenuto appena arrestato”. Per il Comitato “non ha senso mantenere 10 unita di personale che a turno vigilano le strumentazioni, attrezzature informatiche ed apparati presenti all’interno della struttura o i muri, non è umano mantenere una dipendente “non vedente” in una struttura fredda, deserta, e priva di servizi igienici, cosi come il personale che presta servizio, quando invece, potrebbero dare manforte all’Istituto di Catanzaro, praticamente o si riapre o si trasforma o si chiude”. Per il Comitato “ancora l’Amministrazione sperpera denaro pubblico, il contentino che il Provveditore ha dato al personale di Lamezia Terme, pur di aprire il nuovo padiglione a Catanzaro, quello del pagamento della missione oraria da e per Catanzaro, straordinari, uso dei mezzi dell’Amministrazione per raggiungere la struttura di Catanzaro, tre turni tre volte al giorno, e dove le Amministrazioni preposte al controllo della gestione dei fondi pubblici continua a far finta di niente”. A giudizio del Comitato “è innegabile che una “fetta” della buona riuscita della vicenda è strettamente legata all’interesse della classe politica lametina, che in parte ha dimostrato con concretezza la volontà di non “cancellare” una struttura simbolo dello Stato e utile strumento economico per il quartiere di Nicastro. E’ chiaro – aggiunge – che il destino della Casa Circondariale di Lamezia, recentemente è stato investito del denaro per la struttura, dipende da un partito, che è maggioranza da Lamezia a Roma. Quindi, il Comitato “direttamente s rivolge all’Onorevole Doris Lo Moro in quanto ex sindaco, lametina, unico politico a creare opportunità e anche autorevole esponente del PD, per chiedere un suo intervento in sede istituzionale e non solo a difesa del carcere di Lamezia”. Ed è certo che “l’On. Lo Moro non tradirà le aspettative dei lametini, che hanno dimostrato chiaro attaccamento alla vicenda anche perché in caso di esito negativo si complica non poco l’operato delle forze dell’ordine, quotidianamente impegnate nella lotta contro la criminalità ma anche la fiducia concessa”. Inoltre il Comitato ha deciso “di rivolgerci all’On. Lo Moro, anche per la sensibilità mostrata a difesa della legalità e restiamo in attesa, con fiducia, di un riscontro positivo”.