Lamezia: la città saluta il suo secondo sindaco

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di Stefania Cugnetto

Lamezia Terme – Con il passaggio ad altra vita di Vittorio Esposito un’altra pagina della storia di Lamezia vola nei cieli della città. Oggi, infatti, la cittadinanza ha dato l’ultimo saluto al suo secondo sindaco, colui che ebbe l’onore e l’onere di raccogliere l’eredità di Arturo Perugini e con lui la neo-nata città di Lamezia. Esposito veniva eletto sindaco della città di Lamezia il 5 dicembre del 1970, a soli due anni dall’accorpamento dei tre comuni di Nicastro, Sambiase e Sant’eufemia. 45 anni sono passati dalla sua consiliatura, ed oggi, Esposito, lascia la sua città e i suoi concittadini per sempre. Fu sindaco della città della piana per 4 anni, nel 1974, infatti, si dimise e lasciò il suo incarico al suo vice sindaco Giuseppe Petronio. 4 anni in cui la città andava costruendosi combattendo con la difficoltà di unire le tre anime di Lamezia, così vicine ma anche così lontane. Se ne va, dunque, un testimone oculare e un protagonista della storia che ha reso Lamezia quella che è, quella città che ancora trova quasi impossibile pensarsi unita, quella stessa città che in un certo senso è rimasta, anche dopo 47 anni, una e trina.

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A ricordare la figura del commercialista e professore, Vittorio Esposito, sono stati il sindaco Gianni Speranza, che lo ha definito uomo “semplice” e capace di una forte “autoironia”, e il presidente del consiglio Francesco Grandinetti che con profonda commozione ha parlato dei suoi rapporti con il defunto, “con Vittorio – ha detto- ero legato da quella reciproca vera amicizia che sa dare senza aspettarsi di ricevere”. Grandinetti ha raccontato delle telefonate mattutine che si scambiava con Esposito, del loro rapporto di stima e di amicizia, descrivendolo come un uomo “burbero, a volte fastidioso, mai con me per la verità, ma era tenero e ormai anche pronto a chiedere scusa per i propri errori”.

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Infine, Paolo Cosentino che ha ricordato il suo “maestro”, ha ricordato Esposito professionalmente, definendolo “un faro nel mondo delle professioni intellettuali che si è spento silenziosamente, lasciando attorno a se soltanto buio e vuoto”. Cosentino ha descritto l’ex sindaco come “uomo buono” , professionista “serio”, oltre che professore “stimato”, definendolo “persona  corretta, e giusta alla quale dobbiamo tributare tutta la nostra ammirazione e la nostra stima come commercialisti e come cittadini di Lamezia Terme”. Un Maestro, dunque, “leale e schietto, forse troppo a volte, ribelle e irriverente”, così l’ha salutato Cosentino. Un addio ad uomo che ha visto la nascita della nostra città, un uomo che avrebbe potuto, più di tanti, dire come e se la sua città fosse cambiata da quel lontano 1974.

Gianni Speranza

Gianni Speranza

L’elogio funebre di Francesco Grandinetti
Oggi pemettetemi di parlare come amico e non come Presidente del Consiglio di questa città. Con Vittorio ero legato da quella reciproca vera amicizia che sa dare senza aspettarsi di ricevere. Quella amicizia che gli permetteva senza inibizione di telefonarti alle sei del mattino solo per chiederti “caro Francesco come butta oggi?”. Quell’amicizia che ti produce quel dolore non comprensibile ai più, ma che lascia un solco incolmabile. Era di venti anni più grande di me, ma sembravamo compagni di classe. Scherzavamo su tutto: sulla vita, ma anche sulla morte. Era quello scherzare sulle cose che serviva a riflettere sui fatti in maniera più sottile. Mi chiamava da molti anni ormai ogni mattino alle 6 , ed ogni giorno era il solito refrain, cioè quello di incoraggiarci reciprocamente. Lunedì scorso proprio scherzando sulla morte al sentire la sua frase con la quale avvertiva la fine vicina io risposi: Vittorio finiscila, ora che abbiamo insieme deciso di non candidarmi più a Sindaco devi aspettare almeno 5 anni se vuoi avere il mio elogio funebre da Sindaco, e lui mi rispose con voce emozionata, scherzosa, ma ferma : Francè mi spagnu che me lo dovrai fare da Presidente del Consiglio. E’ così purtroppo è stato.

Francesco Grandinetti

Francesco Grandinetti

Quando muore una persona sofferente e magari anziana si è soliti usare le frasi sentite, ma ripetute tipo “è meglio così, se doveva soffrire, è meglio cosi”. Oppure “Oggi è in un posto migliore da dove guiderà i suoi cari con più forza, con più determinazione ed affetto”. Tutto vero. Io ci credo. Ne sono convinto e penso sia così. Ma niente però può colmare quella mancanza che si sente dentro quando una persona cara viene a mancare… Quel vuoto che solo il tempo potrà riempire seppure parzialmente. Non vuol dire non credere nello Spirito, vuol dire essere umani. Era burbero, a volte fastidioso, mai con me per la verità, ma era tenero e ormai anche pronto a chiedere scusa per i propri errori. Amava tutti i familiari, i figli Giovanna, Rubens, Mariella, Liviu, ed il nipote Paolo e di loro parlava sempre con commozione. Il dolore terribile lo ha colpito con la morte di Giovanna, momento da cui è partito il suo declino. E pochi mesi fa la morte del suo nipote prediletto Paolo lo ha ferito inguaribilmente. Non riusciva a darsi pace. Ma voleva rimanere forte per gli altri nascondendo spesso le lacrime dietro quel fare falsamenete burbero. Devo ringraziare la casa Tamburelli, Antonello Coclite , ed i ragazzi della casa, alla quale la moglie ed i figli l’avevano affidato per meglio insieme poterlo curare ed assistere. Lì aveva trovato un’altra famiglia che lo “sopportava” appunto per il suo carattere, ma lo amava per il fatto che aveva imparato come tutti i grandi a chiedere scusa .
Oggi ormai, non riceverò più le sue chiamate mattutine, e già stamattina ne ho sentito la mancanza, non sentirò più chiamare CORVE’ il giorno della dialisi, non sentirò più i gentili rimproveri per non essermi fatto sentire almeno per due volte in un giorno, ma rimarranno in me quei ricordi lontani trasmessi, quegli insegnamenti impartiti, e quell’affetto che nutriva per me che mai scorderò. Ciao Vittorio, salutami papà.

Il ricordo di Paolo Cosentino

Ieri, 26 aprile, è morto un grande Commercialista prima ancora che un amico. Un faro nel mondo delle professioni intellettuali si è spento silenziosamente, lasciando attorno a se soltanto buio e vuoto. Lui, punto di riferimento per tanti colleghi, ci ha. insegnato a comprendere le regole di comportamento umane e morali, prema ancora che tecniche e procedurali per lo svolgimento dell’attività. Vittorio è stato un esperto che ha dato onore alla professione di commercialista ed a quella di docente. Per oltre 40 anni ha insegnato presso l’istituto tecnico. Per identificare bene il suo ruolo di insegnante si possono usare le parole di (Arturo Graf Ecce homo, 1908 ) “Ottimo è quel maestro che, poco insegnando, fa nascere nell’alunno una voglia grande d’imparare”. Molti, tra i nostri iscritti, sono stati alunni del Professore Esposito dal quale hanno appreso l’amore per il nostro lavoro. Ma a parte l’aspetto intellettuale, che in tanti, anche tra i presenti, abbiamo avuto modo di apprezzare, Voglio ricordare il Dottore Esposito come un Uomo Buono.

Paolo Cosentino

Paolo Cosentino

Nella sua vita si è caratterizzato per la le lealtà e la schiettezza, con quest’ultima caratteristica -forse troppo utilizzata in alcune occasioni -a volte ribelle e irriverente, ma una cosa è certa: persona corretta, e giusta alla quale dobbiamo tributare tutta la nostra ammirazione e la nostra stima come commercialisti e come cittadini di Lamezia Terme. Il “maestro” -non me ne vogliano gli amici ed i parenti per questo termine con il quale da oltre e 25 anni mi rivolgevo fino a ieri lui -è uomo degno di essere ricordato come esempio di lealtà e sincerità. Affettuoso e premuroso con tutti, ma anche severo, rigoroso ed inflessibile con gli arroganti ed i prepotenti. Ieri, dopo aver appreso la luttuosa notizia, mi è venuta in mente una frase, che in quel momento non poteva essere più appropriata,: “I maestri sono rari. E ogni volta che ne muore uno, il vuoto è grande e la tristezza infinita. Come la gratitudine e la speranza.” Oggi in questo ultimo viaggio -e nella vita di viaggi ne ha fatti tanti siamo certi, nella speranza che il Signore lo accolga nel suo Regno, che ci ritroveremo nella Gerusalemme Celeste.
Ciao Maestro

 

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