Comunali Lamezia: Piccioni, “c’è serio rischio che voto sia condizionato da presenza candidati vicini ad ambienti criminali”

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Lamezia Terme – “Per il centrodestra lametino purtroppo la legalità rimane uno slogan o un’arma da tirare fuori quando c’è da scagliarsi contro i più deboli, come è evidente nelle esternazioni di alcuni esponenti del centrodestra per i quali il rispetto della legge vale solo per gli immigrati e i cittadini di etnia Rom”. E’ uno dei tanti concetti espressi questa mattina dall’ex candidato Rosario Piccioni, attuale assessore della giunta Speranza, e capolista delle propria lista a sostengo del candidato a Sindaco Tommaso Sonni, nel corso di una conferenza stampa indetta per annunciare che ha inviato i nomi dei candidati alla Commissione Antimafia, per essere sottoposti da una radiografia. Perché ha spiegato “come emerge dall’operazione della DDA di Reggio Calabria di ieri, la “pulizia” delle liste non è un fatto scontato e c’è il serio rischio che il voto dei cittadini del prossimo 31 maggio sia condizionato dalla presenza di candidati vicini ad ambienti criminali”. Ed a sostegno della sua tesi Piccioni ha ricordato che “il Comune di Lamezia è stato sciolto per due volte nel giro di 10 anni ed è stato necessario un faticoso lavoro per risanare l’attività amministrativa dal “cancro” dell’infiltrazione e del condizionamento della criminalità organizzata. Lamezia non può tornare indietro!!!” E quindi per Piccioni, capolista della lista “Lamezia insieme con Piccioni” con l’invio dei nominativi dei 24 candidati della lista alla Commissione Antimafia e alla Prefettura di Catanzaro, “non solo mettiamo a disposizione della Commissione Antimafia e della Prefettura i dati per l’identificazione dei candidati, ma dichiariamo pubblicamente che rifiutiamo qualsiasi sostegno alla nostra lista e ai singoli candidati da parte di esponenti della criminalità organizzata, che ripudiamo la ‘ndrangheta e la cultura mafiosa che rappresentano “un cancro” delle istituzioni e della vita civile e ci impegniamo per portare avanti un’attività politica e amministrativa all’insegna della legalità e della trasparenza. Dovrebbe un prerequisito dell’agire politico, ma dobbiamo amaramente prendere atto che purtroppo così non è”. Insomma la lista di Piccioni è espressione di legalità, mentre per il centro destra “rimane uno slogan o un’arma da tirare fuori quando c’è da scagliarsi contro i più deboli, come è evidente nelle esternazioni di alcuni esponenti del centrodestra per i quali il rispetto della legge vale solo per gli immigrati e i cittadini di etnia Rom”. Comunque Piccioni e la sua lista attendono “l’esito delle indagini in corso, tuttavia non possiamo non essere allarmati da quanto emerso ieri dall’operazione “Columbus”. E sempre per Piccioni “fare “proclami legalitari” o rinnegare i propri candidati invitando i cittadini a non votarli, ora serve a poco: Paolo Mascaro avrebbe dovuto controllare prima chi erano i candidati delle liste a suo sostegno visto che, come lo stesso Cdu ha dichiarato, le verifiche sulle lista sono state fatte “di concerto con il candidato a sindaco””. Anche perché sottoliena in una nota diffusa da Piccioni al termine della sua conferenza stampa “dopo i colpi di portata storica inflitti alla criminalità lametina con le operazioni “Medusa” e “Perseo” e dopo il lungo lavoro fatto per riscattare l’immagine di Lamezia in tutta Italia dopo i due scioglimenti, non possiamo fare passi indietro!!” E Piccioni e il suo movimento si dice certo “che i lametini il prossimo 31 maggio daranno un segnale forte di amore per la propria città e con il loro voto dimostreranno che “il fresco profumo della libertà”, per dirla con le parole di Paolo Borsellino, che si è respirato in questi anni, è molto più piacevole del “puzzo” della criminalità e del malaffare che avvelena la vita dei singoli cittadini e di tutta la società, che in questi anni, insieme ad altri amministratori, ha svolto “un faticoso lavoro per risanare l’attività amministrativa dal “cancro” dell’infiltrazione e del condizionamento della criminalità organizzata”.

Una linea che contrasta con quanto invece emerge dagli atti di Medusa e Perseo i nomi in codice della operazione che lo stesso Piccioni ha citato e che delineano un quadro diverso e cioè che in questi ultimi dieci anni la cosca Giampà, «come gruppo criminale, da decenni», come si legge negli atti del procedimento “Perseo”, «ha condizionato pesantemente lo sviluppo economico-politico-sociale della città». Un dominio, quello della cosca Giampà, che dal magistrato che ha firmato l’ordinanza chiamata in codice “Piana”, è stato definito «soffocante e oppressivo, che ha impedito alla popolazione civile e agli onesti operatori commerciali l’esercizio di quelle libertà fondamentali di scelta, di iniziativa economica, di voto, che sono patrimonio irrinunciabile dell’uomo». Frasi che hanno messo in evidenza come la cosca Giampà abbia influenzato anche le ultime elezioni amministrative per il rinnovo del Consiglio comunale «votando e facendo eleggere propri rappresentati tra i banchi del consiglio».

Un circostanza, questa, che emerse anche da una risposta che il dirigente della Squadra mobile della questura di Catanzaro Rodolfo Ruperti, diede rispondendo a una specifica domanda, e cioè se nelle ultime elezioni amministrative l’influenza delle cosche è stata dominante e in quale misura, ha risposto che «la ‘ndrangheta ha tra le sue finalità quella della infiltrazione in tutti i settori che possono portare profitti di tutti i tipi. A volte le iniziative partono dal mafioso, a volte dal politico, a volte, e più spesso, da borderline vicini ad entrambi».

Il capo della Mobile però, sulla domanda nello specifico, «per ovvi motivi», non intese rispondere, lasciando in qualche modo intendere che c’erano altri nomi sui quali si stava indagando e non è escluso che in Consiglio comunale possano sedere alcuni dei candidati sostenuti dalla cosca Giampà, un dato deducibile anche dagli elementi forniti da Giuseppe Giampà che, agli inquirenti, ha consegnato un elenco di nomi “aiutati” dal suo clan. Nei verbali nei quali si fa riferimento alle elezioni ci sono ben otto nomi secretati. Ma per Piccioni in questi anni la mafia è stata tenuta fuori.