Droga: Operazione Columbus avra’ degli sviluppi?

Operazione-Columbus
Lamezia Terme – Avrà degli sviluppi l’operazione “Columbus” messa a segno ieri sulla base di una indagine, coordinata dal procuratore capo di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, e dall’aggiunto Nicola Gratteri e condotta dagli uomini del Servizio centrale operativo e della squadra mobile di Reggio Calabria, in stretto contatto con gli agenti del Federal bureau of Investigation? Probabilmente si. Gli uomini della Squadra mobile di Reggio Calabria, diretta da Francesco Rattà, stanno proseguendo le indagini per la identificazione di altre eventuali persone che avrebbero fatto parte dell’organizzazione che, secondo gli inquirenti, controllava il traffico internazionale di droga tra l’Italia, gli Stati Uniti e il Sud America. Nell’inchiesta sono finite persone insospettabili senza precedenti e con un certificato del casellario giudiziario pulito come nel caso di Franco Fazio, 46enne originario di Pianopoli, candidato nella lista del Cdu alle prossime elezioni comunali lametine. Secondo gli inquirenti Fazio sarebbe l’uomo di fiducia del narcotrafficante Gregorio Gigliotti, originario di Serratretta e proprietario del ristorante a New York considerato la base operativa dell’intera organizzazione criminale. In particolare, Franco Fazio sarebbe uno dei principali broker del traffico internazionale di droga tra gli Stati Uniti e l’Italia, capace di stringere accordi con i rappresentanti delle ‘ndrine più potenti, come i Violi di Sinopoli e i Berlingieri di Catanzaro, più altri esponenti delle cosche di Vibo e Crotone. Secondo gli inquirenti, il candidato consigliere comunale avrebbe avuto il compito di gestire le trattative più delicate con i narcos in Costa Rica e di pagare ingenti somme di denaro per i carichi di droga. E per facilitare i traffici illeciti, Fazio avrebbe anche costituito una società di import-export, organizzando inoltre la distribuzione locale della droga. Tra gli insospettabili c’è anche un altro lametino, Pino Fazio, nato a Lamezia Terme il 21 giugno del 1971. Ma oltre ai Fazio c’è anche Alfonso Papaleo. Comunque le persone tratte in arresto, oltre alle tre già indicate sono Francesco Violi, nato a Sinopoli (RC) il 10 gennaio 1972; Carmine Violi, nato a Sinopoli (RC) il 22 febbraio 1979; Basilio Caparrotta, nato a Sant’Onofrio (VV) il 10 settembre 1961; Salvatore Caparrotta; Nicola Preiti, nato a San Calogero (VV) il 31 dicembre 1968; Domenico Berlingeri, detto “Mimmo”, nato a Lamezia Terme (CZ) l’11 gennaio 1980; Cosimo Berlingeri, nato a Oppido Mamertina (RC) il 17 febbraio 1958; Domenico Berlingeri, detto “Mimmo terra nostra”; Antonio Berlingeri, nato a Crotone il 23 dicembre 1992; Alessandro Cacia, nato a Catanzaro il 27 settembre 1983. A questi fermi vanno aggiunti quelli effettuati a New York: Gregorio Gigliotti, la moglie Eleonora Lucia e il figlio Angelo. Quindi un’operazione di ampio respiro, condotta in sinergia tra le forze dell’ordine italiane e statunitensi volta a scardinare il “ponte” tra i due paesi. Sgominato quindi, un traffico transnazionale di stupefacenti, che vedeva coinvolti uomini di ‘ndrangheta, trapiantanti in America. Il sodalizio criminale tra l’America e il bel paese è stato più volte oggetto di indagini. Basti ricordare le operazioni “Old Bridge” e “New Bridge”, che delineavano un assetto criminale tra la Sicilia e New York . Ma il ponte questa volta sarebbe tra la grande mela e l’area ionico-reggina, che, come scrive la direzione distrettuale antimafia di Reggio, “delinea la propensione e la capacità criminale delle principali cosche calabresi ad accreditarsi come affidabili referenti presso le famiglie newyorkesi nel traffico internazionale di stupefacenti”, “affermando – aggiungono – il ruolo autoritario e di leadership di famiglie della ‘ndrangheta nella gestione del traffico internazionale di stupefacente”. Un collegamento, già dimostrato, dall’indagine “Solare 1”, che aveva visto al centro la famiglia Schirripa, con l’arresto di Giulio Schirripa, residente a New York, e i propri referenti nel territorio di Gioiosa Ionica. L’operazione “Columbus” sarebbe, dunque, figlia dell’indagine “Solare 1”, ed a ricevere il testimone dalla famiglia Schirripa è stato, secondo gli inquirenti, Gregorio Gigliotti. Il traffico di stupefacenti si concentrava tutto intorno alla sua figura, il quale “in piena continuità con le attività illecite condotte in passato dalla famiglia Schirripa”, aveva creato una fitta rete di corrieri e una grossa piazza di clienti. Gigliotti aveva la sua base operativa proprio nel ristorante da lui gestito, “Cucino a modo mio”, sito al 108th Street nel quartiere Queens a New York. Ed è qui che il Gigliotti , “contando su una struttura logistica di copertura, dedita all’import-export di frutta e derrate alimentari, capace di muovere ingenti carichi di cocaina”, è diventato, secondo gli inquirenti “il principale artefice di un imponente traffico di sostanze stupefacenti, lungo l’asse Stati Uniti -Italia”. Ma gli inquirenti parlano di un vero e proprio “cartello del narcotraffico internazionale”. Gigliotti intratteneva rapporti, secondo quanto emerso dalle indagini, con varie famiglie mafiose calabresi, tra questi i fratelli Francesco e Carmine Violi “legati con la potente cosca Alvaro”. Dalle indagini emerge, inoltre, che i fratelli Violi fossero “i terminali fiduciari e preferenziali del flusso di stupefacente che veniva importato nel territorio italiano, per essere poi da loro smistato attraverso una rete di pusher”. L’anello di congiunzione tra i fratelli e il Gigliotti sarebbe, secondo gli inquirenti, Franco Fazio, residente a Lamezia e candidato alle prossime amministrative al consiglio comunale, il quale era il “factotum” del Gigliotti “provvedendo a mettere a disposizione dei Violi lo stupefacente via via importato, 5 kg di cocaina a cadenza periodica, e riscuotendo le somme e girandole a suo zio, Gregorio Gigliotti”.