‘Ndrangheta: imprenditore legato a clan voleva gambizzare fratello

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Catanzaro – Il padre ucciso nel 2003; il suo ordine a “gambizzare” il fratello per alcune questioni economiche; un rapporto diretto e indissolubile con la cosca Iannazzo. Franco Perri, 47 anni, rappresenta a Lamezia Terme uno dei piu’ potenti imprenditori nel settore della grande distribuzione. Proprietario, tra l’altro, del grande centro commerciale “Due Mari” di Vena di Maida, alle porte di Catanzaro. Il suo nome e’ finito tra quelli degli arrestati per l’operazione “Andromeda”, contro le cosche Iannazzo e Cannizzaro-Daponte di Lamezia Terme. Cosi’ come ricostruito dal procuratore capo Vincenzo Antonio Lombardo, proprio la realizzazione dell’immensa struttura avrebbe aumentato le frizioni tra le cosche di Lamezia. “Con la realizzazione del centro commerciale – ha affermato Lombardo nel corso della conferenza stampa – le attivita’ economiche si sono, di fatto, trasferite dalla zona centrale di Lamezia, sotto il controllo dei Torcasio, all’area di Maida, cambiando quindi gli equilibri delle estorsioni. Anche per questo i Torcasio provarono a minacciare i titolari degli esercizi nel centro commerciale di Maida, ma nessuno pago’ perche’ si sentivano protetti dalle cosche rivali”.

Nel 2003 l’agguato in cui venne ucciso Antonio Perri, padre di Franco, quindi la sparizione della sua bara, con una dura reazione degli Iannazzo e gli omicidi ai danni di esponenti della cosca Torcasio. Proprio la bara, secondo quanto ricostruito da Lombardo, sarebbe stata al centro della possibile “pax mafiosa”, negata fino alla restituzione della salma trafugata alla famiglia. Dietro il nome di Franco Perri c’e’ anche l’organizzazione del ferimento del fratello dello stesso imprenditore, Marcello. Un “avvertimento” che sarebbe stato organizzato insieme a Vincenzino Iannazzo e Antonio Muraca, con l’incarico di sparare affidato ad un rappresentante del clan che si sarebbe pero’ rifiutato di agire. A raccontare e confermare quest’ultimo aspetto sono stati tre pentiti lametini: Giuseppe Giampa’, Angelo Torcasio e Battista Cosentino. Perri, dunque, sarebbe stato l’imprenditore principe nella gestione degli affari della cosca, a conferma di una “mafia imprenditoriale”, cosi’ come e’ stata definita dagli inquirenti.