Lamezia: la vera storia del “brigante” Giuseppe Villella

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Lamezia Terme – Nella splendida location di palazzo Nicotera , all’interno della rassegna “Il Maggio dei Libri” organizzato dalla Biblioteca Comunale di Lamezia Terme, é stato presentato il libro “Perché Briganti?”, alla quale ha partecipato un numeroso pubblico che ha dimostrato molto interesse per l’argomento trattato.
La vera storia del “brigante” Giuseppe Villella di Motta S. Lucia” scritto a quattro mani dall’Ing. Francesco Cefalì e dall’Ing. Domenico Iannantuoni. Le voci dei briganti sono riecheggiate forti e chiare negli interventi dei relatori Dott.ssa Rosella Cerra, Ing. Roberto Longo e Ing. Franco Gallo. Particolare rilievo ha assunto l’intervento dell’autore Francesco Cefalì che ha raccontato con dovizia di particolari la storia del presunto brigante Villella cosí come emerge dalle sue approfondite ricerche storiche. Il cranio del Villella, di Motta S.Lucia, é servito da base alle strampalate teorie del Lombroso sul delinquente atavico per la presenza della fossetta occipitale ed é orribilmente esposto al museo Lombroso di Torino insieme a innumerevoli resti di quelli che furono definiti briganti e che in realtà difesero il Sud dall’invasione piemontese. Contro lo scempio del museo Lombroso lottano ormai migliaia di persone e centinaia di comuni italiani che hanno aderito al Comitato No Lombroso fondato e presieduto dall’Ing. Domenico Iannantuoni. I relatori si sono ampiamente soffermati sul periodo risorgimentale cosí come emerge dagli studi di molti storiografi non ufficiali in opposizione alla storia scritta dai vincitori. L’unità d’Italia fu una tremenda guerra d’invasione con conseguente guerra civile durata ben 12 anni. Durante la riunione sono emersi molti episodi di grave ferocia e di vero e proprio sterminio da parte dell’esercito piemontese. Si ricorda in particolare la strage di Pontelandolfo e Casalduni, le fucilazione sommarie, la legge Pica, l’uccisione mediante fucilazione di una bambina di nove anni Angelina Romano caduta nelle mani dei bersaglieri del generale Quintini a Castellammare del Golfo il tre gennaio 1862. Franco Gaudio, ex consigliere di Longobardi nel suo intervento ha ricordato che il 4 agosto 2013 sono state intitolate due strada nella sua cittadina, una proprio ad Angelina Romano ed una ai Briganti Calabresi. La base culturale dello sterminio dei meridionali era costituita proprio dalle teorie lombrosiane di cui esiste ancora abbondante traccia nell’attuale razzismo antimeridionale che si respira in ogni direzione. La Dott.ssa Cerra ha esposto le modalità del funzionamento coloniale dell’economia italiana basata sulla distruzione del Sud in termini di produzione, di ambiente, di agricoltura pregiata, di risorsa turistica. L’Italia preferisce massacrare il territorio del Sud con l’estrazione petrolifera e del gas e con l’interramento di immense quantità di rifiuti tossici e nucleari che mettono in serio pericolo la salute dei cittadini. Il Sud é una colonia interna come disse il grande Nicola Zitara, ora privata di trasporti, istruzione e sanità, condannata, ad essere anche colonia esterna a disposizione delle multinazionali degli idrocarburi. Tutto a discapito della vera vocazione agricola e turistica del meridione. Sono stati inoltre citati alcuni casi emblematici: il Frecciarossa si ferma a Napoli e non attraversa il Sud. Il giro d’Italia in realtà si ferma a Salerno. Insomma, l’Italia, secondo costoro, é costituita solo dalle regioni dalle Nord. É per questo che la formazione Unione Mediterranea, così come riferito dall’Ing. Longo, in Giugno presenterà una petizione sostenuta da oltre 10.000 firme, all’Unione Europea affinché una commissione d’inchiesta europea che indaghi sull’abbandono del Sud da parte dello stato italiano e sulla violazione dei diritti umani in questi territori. Si é dovuto, da ultimo, constatare che l’art.3 della Costituzione Italiana é completamente disatteso a queste latitudini in ogni settore, dalla sanità alla scuola, dai trasporti all’ambiente.

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