Lamezia Terme – Lo stalking si consuma nel nostro contesto sociale e territoriale , denuncia la Responsabile delle Pari opportunità Udc di Lamezia Terme, avvocato Graziella Astorino, ma mentre un plauso va alla magistratura lametina il clamoroso deficit di collaborazione proviene dalle istituzioni tra cui il Comune di Lamezia Terme che in tutti questi anni non ha predisposto piani di tutela a favore di vittime dello stalking.
La storia, infatti, inizia davanti al Giudice dell’Udienza preliminare di Lamezia Terme, Carlo Fontanazza, che ha rinviato a giudizio D.B. per stalking accogliendo la richiesta del pubblico ministero Marta Agostini, titolare dell’indagine, e dell’Avvocato Caterina Berlingieri difensore della minore E.F., dei genitori e dei fratelli della stessa che si sono costituiti tutti parte civile. La vicenda prendeva l’avvio a febbraio 2013 allorquando l’imputato di anni 33 e pluripregiudicato, ha iniziato a perseguitare una ragazzina di appena 14 anni facendola oggetto di attenzioni ossessive fatte di sms, regali, minacce di morte, giungendo al punto di tentare di “comprarla” offrendo ai genitori la somma di 30.000,00 euro. Il tutto all’interno di un caseggiato di edilizia pubblica residenziale ove la famiglia della minore è assegnataria di un appartamento ed ove vi si trovano molti parenti dello stalker, alcuni assegnatari altri occupanti abusivi che sostengono l’imputato. Tutto ciò altera totalmente le abitudini di vita dell’intera famiglia: E.F. abbandona la scuola, gli amici e la vita sociale e l’intero nucleo chiede ospitalità ai propri familiari. Per tale motivo la famiglia a mezzo dell’associazione Caduceo, avanzava richiesta di individuazione e conseguente trasferimento della famiglia in altro appartamento lontano dal molestatore e dal suo clan familiare. A marzo 2014, persistendo le molestie, la giovane E.F. ed i suoi genitori decidono di seguire i consigli del proprio legale Avv. Berlingieri e denunciano l’imputato. Indagini approfondite, magistralmente condotte dal sostituto procuratore Agostini di concerto con i Carabinieri, portano ai gravi indizi di colpevolezza, raccolti anche tramite incidente probatorio dinnanzi al Giudice delle indagini preliminari di Lamezia Terme, Barbara Borelli, che portano all’arresto dello stalker, prima, ed al divieto di avvicinamento al nucleo familiare poi, fino ad ottenere il 13 maggio 2015 il rinvio a giudizio dell’imputato per il reato di cui all’art. 612 bis c.p. Contestualmente, viene richiesto all’Aterp, al Sindaco del Comune di Lamezia Terme di trasferire il nucleo familiare in altro alloggio di edilizia popolare, per sottrarre la famiglia alla tensione conseguente alla presenza nel medesimo caseggiato dei familiari dello stalker. Ma, mentre la Magistratura fa il suo corso le altre istituzioni non rispondono o fanno il classico “scarica barile”. Non risponde il presidente dell’Aterp di Catanzaro, non risponde il Sindaco del comune di Lamezia Terme, non risponde neppure il Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, interessata insieme al Prefetto di Catanzaro ed al Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza, ai quali viene semplicemente richiesta che una famiglia così vessata da un soggetto pericoloso supportato anche da componenti della sua famiglia venga trasferita in altro appartamento. Richiesta che il difensore delle vittime avvocato Berlingieri trasferisce in un esposto inviato a tutti e trasmesso anche alla Procura della Repubblica per eventuali ipotesi di reato ravvisabili. Non sappiamo se verranno ravvisate ipotesi di reato ma, certamente, sono chiaramente visibili le inadeguatezze di un sistema, fatto di buro-crazia, incapace di proteggere e di tutelare una ragazzina di appena quindici anni che ha saputo dare una grande lezione di civiltà denunciando il proprio aguzzino. A questa piccola grande eroina ed alla sua famiglia coraggiosa le Istituzioni e la Società civile hanno il dovere di dare risposte adeguate: o trovando una casa che possa accoglierle, oppure disponendo lo sgombero delle case abusivamente occupate ed allontanando coattivamente i soggetti che impediscono la civile convivenza; così facendo restituirebbero serenità ad E.F ed alla sua famiglia e dignità ad un Paese poiché le regole hanno un senso solo se vengono rispettate.
Non basta prevedere i reati e lasciare tutto alla Magistratura e alle Forze dell’Ordine occorre che ognuno faccia di più anche in ossequio al secondo comma dell’art. 3 della Costituzione “rimuovendo gli ostacoli”.
La Presidente Pari Opportunità Udc Lamezia Terme Avvocato Graziella Astorino