Lamezia: le inadempienze amministrative nei confronti dei dipendenti del comune

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Lamezia Terme – La contrattazione decentrata integrativa per gli anni 2013, 2014 e 2015 è stata al centro dell’assemblea del personale del Comune di Lamezia Terme. Al termine dell’assemblea è stato approvato un importante ed incisivo ordine del giorno con il quale sono state rilevate gravi inadempienze amministrative perpetrate dalla parte pubblica, mai verificatesi nel corso degli ultimi 30 anni. I contratti decentrati sono stati l’argomento cardine dell’assemblea. Contratti che regolano l’attribuzione del salario accessorio ai dipendenti, di notevole importanza se incardinati e coniugati correttamente con le attività ordinarie dell’ente. Nonostante le continue e copiose richieste di adeguamento, avanzate alla pubblica amministrazione da parte della RSU e dalle OO.SS. aziendali, le richieste dell’apertura dei tavoli di contrattazione sono rimaste vane e senza alcuna risposta risolutiva (infatti, è stata data la seguente risposta: ”Correttezza istituzionale impedisce che una parte possa ‘imporre’ termini all’altra.” che, strumentalmente, a noi appare un latente rifiuto ad ordire i tavoli di Delegazione Trattante, camuffato da una posizione di “lesa maestà” inneggiata a “correttezza istituzionale” volta a far decorrere inutilmente gli ultimi 10 giorni di servizio presso l’ente, da parte dell’ex Segretario Generale, quale Presidente della Delegazione Trattante), anche a fronte di una proposta avanzata dalla parte sindacale.
Tale argomentazione, visto il lasso di tempo ormai trascorso, è da considerarsi un semplice riconoscimento in sanatoria. Si potrà infatti auspicare un inizio di dialogo solo dopo l’estate prossima. A questo punto, non si può non prendere atto dell’indifferenza dimostrata dalla parte pubblica nel corso degli ultimi dieci anni che, pur avendo tutte le prerogative per portare a conclusione favorevole tutti i contratti integrativi pregressi adeguandoli alla normativa nazionale, con tutti i benefici per l’Ente ed una significativa gratificazione per i dipendenti, ha manifestato invece insensibilità alle problematiche del personale e stante il momento congiunturale che si vive, ha ulteriormente gravato i dipendenti, congelando di fatto le significative somme spettanti.
L’assemblea ha portato a discussione un altro tema che ha suscitato il disappunto dei partecipanti, e cioè le modalità ed i termini di alcuni ordini di servizio. L’ente si è dotato di un Piano di Prevenzione della Corruzione 2014/2016, ai sensi della Legge 190/2012 che, a quanto pare, è posto a giustifica di ogni “desiderio/imposizione” del Responsabile. Sono stati evidenziati alcuni ordini di servizio, rivolti a dipendenti rientranti da posizioni di comando, svolte in altri enti, ovvero, paradossalmente, ordini di servizio rivolti a destinatari dello stesso servizio in altro settore, quindi senza variazione delle condizioni di rischio. Ordini di servizio probabilmente ispirati a giustificare una più tangibile “disorganizzazione degli uffici”, mai espressa ed annunciata negli atti in nostro possesso. Si chiede l’immediata sospensione e la conseguente revoca di tutte le disposizioni di servizio, per altro anche deciso nella precedente assemblea del personale.
L’amministrazione con delibera n° 84 del 10/03/2015 ha “resuscitato”, inoltre, un regolamento sui LL.PP., abrogato dalle sopraggiunte, nuove leggi. Un regolamento importante che deve essere contrattato, indiscutibilmente, con la parte sindacale, cosa che non è mai avvenuta. Il regolamento è teso a stabilire le modalità di impiego del fondo tra i partecipanti, il novero delle risorse da impiegare, ecc. relativamente alla ripartizione del fondo del 2% per attività di RUP, DL, Collaudatore, ecc. Successivamente a questa delibera il dirigente ha continuato ad attribuire incarichi di questa natura, evidentemente senza regolamento e per giunta scegliendo anche personale da settori diversi, che non rientrano affatto nella categoria di riferimento. Ormai stanchi di sopportare queste pratiche discutibili da parte dell’amministrazione comunale, l’assemblea ha deciso di portare tali “inadempienze” e “soprusi”, camuffati da falsata legalità, all’attenzione della Procura della Corte dei Conti regionale stante gli evidenti e conseguenziali risvolti sull’erogazione dei servizi alla collettività.
La lontananza dell’Amministrazione rispetto alle esigenze reali della collettività è da registrarsi anche in un Settore esposto come quello della Polizia Locale dove , nonostante gli impegni assunti in ben due tentativi di conciliazione in Prefettura; documenti sottoscritti e tavoli di discussione su argomenti specificatamente individuati dalla stessa Amministrazione , hanno portato al risultato di un nulla di fatto se non quello di riproporre gli stessi modelli ( dis ) organizzativi e di ( non ) erogazione del salario accessorio. Si richiede la sospensione del provvedimento in ossequio agli impegni assunti in precedenza con RSU e OO.SS. aziendali.
Infine, alla luce di quanto esposto in assemblea, può agevolmente rilevarsi come la parte pubblica abbia impedito lo svolgimento di ogni discussione sulle problematiche evidenziate e pendenti da molto tempo, eludendo la risoluzione degli stessi e procrastinando scientemente e unilateralmente, l’adozione di scorretti adempimenti all’ultima ora.
L’assemblea si è chiusa dando alla RSU il più ampio mandato a tutela dei diritti dei lavoratori del Comune di Lamezia Terme, non ultimo di investire della problematica la Procura presso la Corte dei Conti ritenendo dalla mera lettura di alcuni provvedimenti adottati e dai mancati adempimenti contrattuali danni a carico della collettività.