Lamezia Terme – “Preghiamo per coloro che saranno eletti e designati a rappresentare, servire e guidare questa nostra amata e cara città. A loro va tutto il nostro stimato rispetto, ma anche il conforto della preghiera, come San Paolo ci esorta!” E’ il monito del Vescovo di Lamezia Terme Mons. Luigi Cantafora che questa mattina nella Chiesa Matrice ha presieduto la celebrazione eucaristica in occasione della festa di San Francesco di Paola, durante la quale il Sindaco di Lamezia ha rinnovato l’offerta al Santo delle chiavi della città.
L’attualità del messaggio di San Francesco di Paola, l’esigenza di ogni cristiano e della Chiesa di testimoniare l’amore di Dio con le opere di misericordia, l’amore cristiano come dono di sè e servizio al bene comune: questi i temi al centro dell’omelia del Vescovo Cantafora che ha ricordato come “Lamezia Terme riconosce come una delle sue origini, la devozione a San Francesco di Paola, al quale i nostri padri hanno guardato per forgiare la loro vita e la loro convivenza e noi siamo eredi di questa tradizione”.
“Senza l’Amore, senza l’Amore di Dio accolto e ravvivato in ciascuno di noi, la nostra vita è nulla – ha affermato il Presule richiamando le parole del santo paolano per il quale “la devozione non sta nelle pezze, bensì nelle buone opere. Sarebbe comodo interessarsi delle pezze per onorare il Santo, curare cioè gli “abitini” devozionali, ma sono necessarie le buone opere.” In vista dell’ Anno Santo della Misericordia annunciato da Papa Francesco , Mons. Cantafora ha parlato delle opere di misericordia della Chiesa “che insegna a dare da mangiare e da bere a chi ha fame e sete, a vestire chi è nudo e ad accogliere chi è forestiero: Quanti santi hanno servito Gesù in questo modo! E quanti uomini e donne, ogni giorno, vivono quest’opera di misericordia in una stanza di ospedale, o di una casa di riposo, o nella propria o altrui casa, assistendo una persona malata.
Attenzione a non barattare queste opere di misericordia con falsi diritti che nascono dall’egoismo. Ognuna di queste opere ha il suo contrario – ha ammonito il Vescovo di Lamezia – badiamo di non scegliere proprio questo contrario, per non ritrovarci delle inutili pezze tra le mani, al posto delle mani dei poveri e dei santi che ci conducono a Dio.
A San Francesco – ha concluso Mons. Cantafora – affidiamo i frutti di questa festa, che il Signore vorrà far maturare nella vita di ciascuno: affidiamo il nostro desiderio di scoprire i suoi disegni nelle vicende della vita, la volontà di uscire dai nostri egoismi, ma soprattutto la corsa comune nella carità, vero banco di prova di ogni devozione ai santi e di ogni festa popolare. Solo la carità resta, solo la carità è il motore e il senso vero della vita”.