-di Claudia Strangis
Lamezia Terme – Nessuna promessa e nessun apparentamento. Paolo Mascaro nella sua prima uscita in pubblico dopo il voto del 31 maggio, in un primo momento, abbandona i toni concitati a cui aveva abituati i suoi interlocutori, per poi scaldarsi nuovamente quando comincia a parlare di Lamezia e del voto di domenica. Da piazza Mazzini, dove ha incontrato ancora una volta commercianti e cittadini per discutere delle problematiche che li riguardano, traccia un solco rispetto al candidato del centrosinistra, dichiarando di non aver lasciato “nessuna suspence su possibili apparentamenti perché avevamo detto da tempo che non ci saremmo accordati con nessuno se non avessi vinto al primo turno” aggiungendo poi che “invece altri hanno promesso la presidenza al consiglio comunale”. Il suo intervento, arrivato dopo aver ascoltato diversi cittadini, commercianti della zona e anche il presidente del Comitato di Piazza Mazzini Renato Grandinetti a cui ha promesso di sedersi ad un tavolo per discutere di possibili miglioramenti, si è focalizzato su due filoni. In un primo momento ha specificato di essere tornato in questa piazza perché, come aveva già affermato quasi un mese fa, la considera “l’emblema dell’amministrazione uscente”, soffermandosi poi su quello che definisce il suo modo di fare politica, “passionale e che si discosta dal mondo dei politici e del politichese”.
Mascaro taccia il centrosinistra e il suo competitor Tommaso Sonni di avere una “errata visione della concezione amministrativa che non si basa sull’ascoltare le esigenze dei cittadini”, punto che, invece, afferma essere il cardine del suo agire, “sarà necessario – ha dichiarato – mettere in atto un cambio di prospettiva nell’agire amministrativo”.
La seconda parte del suo intervento, poi, è stata dedicata all’analisi del voto di due settimane fa: “è vero – ha affermato – ero convinto che avremmo festeggiato la vittoria, perché si respirava l’aria del cambiamento”. “Il giorno dopo – ha poi aggiunto – ho pensato di essere un folle di poter vincere con il 51% delle preferenze nonostante la macchina del fango mossa nei miei confronti”. Si è detto, però, soddisfatto di aver raggiunto più del 41% di preferenze, preferenze che “hanno bocciato – ha affermato – totalmente la sinistra di governo”. Mascaro che si definisce una vera e propria alternativa, critica Tommaso Sonni, definendolo sì una persona onesta, “ma incapace a fare il sindaco”. Non è solo il centrosinistra a finire negli attacchi di Mascaro, che ne ha avute da dire anche sull’altro candidato del centrodestra, Pasqualino Ruberto: “il popolo ha detto che colui che doveva incarnare e portare il vessillo del centrodestra dovevo essere io, che ho preso quasi il triplo dei voti dell’altro candidato”. “Noi siamo per i progetti, per i programmi e per la loro realizzazione” ha affermato, concludendo con un no all’astensionismo e invitando a votare “perché dal 15 giugno cambieremo insieme il destino di questa terra”.