Lamezia Terme – Il Comitato Riapriamo il Carcere di Lamezia Terme , ritorna ad affrontare il tema della chiusura del carcere, in una veste politica, con una nota dal titolo: “la disfatta del partito democratico a Lamezia Terme tra carcere e provveditorato regionale”. Un comunicato che pubblichiamo integralmente:
“Con la disfatta del PD lametino la sinistra ha perso un incredibile bacino elettorale fatto di oltre settantamila persone!! Una catastrofe più grande non era minimamente auspicabile.
Eppure i segnali c’erano tutti! In tre tornate elettorali, fatte di europee, regionali e infine comunali i lametini, ormai stremati, hanno finalmente trovato il coraggio di dire basta a promesse disattese e false illusioni, infliggendo una sonora sconfitta al PD, con le uniche armi in loro possesso: l’astensionismo e il voto a favore di una nuova amministrazione di destra.
A niente è valsa la pubblicazione della lettera, ricevuta dall’ormai ex sindaco Gianni Speranza, da parte del Capo del Gabinetto del Ministro della Giustizia Andrea Orlando, in cui si promette lo spostamento del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria nell’ormai dismessa Casa Circondariale di Lamezia Terme. Pubblicazione avvenuta ad un giorno dal ballottaggio!! Se non si tratta di strumentalizzazione elettorale questa!! Tanto più grave perché viene dai vertici di un Partito Democratico che per fare demagogia si permette il lusso di prendere in giro un’intera città. Ma i ”presunti ingenui” cittadini hanno risposto con un secco no a questa ulteriore beffa.
Si legge nella lettera di Giovanni Melillo, incaricato dal Ministro Orlando, che la struttura di Lamezia Terme era divenuta antieconomica rispetto all’esigenza di utilizzo degli spazi detentivi e del personale, ma i vertici ministeriali conoscono realmente dove sta l’aspetto antieconomico del carcere lametino? Antieconomica è in realtà la notevole spesa di denaro pubblico che si attua giornalmente per le convalide degli arresti, per le notifiche dei detenuti sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari e della detenzione domiciliare, che gravitano intorno alla Procura di Lamezia Terme, che conta un bacino di circa 130 mila abitanti,( lo spostamento di un detenuto comporta l’utilizzo del mezzo con relativo autista e tre agenti di scorta, che, per una semplice convalida, devono partire da Catanzaro o Vibo secondo l’ubicazione del detenuto.)
Il carcere di Lamezia Terme era stato poi recentemente adeguato al DPR 230/2000 e i cosiddetti spazi detentivi erano stati ottimizzati prima ancora che in molti istituti d’Italia che a tutt’oggi non sono adeguati e che contano un’utenza di molto inferiore ai 50 detenuti, nondimeno questi stessi istituti, molto più piccoli di quello di Lamezia Terme, non sono stati e non vengono attualmente dismessi. Antieconomico quindi si riduce solo alla struttura di Lamezia Terme?!!
E che dire dell’esigenza di utilizzare il personale di Lamezia Terme nel carcere di Catanzaro Siano dove la pianta organica risulta essere in esubero con conseguente impossibilità di operare i trasferimenti dello stesso personale perdente sede, mantenendolo in una condizione distacco senza oneri a carico dell’amministrazione con un provvedimento del tutto illegittimo e che è stato già impugnato dagli aventi diritto? Ministero della Giustizia o del libero arbitrio?!!
Nella scarna lettera del Capo del Gabinetto si legge ancora: Con riferimento alla struttura di Lamezia è in programma il trasferimento della sede del Provveditorato Regionale della Calabria i cui tempi sono connessi ai lavori per il necessario adeguamento dell’edificio.
Ma al Ministero della giustizia ignorano che la struttura di Lamezia Terme è sotto il vincolo del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali e quindi sottoposta a obblighi strutturali che non le permettono di essere adeguata alla destinazione di uffici pubblici?
Ancora più allarmante risulta poi la leggerezza con la quale un Ministro della Giustizia afferma di voler passare il Provveditorato Regionale nella città di Lamezia Terme togliendolo al capoluogo di regione, Catanzaro, che per legge è deputato ad essere sede del Prap.
Naturalmente, da subito, i politici catanzaresi, con in testa il sindaco Abramo, hanno dichiarato che ricorreranno in tutte le sedi contro un autentico abuso, pronti quindi a muoversi per contrastare un trasferimento illegittimo e soprattutto immotivato.
Questa stessa determinazione è invece mancata al PD lametino decretando insieme alla chiusura del carcere di Lamezia Terme la sua stessa disfatta.
In questo dualismo si incastona l’operato certosino e spietato del Provveditore Regionale della Calabria che con le sue scellerate decisioni ha rotto l’equilibrio già precario delle due città.
Si aspetta ora solo la chiusura della locale Procura e infine dello stesso Tribunale.
Si auspica infine che il nuovo sindaco Paolo Mascaro mantenga le promesse fatte in sede di campagna elettorale ai cittadini che lo hanno votato e che prosegua l’azione legale già intrapresa dall’ex sindaco Gianni Speranza per l’annullamento del Decreto di chiusura del carcere e per la sua necessaria riapertura in questa città che è stata già certificata come territorio ad alta densità mafiosa”.
Il Comitato Riapriamo il Carcere di Lamezia Terme