-di Claudia Strangis
Lamezia Terme – “La mafia è il grande male della Calabria e i mafiosi e gli ‘ndranghetisti, sono uomini che non hanno niente a che fare con il Vangelo e, anzi, sono l’anti Vangelo. La scomunica di Papa Francesco non ha valore canonico ma ha valore dal punto di vista etico e morale, perché sono stati loro, con i loro comportamenti a mettersi fuori dalla comunione ecclesiale”. Così il presidente della Conferenza Episcopale Calabria, Monsignor Salvatore Nunnari ha spiegato oggi in conferenza stampa, al termine dell’incontro tenutosi stamane a Lamezia Terme con la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi. L’occasione dell’incontro si è concretizzata dopo l’interesse manifestato dalla Bindi in seguito alla nota pastorale sulla ‘ndrangheta, diffusa da Monsignor Nunnari, nel periodo delle festività natalizie. Un’occasione, quella di oggi, per discutere proprio di quello che hanno definito “il grande male della Calabria”. Nunnari ha spiegato che la nota è stata una “presa di responsabilità”, non scritta contro qualcuno ma “a testimonianza dell’impegno dei vescovi nel loro ruolo di guida pastorale”. Impegno che, oltre ai vescovi, dovrà interessare soprattutto le comunità parrocchiali ad educare i più piccoli, così come sottolineato più volte da Monsignor Nunnari. La presidente della commissione antimafia ha ribadito come tra Chiesa, Vangelo e ‘ndrangheta non ci sia nessuna connessione e comunicazione, nonostante gli uomini di ‘ndrangheta cerchino di legittimare il loro agire attraverso la Chiesa e la devozione ai Santi. Il momento di incontro e confronto di oggi, quindi, è stato un modo “per richiamarsi alle reciproche responsabilità”, e una delle richieste di Nunnari in tal senso, proprio riguardanti questa terra, è stata proprio quella di “dare la possibilità di un futuro ai nostri giovani, perché la mafia si combatte anche con questo, dando possibilità nel futuro”. La Bindi ha parlato di oggi come “una occasione per capire meglio il fenomeno, le cause e i modi per combatterlo, sempre nel rispetto reciproco dei ruoli, credendo nel valore della laicità dello Stato”. “Rispetto dei ruoli – ha poi aggiunto – ma anche un richiamo per restituire speranza al futuro”. “Quello di oggi – ha proseguito commentando l’incontro – è stato uno scambio franco e costruttivo da riprendere anche in altre regioni”. Monsignor Nunnari ha avuto modo anche di portare altre istanze della chiesa calabrese all’attenzione della presidente della Commissione antimafia, come quella sui beni confiscati, definendola “legislazione ancora non molto chiara” e della quale la Bindi ha spiegato la sua intenzione di farla diventare legge entro l’anno, considerando anche che è già al vaglio della Camera. Uno sguardo anche alla “globalizzazione delle mafie”, per poterne discutere anche al di fuori dell’Italia, considerando che non si tratta ormai di un fenomeno localizzato e circoscritto ma di un discorso di più ampio respiro. La Bindi ha poi avanzato anche un’altra proposta, quella di introdurre nella riforma della scuola, anche la storia della mafia nei programmi scolastici, considerando l’entità di un fenomeno che, inevitabilmente, ha precisato la Bindi, ha condizionato la storia del nostro paese. Per quanto riguarda poi gli investimenti della mafia al Nord, la Bindi ha specificato che si tratta di un ulteriore modo per indebolire “un Sud sempre più debole e fragile”. “Le mafie traggono vantaggio dall’assenza dello Stato e la mafia imprenditrice rischia di rendere questo sud ancora più debole di prima. È necessario che il governo si impegno incisivamente per lo sviluppo e l’occupazione calabrese e di tutto il Mezzogiorno”.