Lamezia: Grandinetti, “un consiglio comunale in bianco per difendere l’ospedale”

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Lamezia Terme – “Impossibile non difendersi. La calura estiva non può farci distrarre dalle esposizioni che ogni giorno subisce il nostro Ospedale. Non basta più la presa di posizione dei politici, dei consigli, delle associazioni, oggi è necessario una presa di posizione ferma da parte dei cittadini, così come avvenne nel 2007 con migliaia e migliaia di gente per le strade a manifestare contro la chiusura dell’Asl. 6. Qualcuno potrebbe obiettare, ma cosa si è raggiunto? Niente lo stesso. Si è vero, ma non avevamo previsto che “eletti” nel nostro territorio non avessero mosso un dito per perorare la causa, anzi! Vedi Talarico che nonostante due proposte di leggi popolari per il ripristino di una Asl a Lamezia ha fatto finta di dimenticarsene…”. Lo afferma in una nota Francesco Grandinetti, già presidente del Conisglio Comunale di Lamezia ed esponete politico del Pd che chiede “al sindaco Mascaro ed al Presidente De Sarro di convocare subito un consiglio comunale “aperto ed in bianco”. Si vestiti tutti di bianco. Dobbiamo dimostrare che ci siamo. Ormai l’ordinario è diventato sempre più ordinario. Dobbiamo evidenziare – prosegue – che siamo vicini a tutti coloro che vestiti di Bianco lavorano nel nostro nosocomio e rischiano di perdere il lavoro. Vestiti di bianco per dimostrare che non abbiamo voglia di guerre ma di equità per i nostri concittadini”. Infatti per Grandinetti “non può essere che un ospedale sito nel centro della Calabria sia destinato a chiudere. Ma quali sono le volontà demoniache che vogliono ciò? Una posizione centrale, quella di Lamezia, che non è stata presa in considerazione da nessuno se non sempre tirata fuori nel momento delle elezioni comunali. Scura – conclude – deve assolutamente capire che non staremo a guardare. È vero che le norme sono quelle, ma è anche vero che si possono cambiare, come si fa per tutte le città che contano eccetto Lamezia. Bisogna assolutamente continuare le nostre battaglie senza se e senza ma”.