Lamezia: scoperta dalla Polizia una rete di spacciatori, 36 gli indagati

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Lamezia Terme – E’ stata definita con il nome in codice boomerang, l’operazione della Polizia di Stato di Lamezia Terme che ha scoperto una rete di spacciatori di marijuana e cocaina attiva nel centro storico della citta’, e in particolare piazza Mercato Vecchio.  I particolari dell’inchiesta, coordinata dalla procura della Repubblica, sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa dal capo della procuratore, Domenico Prestinenzi e dal dirigente del commissariato di Pubblica Sicurezza, Antonio Borelli.

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Il capo della Procura(a destra nella foto) nel ricostruire l’aspetto investigativo ha sottolineato che “dopo le operazione della Dda, in città sono sorti gruppuscoli che controllano diverse zone della città e che agiscono in maniere autonoma, sostituendo immediatamente lo spacciatore che viene tratto in arresto, o sottoposto a misura cautelare”. Per Prestinenzi, poi, c’è un continuo ricambio “della manovalanza”, fattori ha spiegato che in qualche misura determina delle difficoltà in quanto ha aggiunto “non abbiamo più la cosca egemone di riferimento” e quindi il capo “verso cui indirizzare le indagini in maniera certa”. Dal canto suo il dirigente del commissariato lametino, nel ringraziare “la Procura, il sostituto procuratore e il sostituto Luigi Maffia che ha curato l’indagine, la squadra investigativa coordinata dal sostituto commissario Serratore”, ha riferito che “nell’indagine sono anche coinvolti due minori che svolgevano in qualche nodo le funzioni di procacciatori d’affari, nel senso – ha spiegato – che curavano le prenotazioni, la raccolta dei soldi e poi lo spaccio al minuto”. Nel ribadire che la zona interessata allo spaccio di sostanze stupefacenti è quella di piazza Mercato Vecchio, Borelli ha spiegato che l’organizzazione d’estate si spostava tra Falerna e Gizzeria nei locali della zona”. Per Borelli, “ll capo era Greco Cristian”.

Nella rete investigativa sono finiti ben 36 soggetti, alcuni dei quali minorenni. Nei confronti di cinque indagati è stato emesso un provvedimento di custodia cautelare in carcere, sono(nella foto da sinistra verso destra, dall’alto verso il basso): Francesco Cerra, 26 anni; Giuseppe Saladino, 31 anni; Emanuel Fiorino, 26 anni; Cristian Greco, 27 anni, in atto già detenuto; Giovanni Roberto, 36 anni.

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Mentre a Giovanni Roberto, 36 anni; Davide Caputo, 24 anni; Bruno Cortese, 20 anni,; Morrison Alessio Gagliardi, 22 anni; Ionut Pirciu Doru, nato a Calafat ( Romania), 27 anni; Francesco Raso, 23 anni è stato imposto l’obbligo di dimora.
I primi due(Francesco Cerra e Giuseppe Saladino) sono ritenuti responsabili di tentata estorsione e danneggiamento mediante incendio nei confronti del titolare di un’attività di autorimessa e commercio di legname, che aveva trovato nei mesi precedenti l’incendio in tre circostanze biglietti manoscritti dal contenuto minatorio a cui non aveva dato peso. Veniva avvicinato da due ragazzi del luogo , il Cerra ed il Saladino, che gli dicevano “ di mettersi a posto”, dopodiché subiva l’incendio della sua attività e delle auto ivi parcheggiate.
Tutti e dieci, comunque, dagli investigatori della Polizia di Stato, sono ritenuti responsabili , a vario titolo, di spaccio in concorso di sostanza stupefacente del tipo canapa indiana e poiché detenevano, vendevano o offrivano sostanze stupefacenti a diversi assuntori che frequentavano i locali del centro storico di Lamezia Terme ed in particolare Piazza Mercato Vecchio, rivelatasi area di catalizzazione delle attività illecite.

 

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Le indagini di carattere tecnico, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno preso le mosse da un danneggiamento mediante incendio di una autorimessa e emergeva come i due soggetti attenzionati, il Cerra ed il Saladino, sospettati dell’incendio e delle precedenti richieste estorsive, fossero dediti insieme ad altri al traffico illecito di sostanze stupefacenti in un più ampio contesto criminoso che prevedeva divisione dei ruoli e ripartizione dei compiti con collegamenti con elementi della criminalità organizzata del cosentino. In particolare emergeva che all’interno del gruppo erano stati individuati alcuni ragazzi, tra cui dei minorenni, incaricati della raccolta del denaro e dello spaccio al minuto, mentre i capi dell’organizzazione si occupavano della risoluzione dei dissidi interni della “bonifica “ delle autovetture in uso agli indagati, per rimuovere eventuali microspie.

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L’impianto investigativo ricostruito da personale della Sezione Investigativa del Commissariato di pubblica sicurezza di Lamezia Terme è stato pienamente accolto dalla Procura della Repubblica e dal Gip presso il Tribunale che ha emesso i provvedimenti restrittivi eseguiti in data odierna. Gli arrestati sono stati condotti alla Casa Circondariale di Catanzaro. Nel corso delle perquisizioni sono state rinvenute due piante di canapa indiana e una modica quantità di hashish.

 

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