Lamezia Terme – Rimane ancora al centro del dibattito politico la vicenda che a metà agosto a visto protagonista il quartiere Capizzaglie, dove alcuni abitanti hanno inscenato una protesa contro una presunta violenza nei confronti di un anziano. Sulla vicenda interviene l’ex presidente del consiglio comunale, Francesco Grandinetti con una sua riflessione che pubblichiamo integralmente:
“Prendo spunto da quanto successo ultimamente nella nostra città a causa della presunta violenza a danno di un anziano per dire a gran voce: Prima gli Italiani.
Infatti “prima” gli italiani erano sempre pronti ad aiutare gli altri anche quando mettevano a repentaglio la loro vita; “prima” gli italiani erano sempre pronti a creare barriere per difendere i deboli. E tra gli Italiani emergeva ancor più forte il cuore del nostro sud. Oggi se non stiamo attenti noi del sud diventiamo i primi a manifestare intolleranze e praticare giustizie sommarie. Non entro nel merito della rabbia che può nascere se fosse stata vera la notizia che ci si trovava di fronte ad una aggressione di un anziano, la rabbia ci sta tutta. Ma il modo con cui si è manifestata da parte di alcuni la trovo sconcertante. Bisognava richiedere alle forze dell’ordine di andare avanti ad individuare i colpevoli siano essi stai extra comunitari o Italiani. Il popolo di Lamezia ed in particolare quello di Capizzaglie non è assolutamente come alcune associazioni vogliono farlo vedere. I cittadini di quel quartiere non possono non apprezzare quello che sta facendo Don Giacomo Panizza, due cose grandi in una sola mossa : da una parte svolge una politica umanitaria verso coloro che soffrono e dall’altra la svolge in un immobile sequestrato alla mafia! Come lo si può attaccare con leggerezza con note stampa? Don Panizza, per quel che conta gode della nostra massima stima e del nostro più ampio apprezzamento e lo invitiamo ad andare avanti. Per quanto invece quegli slogan da stadio davanti il centro subito dopo la falsa aggressione noi non possiamo permettere che l’Italia intera possa pensare che Lamezia e quel quartiere sia composto da xenofobi. Noi siamo ben altro. Perché non ci si ribella con la stessa forza davanti magari a qualche casa di “boss”, quando avvengono fatti delittuosi? Perché forse riusciamo ad essere forti con i deboli e deboli ed omertosi con i forti! Riprendiamoci la nostra identità magari programmando un sit in pacifico davanti al centro, con gli operatori e i residenti, per dire che Lamezia ed il nostro quartiere di Capizzaglie è ben altro di quello che si vuol far vedere. Credo sia un nostro dovere”.