Lamezia Terme – “Le contraddizioni della Sacal non risiedono soltanto nelle deprecabili “giravolte” di pensiero da parte di un Cda che un giorno si dichiara pronto alle dimissioni e l’altro invece esprime piena fiducia all’operato del Presidente, ma possono riscontrarsi anche nella lettura del bilancio e da qualche informazione facilmente riscontrabile sul web”. Lo afferma in una nota Sebastiano Barbanti, Deputato Alternativa Libera, commentato il bilancio della società di gestione dell’aeroporto lametini.
“Lungi dall’essere giustizialisti, ed in attesa di un pronunciamento della magistratura – precisa Barbanti- in merito alle indagini in corso, sembra però evidente che qualcosa non abbia funzionato nell’Organismo di Vigilanza, del quale non è dato conoscerne il costo, nominato dal Cda e presieduto da Andrea Gentile, figlio del senatore Tonino Gentile, che avrebbe il compito di “vigilare sul funzionamento e sull’osservanza del Modello di Organizzazione” allo scopo di “assicurare sempre più condizioni di correttezza e di trasparenza nella conduzione degli affari e delle attività aziendali””. Secondo Barbanti, poi, “le cose non vanno di certo meglio da un mero punto di vista economico. Nel 2014, infatti, la Sacal, a fronte di un fatturato di quasi 24 mln di euro, ha fatto registrare un utile di appena 67.000 euro; utile che, alla luce di quanto riportato anche dal Collegio Sindacale, appare sin troppo generoso per una serie di motivazioni di seguito esposte”. E per il deputato di Alternativa Libera, “innanzitutto bisogna evidenziare che i dipendenti della Sacal non hanno un contratto integrativo da ormai 9 anni, il che significa un bel risparmio di costi per l’azienda operato sulle spalle dei lavoratori che di fatto, rinunciando al surplus del loro stipendio, diventano “finanziatori” dell’azienda stessa. Sempre in bilancio rileviamo che la Sacal ha un debito verso i dipendenti per 607.000 euro dovuti a ferie non pagate e ciò nonostante si faccia notare che nel 2014 si è operato uno smaltimento delle ferie pregresse che ha portato ad un loro abbattimento del (solo) 11%. E la distonia appare ancora più forte quando si apprende che a fronte di tali sacrifici, si assiste ad un adeguamento contrattuale (aumento di stipendio) per 14 funzionari, 3 impiegati ed 1 operaio e si son nominati 1 dirigente e 3 quadri aziendali”.
Ma, per Barbanti, “la nota più importante e di rilievo viene dal Collegio Sindacale, organo nel quale siede Gregorio Tassoni, membro anche del collegio sindacale del Gruppo Abramo nel quale CDA è presente Sergio Abramo (Sindaco di Catanzaro, che elegge un membro del CDA della Sacal, e fratello di Paolo Abramo, presidente della Camera di Commercio di Catanzaro che elegge anch’essa un membro del Cda della Sacal); sia chiaro, non c’è nulla di formalmente illegale o vietato dalla legge, ma sarebbe opportuno oltre che etico evitare al massimo commistioni tra controllore e controllato”. E Barbanti “tornando ai numeri, il bilancio della Sacal riporta crediti per un ammontare di oltre 13 milioni di euro che, essendo di incerta escussione per definizione, devono essere oggetto di svalutazione attraverso l’istituzione di un fondo rischi ed evitare quindi di gravare eccessivamente nei bilanci futuri dando anche un criterio di trasparenza e prudenza al bilancio stesso. Ebbene, – aggiunge – gli accantonamenti effettuati sono pari a solo 50.000 euro, un cifra davvero molto modesta tanto più che appunto il Collegio Sindacale rileva che “l’ammontare dei crediti iscritti in bilancio risulta di importo considerevole rispetto al volume d’affari e necessiterebbe di un appostamento allo stato passivo di un congruo fondo rischi””. Poi secondo Barbanti “ad aggravare ancor di più la situazione, sempre lo stesso Collegio Sindacale riporta che “la situazione finanziaria risente anche del forte indebitamento riconducibile al mancato versamento delle addizionali comunali, che andrebbe maggiorato alla data di chiusura del bilancio, di tutte le sanzioni e degli interessi passivi maturati a tale data”; in altre parole non sono state versate alcune tasse e non sono state calcolate le sanzioni e gli interessi da pagare”. “Ora, – si domanda il deputato – alla luce di ciò, cosa succederebbe a quel “tesoretto” di 67.000 euro se si dovesse adottare il contratto integrativo, se si dovessero pagare le ferie arretrate, se si dovessero fare le dovute svalutazioni dei crediti e se si dovessero versare le tasse con le relative sanzioni e interessi? Siamo sicuri che l’azienda possa ancora vantare un utile di gestione?” Quindi per Barbanti “purtroppo il 2015 non sembra mostrare un reale cambio di rotta visto che il primo semestre 2015 fa segnalare un calo del -12% dei movimenti e del -1,6% del numero dei passeggeri e la spada di Damocle della magistratura pende su molte teste importanti dell’azienda. Cosa si attende – si domanda ancora – per dare un reale nuovo corso ad una delle aziende più importanti della Calabria? Non basta la magistratura ed i pessimi risultati reddituali ed operativi per indurre gli amministratori ed i dirigenti rei di tale situazione a fare un passo indietro? Quousque tandem abutere, Sacal, patientia nostra?”
Infine, secondo Barbanti, “la normativa vigente impone alla Sacal di effettuare un aumento di capitale di circa 5,2 milioni di euro, pena la revoca della concessione con il relativo immaginabile danno per l’economia regionale. L’incremento del capitale è, tra l’altro, necessario per portare avanti adeguatamente il processo di sviluppo ed ampliamento della struttura e dell’operatività dell’aeroporto. Ma quanti e quali enti pubblici e soci privati sono pronti a metter mani al portafoglio? Come farà il comune di Lamezia Terme, primo azionista col 20,7% del capitale, a sottoscrivere circa un milione di euro per mantenere la propria quota e sacrosanta influenza sulla gestione vista l’attuale disastrosa situazione finanziaria? Insomma, – conclude – le nubi all’orizzonte sono tante, ma amministratori e soci tacciono e chi rischia di rimetterci, come al solito, sono dipendenti e cittadini”.