Lamezia: incidente probatorio per Eleonora sorella della ragazza violentata

scalercio-rubino-02-10-15Lamezia Terme – Fra pochi giorni la sorella della ragazza, affetta da un grave ritardo mentale, e che secondo quanto hanno accertato i militari dell’Arma, è stata costretta a subire insulti, mortificazioni e violenze sessuali quotidiane, comparirà davanti ai magistrati inquirenti e giudicanti. Infatti, Eleonora(nome di fantasia), anche lei parte offesa nella tragica vicenda che ha visti coinvolti la madre delle due ragazze e il suo convivente, sarà la protagonista dell’incidente probatorio fissato dal giudice dell’indagini preliminari, su richiesta, oltre cha dal Gip, dal pubblico ministero. Incidente probatorio sollecitato anche dalla parte offesa. Quindi nella fase dell’incidente probatorio che è un istituto del diritto processuale penale italiano previsto e disciplinato dall’art. 392 c.p.p. con il quale il pubblico ministero (anche su sollecitazione della parte offesa) e la difesa dell’indagato possono chiedere l’assunzione anticipata dei mezzi di prova nelle fasi precedenti il dibattimento, Eleonora si troverà di fronte alla madre, Elena Rubino e al suo convivente Emilio Giovanni Scalercio, arrestati entrambi con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale aggravata. Sarà un confronto difficile per Eleonora coinvolta in questa tragica storia di violenza familiare. Sara un contraddittorio tra le parti che sul piano psicologico per Eleonora sarà indubbiamente non facile perché dovrà ricostruire, rispondendo alle domande, la difficile vita familiare che ha vissuto insieme alla sorella.
Nei giorni scorsi, dopo solo una decina di giorni dal suo arresto, Emilio Giovanni Scalercio, è stato posto agli arresti domiciliari, dal tribunale della libertà, che ha accolto l’istanza del suo legale di fiducia, avvocato Fabrizio Falvo. Anche la sua compagna è stata posta agli arresti domiciliari. Mentre la ragazza vittima delle violenze, difesa dall’avvocato Anna Moricca, da quanto si è appreso, si trova insieme alla sorella che si cura della sua assistenza.
L’indagine, che hanno portato all’arresto della Rubino e del suo convivente Scalercio, e’ stata condotta sotto la direzione della Procura della Repubblica di Lamezia Terme, mediante l’impiego di un’equipe composta “ad hoc” che ha lavorato in sordina con attivita’ non invasive nei confronti della vittima e l’obiettivo unico di proteggere la stessa e liberarla dalla sua terribile situazione. Giornalmente, secondo i riscontri investigativi, la ragazza avrebbe subito ripetutamente insulti, mortificazioni della persona da parte della madre e del compagno di quest’ultima, consapevoli che la vittima non sarebbe stata creduta e che non avrebbe parlato a causa del suo handicap. In una intercettazione, i militari dell’Arma hanno anche sentito la giovane pronunciare la frase “non ce la faccio piu’” dopo l’ennesima violenza. Le indagini hanno evidenziato che la povera vittima veniva giornalmente e ripetutamente anche abusata sessualmente dall’uomo, con la piena consapevolezza della madre. Una attività quotidiana, al punto che la stessa giovane la considerava ormai come fosse una cosa normale, una consuetudine, un gioco. Sempre nel corso dell’attività sono stati riscontrati altri abusi che sono al vaglio di ulteriori approfondimenti. Le richieste e i riscontri raccolti nel corso del tempo sono stati pienamente condivisi ed accolti dall’autorità giudiziaria che, con apposita ordinanza, dispose per entrambi l’arresto. I due furono rinchiusi nelle case circondariali di Castrovillari e Vibo Valentia. Ora sono tornati nelle rispettive abitazioni.