Lamezia sottomessa ad altre consorterie criminali?

Lamezia-panomaLamezia vittima del crimine organizzato? Un interrogativo al quale è difficile rispondere. Comunque a prima vista sembra proprio che Lamezia sia stata “vittima di altre consorterie criminali” o, meglio, di alcuni imprenditori. Il nome di Lamezia, infatti, compare nelle 145 pagine del decreto di confisca con il quale la Guardia di Finanza e la Dia di Reggio Calabria hanno confiscato beni per 214 milioni di euro a due imprenditori ritenuti vicini ad esponenti delle cosche che operano nella provincia di Reggio Calabria. Nello sfogliare il decreto si nota che alcuni esponenti considerati vicini ai Tegano e i Condello di Reggio Calabria, agli Alvaro di Sinopoli, ai Barbaro di Platì e ai Libri di Cannavò, avrebbero concesso dei finanziamenti ad alcuni imprenditori, e tra questi un lametino, al quale venivano prestate delle somme da parte di (omissis), con l’intermediazione di (omissis), il quale metteva in contatto i due e fungeva da garante per la restituzione del debito. Condotta, scrivono gli inquirenti, “posta in essere al fine di agevolare l’attività della ramificata organizzazione criminale di tipo mafioso e nata per avere l’immediata disponibilità, per il conseguimento delle finalità dell’associazione, di armi e materie esplodenti anche occultate o tenute in luogo di deposito, denominata “‘ndrangheta”, ed in particolare delle preminenti articolazioni territoriali della medesima”. Quindi le organizzazioni criminali del reggino operavano e operano anche su Lamezia? Probabilmente si, stando a quanto scritto dagli inquirenti nel decreto di confisca della Guardia di finanza e della Dia di Reggio Calabria.