Fondazione Terina: Mangialavori (Cdl), riforma inattuata

Giuseppe Mangialavori

Giuseppe Mangialavori

Reggio Calabria – Impegno delle risorse disponibili e definitiva soluzione delle problematiche connesse alla posizione dei dipendenti della Fondazione Terina “: e’ il tema dell’interrogazione presentata dal consigliere regionale Giuseppe Mangialavori (CdL). “Ad oggi, infatti, la Fondazione – sostiene l’esponente politico – non e’ stata concretamente oggetto di quel processo di sostanziale riforma deliberato dall’Assise con legge regionale 24/2013. Legge che non ha avuto la sua puntuale applicazione. La circostanza – secondo Mangialavori – e’ decisamente grave, se si considera lo stato di enorme disagio subito dai 40 dipendenti, i quali non percepiscono lo stipendio con la dovuta regolarita’. Allo stato, infatti, sono oltre cinque le mensilita’ arretrate. La situazione dei dipendenti e’ di rilevantissima sofferenza e fonte di immani disagi. Tutto questo anche in considerazione del fatto che spesso trattasi di lavoratori con situazioni familiari monoreddito. L’amministrazione regionale, pertanto – evidenzia il consigliere della CdL – ha il dovere di offrire soluzioni concrete affinche’ una struttura cosi’ importante non venga abbandonata al suo destino e sia fruibile dalla filiera agroalimentare reale cui essa dovrebbe indirizzare l’attivita’. Tanto piu’ se si considera che la Fondazione Terina e’ l’unico ente di ricerca della Regione Calabria, con laboratori all’avanguardia e fra i piu’ importanti del Paese in materia di sicurezza ed analisi dei prodotti agroalimentari. L’amministrazione, inoltre, ha il dovere di agire anche per assicurare ai dipendenti serenita’ e stabilita’ lavorativa. Per tali ragioni – conclude Giuseppe Mangialavori – ho interrogato la Giunta regionale al fine di conoscere orientamento, decisioni, ulteriori iniziative (oltre quelle gia’ adottate), strategie politiche e condotta amministrativa gia’ intraprese o in itinere, tesi ad offrire una soluzione concreta alle sorti della Fondazione Terina ed a garantire, in modo particolare, ogni diritto riconducibile ai suoi quaranta dipendenti”.

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