Lamezia: ottenere giustizia e risultati sperati per sanità lametina

consiglio-sanita-lameziaLamezia Terme – C’è la volontà politica e tecnica per dare un ruolo all’ospedale di Lamezia nel contesto della sanità catanzarese e calabrese? E’ la domanda che si sono posti in tanti questa mattina nel corso del lavori del consiglio comunale che come unico punto all’ordine del giorno aveva: “sanità lametina”. Una sanità lametina che viene costantemente smantellata per far spazio a quella di Catanzaro, penalizzando cosi una struttura sanitaria all’interno della quale, quando era autonoma rispetto ad oggi, si sono compiuti importanti interventi come quello effettuato dall’equipe medica guidata da Umberto Sorrentimo che eseguì il primo innesto di Cornee nella divisione di oculistica del presidio ospedaliero. All’epoca il nostro presidio ospedaliero era inserito nell’Azienda Sanitaria numero sei quella di Lamezia e del consiglio-sanita-lamezia1Lametino. Da quando l’azienda è stata sciolta ed accorpata a quella di Catanzaro la sanità lametina viene depauperata con la chiusura di reparti ed il trasferimento di altri in altre strutture sanitarie della provincia. Sono anni che la politica lametina si batte contro l’ipotesi del ridimensionamento della struttura, ciò nonostante, benché il presidio lametino sia centrale rispetto ad altre strutture, viene penalizzato e depauperato. E contro questa idea di smobilitare la struttura sanitaria lametina questa mattina in tanti, tra i quali l’onorevole Pino Galati, si sono ritrovato per dire basta. E tutti si sono detti d’accordo con il documento unico presentato e relazionato dal consigliere comunale Pasquale Di Spena esperto della materia in quanto medico. In molti hanno dato delle indicazioni come il Tribunale del Diritto del Malatoi che ha sottoposto una propria proposta. Di estremo interesse è stata consiglio-sanita-brunila relazione della dottoressa Amalia Bruni, interessante anche gli interventi come quello di Cittadinanza Attiva, di Nicolino Panedigrano che ha proposto di denunciare Scura, di Riccardo Viola, Lentidoro, Francesco Gradinetti, di alcuni sindaci come Putame, Paola, dell’onorevole Galati e del Sindaco che hanno chiesto a gran voce la dovuta attenzione per l’ospedale e la sanità lametina. E’ stato comunque un consiglio compatto e con idee che convergono verso un unico obiettivo quello di entrare a far parte della sanità eccellente con Pugliese Ciaccio-Policlinico universitario Mater Domini-Ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia. Su questo anche associazioni e sindaci del comprensorio sono d’accordo. Il modo e i tempi sono da discutere nelle sedi opportune. Il presidente Di Dpena ha lanciato qualche spunto su emodinamica e polo infettivologico. Si vedrà nei prossimi incontri uno tra i primi sicuramente con il presidente Oliverio.

Ecco il documento esaminato e proposto da Di Spena

consiglio-sanita-dispenaQuesto documento rappresenta il risultato e la sintesi del lavoro che: Sindaco, Giunta e Consiglieri al completo, hanno sostenuto in questi in sei mesi.
Oggi in questa Sala non c’è né una maggioranza, né una minoranza, bensì un gruppo di donne e uomini appartenenti a schieramenti politici diversi, ma con la stessa idea, gli stessi propositi e lo stesso obiettivo, pronti a difendere la Sanità di questo territorio.
E’ nostro dovere ed obbligo morale mantenere viva la storia e la tradizione ospedaliera della nostra Città. Illustri uomini, nonché valenti professionisti, hanno lasciato un ricordo intramontabile, per spessore scientifico e qualità umane, e noi a questa tradizione non vogliamo assolutamente rinunciare; vogliamo farne tesoro e riproporla alle generazioni future.
Tagli azzardati e senza criterio sul nostro Ospedale ne hanno provocato un netto e progressivo declino, con ridimensionamento delle prestazioni e della qualità dei servizi, cercando e credendo di produrre erroneamente, risparmi a tutti i costi.
Tutto ciò sta generando, invece, soltanto un enorme divario rispetto ad altre realtà a noi vicine.
Non è per piangersi addosso ne per polemica, che comunque non ci appartiene, però esiste un dato oggettivo: basti pensare a ciò che accade – giustamente – a Catanzaro con la creazione del “colosso” Dulbecco e, poco più distante – giustamente – a Crotone con la riapertura del reparto di emodinamica e della Tin, e ciò che – ingiustamente- accade a Lamezia Terme con continue chiusure e spoliazioni di reparti.
Solchi profondi sono impressi tra città della stessa regione e ( ricordiamo che Lamezia Terme, è la terza città della Calabria ), solchi che stanno creando enormi differenze nelle qualità delle cure e modelli di Sanità separati, tra chi ha una cura e chi non ce l’ha, chi può permettersela e chi no. Questo non lo possiamo accettare e non possiamo permettere che accada.
Per tale motivo siamo chiamati a convergere su un unico obiettivo: la salvaguardia del territorio e del nostro Ospedale, sempre più minacciato da ulteriori saccheggi.
Il presente lo conosciamo tutti, non è per niente roseo, anzi grigio, potrebbe però diventare nero. Affinché il colore muti verso tinte meno fosche occorre che tutti noi, citando Ghandi, “diventiamo il cambiamento che vogliamo vedere”. La posta in gioco è alta, parliamo di “salute”, salute non è solo cura del corpo e della mente salute!! è Welfare, (benessere), è civiltà, è cultura, dignità, e’ amore, affetti; è un processo di cui ognuno di noi ne è responsabile. Salute è un compito!! un compito da svolgere attraverso un’azione autonoma ed individuale plasmata dalla realtà creata socialmente.
Eppure tra mille difficoltà – e per il rispetto del nobile valore dell’argomento oggi discusso – nonostante tutto, questo nostro Ospedale dimostra di saper rispondere e far fronte alle tante infinite richieste di salute e di sanità , da parte di utenti in cerca di cure, rassicurazioni e di sollievo dalle sofferenze, non sappiamo per quanto tempo ancora. Per questo un ringraziamento lo vogliamo rivolgere ai tanti operatori che, con professionalità, senso di appartenenza e spirito di sacrificio, fanno si che molte lacune vengano sopperite moltiplicando gli sforzi.
E’ un grande errore ed è un peccato non utilizzare al meglio questo struttura così bella, ampia, centrale, facilmente accessibile e raggiungibile da ogni parte della Regione.
Qui vogliamo sottolineare che essa non serve solo per i lametini, tutt’altro. Essa rappresenta un punto di riferimento per un territorio vastissimo, una fetta di Calabria che va dal basso Tirreno cosentino (Amantea) fino al vibonese (tra cui Pizzo, Filadelfia e Vibo compresi), ed ancora i 21 Comuni limitrofi, per non parlare della stagione estiva quando la popolazione raddoppia ed il personale di dimezza.
Per dare un’idea con i numeri: delle 50.000 prestazioni effettuate ogni anno in Pronto Soccorso, circa 18-20.000 mila sono gli utenti che vengono da fuori Lamezia Terme.
Attenzione questi sono numeri che interessano solo il pronto soccorso.
Se queste sono le premesse le parole non servono più: basta a consigli comunali che siano essi chiusi, aperti o all’aperto. Bisogna passare ai fatti ed alle azioni concrete.
Se veramente vogliamo dare vita e vitalità a questa terra, a questa magnifica area dei due mari (Area vasta) cominciamo una reale e fattiva collaborazione attraverso la Sanità, troviamo la soluzione più semplice e pacifica per dare a questo territorio qualche eccellenza. L’area vasta catanzaro-lamezia, al di la’ delle proposizioni di principio, deve trovare compiuta ed effettiva realizzazione e la sanita’ ne puo’ essere il primo e piu’ importante esempio. Immaginare quindi, che in detta area territoriale vi sia una compiuta ripartizione delle eccellenze sanitarie, tra le strutture del pugliese ciaccio- il policlinico universitario Mater Domini ed il presidio ospedaliero di Lamezia Terme puo’ e deve essere esempio di giusto servizio da rendere in favore dei cittadini e della collettivita’.E’ giusto quindi, che anche detto ultimo presidio, abbia i suoi reparti di eccellenza e possa agire in maniera integrata nell’area vasta, con pari dignita’ ed identiche potenzialita’.
Gli spunti non mancano, giusto per fornire qualche esempio: anziché mantenere 3 emodinamiche a Catanzaro, una di queste potrebbe essere portata a Lamezia per i motivi già ampiamente espressi, o ancora per esempio si potrebbe istituire un Polo infettivologico, le basi ci sono, o qualsiasi altra branca specialistica che ci possa inorgoglire e ridare gli stimoli giusti e farci sentire parte integrante di questo grande circuito del sistema sanitario regionale.
Ancora, vogliamo ridare a questo Ospedale ciò che gli è stato tolto e che, invece, gli spetta: intanto il personale necessario, non è più possibile tirare a campare con la cronica carenza, il personale mancante va immediatamente reintegrato con la nomina dei primari, assunzioni di medici, di infermieri di operatori socio-sanitari, e tecnici. Bisogna ridare vita ai reparti chiusi come Otorinolaringoiatria ed Oculistica, aprire i reparti previsti come la Neurologia, dare vita ad un “Hospice” per dare dignità alle persone con gravi malattie ed in fase terminale assicurando loro assistenza e dignita’fino all’ultimo respiro. Ovviamente tutto questo mantenendo e potenziando l’esistente, ci riferiamo all’Anatomia patologica, fiore all’occhiello di tutta la regione oggi ridotta con un solo medico,(non puo’ piu’assicurare risposte in tempi brevi su diagnosi di vitale importanza, trattasi di tumori) alla Microbiologia e Virologia, reparto di assoluto valore che tanto ha dato in questi anni, alla dermatologia, al Centro trasfusionale, allo screening sui bambini per la diagnosi precoce della displasia dell’anca , e cosi via tutti gli altri reparti.
Infine, il territorio citato per ultimo, ma che ultimo non è, perché è su di esso che si gioca la partita del futuro, è su di esso che bisogna puntare per il futuro.
Un medicina del territorio così come concepita non può dare i risultati voluti, (prova ne è il sovraffollamento del pronto soccorso) se è vero che c’è bisogno di deospedalizzare, per l’aumento demografico dei prossimi anni, ed il trend di invecchiamento della popolazione in costante aumento, il sistema si troverà nelle condizioni di non sostenibilità economica. Mancando i fondi, il tutto porterà al collasso dell’assistenza sociale e sanitaria.
Ecco perché ci sarà tanto tanto bisogno di medicina del territorio, con rinnovati percorsi, nuove tecnologie, (es. telemedicina e/o telemonitoraggio applicazioni di sensori ) maggiore assistenza domiciliare, rivalutazione della medicina generale che dovra’ essere il fulcro del futuro sistema sanitario, e del servizio urgenze-emergenza 118.
Servizio urgenze-emergenze 118, invero risulta inusitato e paradossale – oltre che pericoloso sia per i cittadini, che per gli operatori – che una Città come Lamezia terme sia servita da una sola ambulanza e che possa quindi dare risposte adeguate ad una popolazione di oltre 70.000 abitanti per chiamate di primo soccorso. Senza tralasciare l’assurdità che essa debba essere utilizzata per traporti secondari da ospedale ad ospedale, spesso lasciando scoperto il territorio di appartenenza.
Ancora, eliminare i lunghi tempi di attesa per esami clinici comuni ma importanti quali: visite specialistiche, ecografie, radiografie, elettrocardiogrammi, e quant’altro; si faccia in modo che questi esami vengano effettuati in tempi accettabili a beneficio dell’utente e del medico stesso, al fine di formulare una diagnosi nel più breve tempo possibile e iniziare la cura appropriata.
Intervenire sul servizio di continuita’ assistenziale incrementandone l’attivita’e la qualita’migliorandone le sedi dove sono ubicate, molte di esse in condizioni non idonee dal punto di vista strutturale, strumentale ed igienico-sanitario.
Avviandoci alla conclusione, con l’impegno che questo documento attraverso il Sindaco e Consiglio comunale sarà portato all’attenzione del Ministro competente On. Beatrice Lorenzin e del presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, in modo tale che queste proposte in questa assise non rimangano “lettera morta” o “una passerella” come purtroppo è avvenuto, non di rado, in un recente passato.
Perseguiremo la strada della collaborazione pacifica per ottenere i giustizia e i risultati sperati.
E, comunque, sin d’ora se tutto ciò non dovesse avvenire adotteremo misure o strategie che non saranno più quelle convenzionali, ma azioni ancora più concrete con manifestazioni pubbliche ed eclatanti, se necessario.
Il nostro auspicio e’ quello che tutto ciò possa essere realizzato prima di morire e non e’ una battuta, prima che altre tragedie per colpa di casi di malasanita’ possano accadere. Facciamo prevenzione in modo serio, a drammi avvenuti le fiaccolate non servono piu’.
Perche’ anche una sola vita persa, che poteva essere salvata e’ una sconfitta per la scienza medica e per la società intera.